II DOMENICA DEL TEMPO DI PASQUA
Domenica IN ALBIS o della Divina Misericordia (ANNO C)

(Elisa Moro)

Otto giorni dopo venne Gesù

“Signore, tu sei il mio Dio, tu sei il mio Signore e io non ti ho mai visto…Che io ti cerchi desiderandoti e ti desideri cercandoti, che io ti trovi amandoti e ti ami trovandoti.” (Sant’Anselmo, Proslogiòn, 1); ecco la piena realizzazione della beatitudine annunciata dal Risorto agli Apostoli nel brano di Vangelo (Gv. 20, 19 – 31) della Domenica in Albis, Ottava di Pasqua: “Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto” (v.29).

Il noto episodio dell’incredulità di Tommaso, una ricerca sincera e instancabile della Verità, permette una riflessione sulla necessità di “togliere via il lievito vecchio” (1Cor. 5, 7), rinnovando la fede e il cuore in Cristo, vero Dio e vero Uomo, “attraverso un contatto intimo e profondo, con la Sua stessa Persona” (Guardini, la Pasqua, p.49).

“Metti qui il tuo dito… tendi la tua mano e mettila nel mio fianco” (v. 27). Nella Genesi Dio aveva teso la mano verso il fianco di Adamo per trarre fuori Eva (Gen. 2, 21); ora, al contrario, si può dire che una creatura, Tommaso, allunga la mano verso il suo Creatore, per farne scaturire, da quella sorgente di amore, la fede autentica, quella che rende testimoni della sua Risurrezione. Commenta, a tal proposito, Sant’Agostino: “Dio chiede la testimonianza a un uomo. Sì, Dio ha un uomo come testimone, ma a beneficio dell’uomo…Tocchiamo Cristo, tocchiamolo! Credere è toccarlo” (Commento a Giovanni, 2,8).

“Perché mi hai veduto, tu hai creduto” (v. 29): Cristo si mostra in un corpo di carne affinché l’apostolo possa credere alla sua Risurrezione gloriosa; Egli si fa toccare, si rende visibile e non si vergogna di mostrare i segni della sofferenza subita. “Dio si adatta all’uomo”, commenta Don Divo Barsotti, Egli vuole “sollevarlo a sé in una fede sempre più pura.

Tommaso non crede se non vede, e Dio si adatta all’uomo perché creda…. Tuttavia, appena vede il Risorto, va oltre la visione e riconosce il suo Dio” (Le apparizioni del Risorto, p. 100). Il Signore invia ogni battezzato, con slancio, ad una rinnovata testimonianza, nella fede che supera le apparizioni sensibili del Risorto e che apre il cuore alla gioiosa speranza della beatitudine: “benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa, ottenendo il fine della fede: la salvezza delle anime” (1 Pt. 1,8).

(Gv 20,19-31) La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!”. Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”. Detto questo, soffiò e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati”.
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: “Abbiamo visto il Signore!”. Ma egli disse loro: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo”.
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: “Pace a voi!”.
Poi disse a Tommaso: “Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!”. Gli rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”. Gesù gli disse: “Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”.
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.