III DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C)

E noi, che cosa dobbiamo fare?

(diacono Pierangelo)

Su le maniche!

In questo periodo un po’ freddino potrebbe sembrare controcorrente l’invito a tirarsi su le maniche… Ma a ben guardare, per questo pezzo di Vangelo, che come ogni anno ci presenta Giovanni in mezzo al Giordano (Lc 3,3), credo che questa espressione sia quella più adatta. Perché, in fondo, le risposte di Giovanni alle domande che gli vengono poste nascondono questa espressione.
Per ben tre volte a Giovanni viene chiesto: “che cosa dobbiamo fare?” (Lc 3,10.12.14)

Ed ogni volta il battista risponde con una indicazione precisa per ciascuna categoria di “domandanti” (Lc 3,11.13-14.18), ma in fondo in fondo dice a tutti: “Tiratevi su le maniche, fate bene quello che vi viene chiesto di fare e magari fate qualcosa in più, oppure fate qualcosa di diverso che potrebbe anche costare fatica”.

E allora ecco perché “su le maniche!”

Queste esortazioni di Giovanni arrivano dopo una bella ramanzina, perché Giovanni non ha paura di dire in faccia quello che pensa (Lc 3,7-9), non ha paura di testimoniare la Verità (quella della scorsa settimana), non ha paura di “perdere la testa” pur di far conoscere a tutti quel Qualcuno più grande di lui (Lc 3,16).

Allora conviene davvero fare nostro il consiglio di Giovanni – “tirarsi su le maniche” –, perché, se facciamo attenzione, tutti abbiamo tanto da fare – basta guardarsi intorno! – senza pensare di essere giustificati, come quelli che dicono di avere Abramo come padre (Lc 3,8), solo perché ci riteniamo “buoni cristiani”. Ci conviene davvero, per non farci rimproverare più tardi, quando “altri” ci passeranno davanti (Mt 21,31); per non farci trovare impreparati, ma attenti e vigili come sentinelle (Lc 12,35).

Perché in fondo basta anche poco, in tutti i campi, soprattutto in quelli “normali”, quelli dalla quotidianità più ordinaria: fra la casa, la famiglia, il lavoro, la scuola, la parrocchia, il supermercato, la palestra … ci sono un sacco di occasioni “speciali” per tirarsi su le maniche.

E allora, continuando la scia di questo AVVento musicale, proviamo a cambiare le parole di un’altra canzone…

Tanto da fare
È vero che gli anni passano,
e sembrano non passare più,
ma il cielo promette qualcosa di bello,
che scende ogni anno giù,
e chi scende non passa,
non passa mai perché,
ci mette un minuto a cambiarti la vita
e non se ne va più.
Tanto da fare, tanto da fare,
tanto da fare, ma ci pensa Dio, ne sono sicuro
tanto da fare, tanto da fare, tanto da fare,
si vede il futuro in mezzo a quel blu.
Tira un vento leggero, che cambia ogni cosa,
leggero ma come tempesta,
bufera che l’aria rinnova,
senti che vento che tira, ti sposta anche la vita,
ti cambia tutto da dentro
e parte una strada nuova.
È vero che il tempo è buono,
oggi ancora di più,
si allarga la tua speranza,
arriva fin oltre il mare,
ed anche le stelle stanno a guardare,
e alcune ridono pure,
esprimi il tuo desiderio,
vedrai lo potrai realizzare.
Tanto da fare, su le maniche
tanto da fare, ma ci pensa Dio, ne sono sicuro
tanto da fare, su le mani che …
c’è tanto da fare e si vede il futuro
in mezzo a quel blu.

Se siete riusciti a leggerla canticchiando siete già a buon punto… Ora serve un ultimo sforzo a metà di questo cammino AVVenturoso, un ultimo sforzo per cambiare questo vivere da cristiani “addormentati”, passando per la merAVViglia di questi giorni, ad un vivere da cristiani “impegnati” … impegnati con Dio, per Dio e da Dio …
E quindi per questa settimana: Su le maniche! E su le mani, che c’è tanto da fare…

(Lc 3,10-18) In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani
a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate
e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.