Chissà se annunceranno la chiusura dei centri commerciali la domenica così come si fa per l’ora solare, con qualche giorno di anticipo, chiedendo magari di fare una “ics” sul calendario per non scordarlo, oppure elargendo consigli su come organizzare la dispensa da lì in poi, considerato che il cambiamento potrebbe essere veramente di rilievo.

Chissà, se ci sarà, proprio come nell’ora legale, chi arriverà in anticipo o in ritardo perché ha dimenticato di spostare le lancette, e con aria costernata busserà al vicino chiedendo dello zucchero con la fatidica espressione: “Me lo dicevo da giorni, eppure sa com’è signora mia, mi sono distratta con il lavoro, i bambini da recuperare dalle attività sportive e lo zucchero me lo sono proprio dimenticato!”.

Forse scopriremo di avere dei vicini, categoria di persone sovente ignorata, oppure scopriremo che il dirimpettaio usa solo zucchero integrale, si, proprio quello che ha un aspetto orribile, tutto appiccicoso, ma per il quale si ostina a dire che fa tanto bene.
Forse scopriremo che l’inquilino del terzo piano ci apre solo uno spiraglio di porta e, laconico, ci dice che lo zucchero non ce l’ha…

Già, la domenica. Chissà quale diventerà il giorno predestinato per fare la spesa; se ci saranno le offerte del martedì per i pensionati, del mercoledì per i disoccupati, le offerte dell’ultimo minuto quando il supermercato è in chiusura e al banco del fresco bisogna far fuori il più possibile. Può darsi invece che tutti questi giorni spariscano, e pure le loro offerte, perché ormai non tutti i giorni potranno essere quelli buoni e non tutti gli orari quelli giusti per fare la spesa.
Ci porremo decine di domande. I negozi saranno aperti all’ora di pranzo? Diventeremo più magri perché bisognerà usare la pausa pranzo per andare a fare la spesa? Oppure sti benedetti centri apriranno un po’ prima o chiuderanno un po’ dopo per facilitare chi fa l’orario flessibile in ufficio di organizzarsi?

E come faranno invece tutte quelle persone che già vanno a fare la spesa durante l’orario di lavoro? Staranno fuori dall’ufficio per almeno un’ora perché non devono solo prendere il pane e i latticini freschi, ora la spesa deve essere completa? Usciranno tutti insieme o a turni? E come organizzeranno il turno per la spesa con la pausa del caffè o con la chiacchiera con la collega?

Ed ecco la grande questione. Come faremo quando arriverà quella fatidica domenica e soprattutto cosa faremo? Avremo finalmente tutto il tempo per stirare quella montagna di panni che andava di solito accumulandosi, oppure sposteremo tutti i mobili per pulire negli angoli nascosti e sempre dimenticati?

Cominceremo a cucinare di più e meglio perché ci sarà il tempo per farlo? Attenzione, però, perché in questo caso bisognerà organizzare meglio la nostra spesa sapendo che il cremor tartaro (ora non ditemi che tutti avete a casa il cremor tartaro o che lo comprate regolarmente per tenerlo in dispensa e che solo io ne ignoravo l’esistenza fino a qualche tempo fa!) ci servirà per preparare il dolce, oppure consumeremo grandi quantità di pop-corn e di tacos davanti alle maratone di serie tv?
E già, la tv! La domenica e la tv sono strettamente collegate. Riorganizzeranno il palinsesto con una nuova programmazione perché alcune trasmissioni risultano attualmente inguardabili? Oppure spenderemo i nostri risparmi in costosi abbonamenti per guardare ciò che sembrerebbe più appetibile?

La domenica. Il mio pensiero va ai bambini, ma soprattutto ai loro genitori, che hanno disimparato a come stare insieme, nello stesso posto, per tante ore. Ai genitori che – magari, il condizionale è ancora d’obbligo – non potranno più lasciare i figli nell’area gioco del centro commerciale o che non potranno più prendersi il caffè con gli amici mentre i figli passano il tempo a cambiarsi abiti improbabili nei camerini dei negozi.

Chissà se a casa ci si attrezzerà con un dispositivo elettronico ciascuno per sbarcare il lunario in assenza del tradizionale giro domenicale al centro commerciale oppure se riscopriremo i giochi di società, se rinasceranno le comitive di amici sotto casa o le visite a casa dell’uno o dell’altro per trovare l’idea giusta sul da farsi, se le commesse che avranno perso il lavoro perché non ci sono più da coprire i turni festivi riusciranno a riciclarsi come guide turistiche o naturalistiche per accompagnare famiglie disorientate in passeggiate archeologiche o sui sentieri montani. A qualcuno verrà persino in mente che una volta, la domenica, andava a Messa.

Ci sarà chi sopravvivrà ai compiti scolastici dei figli o nasceranno nuove categorie di lavoratori che il sabato e la domenica impegneranno persone e famiglie in attività sostitutive al supermercato? Ci sarà un aumento delle violenze domestiche perché si ha tutto un giorno libero per prendersela con chi vive nella stessa casa oppure diminuiranno i furti perché i ladri non saranno più così sicuri di trovare le case vuote nel fine settimana? Chissà!

Cristina Terribili