(Fabrizio Dassano)

Già prima del Covid e del distanziamento, i distributori automatici avevano conquistato il pianeta. L’automatismo e il cliente finale umano sono la caratteristica di questo scambio. I più classici a noi vicini sono i distributori di caffè e bevande calde, celati in antri divenuti luoghi rituali di uffici, aziende, scuole, etc.

Per strada o vicino a posti di transito abbiamo anche tutta una serie di distributori automatici: sigarette e tabacchi, canapa, bibite e snack, “combinati caldo e freddo” (che ho scoperto essere le macchine del caffè abbinate agli erogatori di snack); c’è poi da tempo il settore parafarmacia, l’ultima moda del quale sono i “Dpi” (dispositivi di protezione individuale, che sarebbero poi gel, mascherina e guanti).

Avevamo i distributori di dvd, che hanno soppiantato le mitiche videocassette per essere soppiantati a loro volta dai contenuti on-line; poi i distributori di oggettistica per adulti che non sono propriamente le macchinine per i bambini, i distributori di gelati confezionati, tramezzini tonno e funghi o salmone e maionese alle stazioni ferroviarie.

Se facciamo un giro per il mondo non potremo che stupirci di quello che offrono a qualsiasi ora del giorno e della notte queste macchine automatiche: in Giappone e ora anche in Cina ci sono i distributori di granchi vivi, che laggiù sono molto graditi e ricercati, affiancati dall’ultima moda che è divampata in Estremo Oriente e cioè quella delle banane fresche. Sempre in Giap-pone ci sono i distributori automatici di Sakè.

Più banalmente ad Abu Dabi si trovano distributori automatici di oro in lingottini costantemente collegati a internet per avere la quotazione del momento.

La vecchia Europa propone distributori di racconti gratuiti da 1, 3 e 5 minuti di durata stampati su carta riciclabile di 6.800 autori, dai classici ai contemporanei. A New York ci sono distributori automatici di parti di bicicletta, accessori e cibo per ciclisti. Cioè, se ti si rompe il filo del freno, inserisci la moneta e lo compri insieme ad un classico panino da ciclista e una bevanda energetica. Un tutorial su Youtube ti spiega come cambiare il filo.

In molti Paesi dell’Unione Europea ci sono i distributori di latte crudo, sensibilmente più saporito del pastorizzato. In Norvegia invece c’è il distributore inverso: tu metti delle cose dentro e quello ti paga. Poco, ma ti paga. Infatti la legge prevede che il fabbricante delle bottigliette di plastica si ritiri il proprio imballo riciclabile. La inserisci nella macchina, uno scanner legge l’etichetta, identifica il produttore, la comprime e ti eroga qualche centesimo. Un po’ come quando da bambino in spiaggia negli Anni ’70 del secolo scorso andavo a raccogliere le bottiglie in vetro delle bibite disseminate qua e là e il barista te le pagava!

L’altra notte vagavo insonne per Loano, la movida in mascherina ormai scemata o emigrata altrove. Ad un certo punto vedo una luce al fondo di un viottolo e cammino in quella direzione. È un distributore automatico ma non capisco cosa distribuisca. Mi avvicino e, sorpresa! Ecco davanti a me un distributore automatico di pesto ligure fresco.

Il profumo di basilico che ne fuoriesce è intenso e buonissimo. Mi viene ovviamente fame e automaticamente ricordo di avere le trenette di pasta fresca in frigorifero. Ci sta la spaghettata di mezzanotte, sul balcone di Loano con vista sul condominio antistante, con il meraviglioso pesto fresco comprato dal distributore automatico per 4 euro e 50 centesimi.

Con le mani afferro un vasetto di vetro, pieno di verde luminoso e profumato! Impossibile resistere.

Per i granchi vivi possiamo aspettare, per la bagna caôda ci stiamo già organizzando.