(Cristina Terribili)

Un bell’articolo apparso sul settimanale Internazionale racconta di come il giovane paleontologo Mohamad Bazzi, dottorando presso l’Università di Uppsala, abbia condotto la propria ricerca di fossili in Tunisia.

Quello che rende speciale questa storia è che Bazzi non solo ha riportato importanti resti fossili dell’Eocene alla luce, ma è riuscito a prendere accordi con le istituzioni affinché quei fossili fossero restituiti alla Tunisia. Bazzi fa una cosa in più. Alle persone del luogo che si avvicinavano curiose al sito dello scavo, impartiva delle mini lezioni di paleontologia, permettendo a tutti di essere edotti non solo sul valore di quei resti, ma anche sulla necessità di proteggerli, di prendersene cura, di evitare che fossero trafugati.

Queste azioni che, ad uno sguardo superficiale ci potrebbero apparire scontate, sono invece il frutto di un grande rispetto per la scienza, ma anche per il territorio e per la popolazione che lo abita.

Se spesso sono state le opere d’arte ad essere rivendicate dai Paesi d’origine, non immaginiamo quante altre ricchezze siano state sottratte ad un territorio per motivi di studio o perché ritenute proprietà “di nessuno”. Capita spesso che gli abitanti di un luogo non conoscano o sottovalutino il valore di quello che la loro terra offre permettendo, a chi invece ne comprende il valore, di approfittarne. Bazzi ha condotto una piccola rivoluzione culturale, lo ha fatto parlando con le persone e mettendo a disposizione le proprie conoscenze.

Dal 2019, in Italia è diventato reato portare via dal mare o dalla montagna sabbia, conchiglie o fiori di specie protetta, sulla base del principio che si sta ledendo una cosa destinata alla pubblica utilità. In parole povere, se si prende qualcosa che si trova in un luogo in cui possono usufruire più persone si sta commettendo un reato (anche grave, secondo i casi). In Sardegna, ma anche in Liguria, negli alberghi sono a disposizione materiali informativi che spiegano il valore degli arenili e la necessità di preservarli da piccoli o grandi saccheggi.

Abbiamo tutti (o quasi) il piacere di prendere un ricordo della vacanza estiva, senza nascondere che sovente, dopo qualche anno, lo destiniamo in cantina se non addirittura nel cestino della spazzatura.

Alla vigilia delle grandi partenze per le vacanze (ma va bene anche se si sta già preparando il rientro) varrà la pena di approfondire la conoscenza non solo della legislazione del nostro Paese ma anche in merito alle specie protette del luogo in cui andremo a riposare. Strumenti per farlo ce ne sono.

Ma sarà anche interessante aiutarci vicendevolmente a preservare il territorio; segnalazioni cortesi ed esempi di buon comportamento non guastano. Ricordiamoci sempre, infatti, di essere comunità, di avere un unico bene comune e che l’energia di ogni singola persona è importante per tutelare questo unico mondo che abbiamo il piacere di abitare.

Ora che abbiamo ripreso a viaggiare, dopo più di un anno di restrizioni, non dimentichiamoci di quanto è stato difficile non poter usufruire di tanta bellezza da condividere e rispettare come atto di civiltà e di etica.