Alla gente di Settimo Rottaro (ed anche delle comunità vicine di Piverone, ed Azeglio), affluita in massa nella loro chiesa parrocchiale lo scorso venerdì 13 luglio, non sembrava vero di vedere concelebrare nella stessa liturgia il Vescovo emerito monsignor Luigi Bettazzi ed i cinque preti da lui ordinati in quel memorabile tour de force del 29/30 giugno 1968. Già, perché non si trattò di un’unica liturgia, ma, appunto, di cinque ordinazioni celebrate consecutivamente, nei paesi di origine degli ordinati (Palazzo per don Genesio Berghino, il Duomo di Ivrea per monsignor Gian Carlo Boffa, Caluso per don Giuseppe Scapino, Cossano per don Claudio Enriello e, infine, San Benigno per don Dario Bertone). Cinque liturgie di ordinazione, celebrate da un capo all’altro della diocesi, con tante comunità in festa per i loro giovani promossi al sacerdozio ministeriale. Fin dal suo arrivo ad Ivrea, infatti, monsignor Bettazzi, aveva voluto collocare nelle comunità di origine le ordinazioni sacerdotali, in quei tempi più frequenti di ora, come momento di pastorale vocazionale.
Nella chiesa di Settimo Rottaro, lo scorso venerdì, c’erano anche i bambini del centro estivo che si sta svolgendo da alcune settimane nei locali parrocchiali e che vede la partecipazione di più di cento bambini e di un bel gruppo di animatori e collaboratori. Ai bambini monsignor Bettazzi si è rivolto in modo particolare, dicendo di sentirsi anche lui, come l’antico Santo Patrono Bononio, Abate di Lucedio, un po’ “Bononius”: appunto, l’uomo di Bologna, anche se, ormai, è canavesano da molti decenni.
Ai bambini Bettazzi ha tratteggiato la figura del prete, figura che vedono rappresentata dai loro parroci, in particolare dai cinque festeggiati. Ai quali si sono stretti anche i sacerdoti della Vicaria della Serra, e tanta gente venuta dalle comunità al cui servizio essi sono generosamente, da anni.
Piero Agrano