Viviamo in una società che desidera amore, ma che al tempo stesso teme di donarlo. Tutto parla d’amore ma la paura di restare vulnerabili ci tiene a distanza. Allo stesso tempo, sventoliamo la bandiera dell’amore libero, del “cuore che va dove vuole”.

In questo scenario la promessa del “per sempre” sembra quasi un rischio, un ingombro. Così, entrando nella vita adulta, ognuno si trova a cercare una risposta personale alla domanda più antica: che cos’è davvero l’amore? E qui nasce la differenza fondamentale, spesso confusa, tra l’innamoramento e l’amore.

L’innamoramento è slancio, batticuore, quella pancia che vibra e ti spinge verso l’altro come se fosse l’unico al mondo. Il sociologo Francesco Alberoni lo definiva “lo stato nascente di un movimento collettivo a due”. È il momento in cui tutto sembra nuovo, possibile, perfetto. È il fuoco che illumina ma, se non trova radici, rischia di bruciare presto. È un inizio, un punto di partenza. Ma guai a fermarsi qui!

L’amore è infatti la maturazione dell’innamoramento: la scelta quotidiana di esserci, la gratuità che non chiede ritorno, la fedeltà che non dipende dal sentimento. Se l’innamoramento accende, l’amore mantiene la luce accesa. È il dono di sé senza calcolo, la decisione di restare anche quando l’emozione si spegne alimentando la volontà di far riaccendere la fiamma.

E in questa logica entra anche il rapporto che un giovane costruisce con Dio. Comunicativamente, la fede può fare addirittura più clamore dell’innamoramento: la conversione miracolosa, il fuoco improvviso, il cuore che arde. Ma una fede fondata solo sull’entusiasmo è destinata a crollare quando la passione svanisce o peggio, sfociare in qualsivoglia sorta di fondamentalismo estremista settario. La vera sfida è passare all’amore per Dio: un amore libero, costante, incondizionato, proprio come quello che Cristo ha per noi. Dio non si è innamorato dell’uomo per un momento: lo ha amato fino alla croce, senza condizioni né scadenze.

Oggi si celebra l’innamoramento come bandiera, ma che fatica ad amare davvero! Non si ama con un sentimento forte di emozioni, ma povero di gratuità. Forse il primo passo per cambiarlo è accorgersi della differenza e provare a fare il salto: oltre l’istinto, verso l’amore. Perché solo l’amore, quello che sceglie e resta, può ribaltare le logiche d’odio e restituire all’uomo la sua felicità più profonda. Sapendosi amati dall’alto.