(f.z.) A partire dal teatro classico greco, uno dei momenti più importanti della rappresentazione è la cosiddetta agnizione, vale a dire il riconoscimento di uno o più personaggi che svelano la loro identità fino ad allora ignota. Tanto nelle tragedie quanto nelle commedie, la scoperta della vera natura di un personaggio consente il colpo di scena finale e la soluzione del dramma. Ad esempio, nel mito di Oreste, così come ci è stato tramandato da Euripide, il protagonista scampa alla morte svelandosi e riconoscendo la sorella Ifigenia.

In età moderna, in cui gli stilemi della letteratura greca sono stati a lungo imitati, Torquato Tasso descrive il sublime duello tra Clorinda e Tancredi. In “Gerusalemme liberata” il cavaliere cristiano, dopo aver ferito a morte la guerriera pagana, scopre di avere vinto la donna di cui era innamorato: “La vide, la conobbe; e restò senza / e voce e moto. Ahi vista! Ahi conoscenza!”. L’eroe compirà infine il gesto di battezzarla in articulo mortis, restituendola alla fede cristiana in cui era nata.

Il Vangelo di questa domenica si basa su un’agnizione, un riconoscimento: non di un personaggio, ma della seconda persona della Trinità. Giovanni afferma per due volte “Io non lo conoscevo”, ma sappiamo bene che Dio aveva predisposto il loro incontro fin da quando erano nel grembo delle loro Sante Madri, Elisabetta e Maria.

Ciò che il Battista intende è che solo nel momento in cui vede lo Spirito discendere su Gesù ha la rivelazione della sua vera natura: il Messia annunciato dai profeti, Colui per il quale ha preparato la strada.

La testimonianza di Giovanni spiega dunque alle genti di allora e ai fedeli di oggi le caratteristiche del Figlio di Dio: purezza, innocenza, mansuetudine, mitezza, attraverso il simbolo dell’Agnello, rafforzato e confermato dalla colomba dello Spirito Santo discesa su di Lui.

(Gv 1,29-34) In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».