(Filippo Ciantia)

Ha suscitato scalpore l’annuncio da parte di Boris Johnson del piano per sconfiggere il traffico di migranti verso il Regno Unito. Il Ministro degli Interni Priti Patel si è recato a Kigali, la capitale del Rwanda, e ha concluso un accordo che prevede che tutti gli immigranti illegali, che sono arrivati e che arriveranno attraverso la Manica, verranno forzatamente inviati nel piccolo Paese africano, dove, in campi speciali, si provvederà al loro reinsediamento.

Oltre allo stupore dei più, si sono registrati aspri commenti da parte delle organizzazioni umanitarie: “Progetto distopico e inumano”. Alcuni hanno fatto notare che non si tratta di una novità, ma che già l’Australia utilizza la stessa strategia, inviando tutti i migranti irregolari verso l’isola di Nauru, minuscolo stato insulare del Pacifico, che così risulta il Paese con la più alta densità di popolazione migrante al mondo.

Neppure per l’Africa è una novità! Nel lontano 1903 il governo inglese aveva offerto una vasta area dell’Uganda per l’insediamento dello stato ebraico, riproponendo la stessa soluzione alla fine della II Guerra Mondiale. Pochi mesi fa, i governi di Stati Uniti, Regno Unito e Uganda avevano valutato di inviare le donne afghane in fuga dai Talebani, verso la “Perla dell’Africa”, come Churchill definì il paese sub-sahariano dove nasce il Nilo.

Invece, proprio quest’anno ricorre l’80° anniversario del trasferimento proprio in Uganda di oltre 7.000 polacchi, soprattutto donne e bambini, in fuga dall’invasione sovietica e nazista verso la Gran Bretagna. Dal 1942 fino alla fine del conflitto mondiale due piccole comunità polacche vissero nel Paese africano. Ai margini della foresta di mogani di Budongo, ancor oggi c’è un santuario mariano dedicato alla Madonna di Częstochowa, costruito dai profughi. Sul frontale si legge: “Questa chiesa è stata costruita in onore della Beata Maria sempre Vergine, incoronata Regina della Polonia dagli esiliati polacchi sulla strada verso la loro patria liberata”.

La Madre di tutti i popoli accompagni sempre chi fugge e cerca la liberazione dalle guerre. Soprattutto renda umani e accoglienti i cuori di chi governa e ha il potere sui popoli e sulla loro sorte.
L’accoglienza che viene testimoniata ai confini dell’Ucraina e nel nostro paese, sia esercitata generosamente anche al di là della Manica e nel Mediterraneo!