Quasi 5 mila 700 visitatori per i musei e quasi mille per le chiese

Com’è stato il 2017 per l’Ecomuseo Anfiteatro Morenico di Ivrea (Ami)? “Nel complesso positivo – commenta il presidente Giuliano Canavese -: i risultati operativi ottenuti sono stati buoni, le entrate sono rimaste stabili e il bilancio 2017 chiuderà sicuramente in pareggio”.

il presidente Giuliano Canavese

La principale delle iniziative, la Rete Museale Ami, può vantare numeri assolutamente incoraggianti: e questo a dispetto dei pesanti impegni burocratici che la sua gestione ha previsto, e dell’aggravio dei costi generati dall’abolizione dei voucher.
Negli 11 piccoli musei del territorio che fanno parte della Rete sono entrati 5 mila 671 visitatori, tutti accuratamente registrati: si tratta del secondo miglior risultato del primo settennato di vita della Rete Museale Ami. Anche quest’anno la maggior parte dei visitatori (il 54%, per essere precisi) è giunta da aree esterne all’Ami: si tratta di un dato interessante, sia perché questi visitatori sono quelli che più spendono sul territorio, sia perché l’analisi della loro provenienza mette in evidenza che l’azione promozionale dell’Ecomuseo raggiunge, con regolarità e in modo efficace, non solo il Piemonte, ma anche Lombardia e Liguria.

Da non sottacere, infine, il fatto che nessuna formale lamentela è stata espressa da parte dei visitatori, a conferma di una ormai consolidata tradizione di qualità del servizio offerto. Più “giovane” è il Circuito delle chiese romaniche dell’Ami, iniziativa che nella scorsa stagione ha promosso 12 edifici sacri collocati nei pressi della Via Francigena e della Via Romea, e che si rivolge a un pubblico più acculturato e strutturalmente meno numeroso di quello della Rete Museale Ami.

Il numero dei visitatori complessivi (922) è rimasto sostanzialmente stabile: ma va detto che, mentre nelle due precedenti stagioni i dati di affluenza di alcune chiese, aperte da volontari che l’Ecomuseo non poteva controllare, erano stimati con una certa benevola approssimazione, i numeri del 2017 sono tutti certi e non solo approssimati.

Circa la provenienza, il dato è invertito rispetto a quello della Rete Museale: il 54% dei visitatori sono giunti dai paesi dell’Ami, per la restante parte dall’Italia nord-occidentale; il 3% sono stati gli stranieri: un dato su cui riflettere, visto che molti di questi monumenti storici e religiosi sorgono nei pressi della Via Francigena e della Via Romea. Anche in questo caso il servizio offerto ai visitatori è stato buono, nessuna lamentela è giunta in proposito. Meno positivi i risultati della terza iniziativa, il Canavese Photo Contest: la seconda edizione di questa gara, cui possono partecipare tutti coloro che realizzano foto o video sulla natura e sulla cultura del nostro territorio, non ha visto un aumento della partecipazione, fors’anche perché non erano previsti premi di sorta (e, ammettono gli organizzatori, perchè nell’edizione precedente la premiazione era stata organizzata in modo “poco gratificante”).
In compenso, però, sono cresciuti notevolmente – di più del 50% – i voti espressi da persone che hanno cercato e valutato le foto messe in internet dalla giuria tecnica: siamo passati da circa 4 mila a oltre 6 mila 200, a testimonianza di una crescente attenzione verso il concorso; si tratta di voti espressi soprattutto da persone residenti nelle aree metropolitane di Torino e di Milano, un dato interessante per il suo potenziale risvolto turistico. “Le risorse economiche, di cui l’Ecomuseo Ami ha potuto avvalersi per progettare, organizzare e gestire le iniziative di cui sopra e altre minori di cui si è occupato, sono state inferiori alle attese – conclude con un pizzico di rammarico Canavese -: ma, in attesa di tempi migliori, un rigoroso controllo dei costi ha consentito di mantenere un buon equilibrio tra entrate e uscite”.