L’intoppo è saltato fuori durante l’incontro avvenuto nella serata di lunedì 2 luglio fra il sindaco e gli assessori e i residenti di frazione Torassi. I torassesi hanno ripetutamente chiesto al primo cittadino di installare videocamere di sorveglianza per “cogliere sul fatto” i numerosi automobilisti che “per tagliare”, e accorciare la strada per passare dalla zona ovest della città ai centri del chivassese come Torrazza e Rondissone, invece di usare la circonvallazione con la rotonda “della Prealpina”, utilizzano il centro della frazione come scorciatoia, e lo attraversano a gran velocità, con potenziale pericolo per i pedoni o i ciclisti, in particolare per i bambini.

Ma il sindaco Claudio Castello è stato costretto a respingere la richiesta delle telecamere “perchè per ora non si vedrebbe niente”. I più sono trasecolati: e come non si vede niente? E allora tutte le telecamere del sistema di videosorveglianza della città? Anche quelle hanno dei problemi, hanno spiegato gli amministratori.

E’ così: dopo aver predisposto una rete formata da 35 telecamere, posizionate nei punti sensibili della città come gli ingressi nel centro, le piazze, le aree verdi e i parchi, con immagini che vengono immagazzinate in un sistema al quale hanno accesso tramite password Polizia municipale e Carabinieri, ci si è ritrovati con un pugno di mosche, perché non si riescono a decrittare le immagini.
Il sistema è stato a suo tempo collaudato e ha funzionato bene per circa un mese e mezzo, poi sono iniziate a verificarsi interferenze con l’antenna posizionata sulla collina a Castagneto. Da verificare, a questo punto, se le interferenze siano dovute all’installazione di qualche nuovo dispositivo che disturba il segnale del sistema di videosorveglianza.

Per ovviare al problema, come è stato spiegato da Palazzo Santa Chiara – e in particolare dalla segreteria generale del Comune che ha la responsabilità del servizio di videosorveglianza -, sono stati chiesti una consulenza a Rai Way, la società che gestisce gli impianti di diffusione, e un intervento del Politecnico di Torino.