(Ferdinando Zorzi)

Il filosofo tedesco Martin Heidegger, uno dei più influenti del ventesimo secolo, ragionò lungamente sull’esistenza, giungendo alla conclusione che essa diviene autentica solo quando l’uomo prende coscienza della propria finitudine: questo vivere o “essere-per-la-morte” ha una valenza altamente positiva, in quanto rende autentiche le scelte e, di conseguenza, la vita. La morte altrui è per noi un fatto, mentre viviamo la nostra sempre e soltanto come una possibilità, pur nella consapevolezza che, prima o poi, essa ci coglierà. Heidegger fa notare però come nella moderna società di massa, in cui “non si parla ma si chiacchiera e non si aspira alla conoscenza ma alla curiosità”, la morte stessa è stata rimossa, spersonalizzata in un generico “si muore”, quasi come se essa non ci coinvolgesse mai in prima persona.

Tali ragionamenti sul rischio della banalizzazione della morte, in società come la nostra, si inseriscono bene nel contesto che, partendo dalla solennità di Ognissanti (e dalla sua mondana vigilia) e passando dalla Commemorazione dei defunti, giunge fino al Vangelo di questa domenica, in cui solo la metà delle vergini della parabola si è presentata pronta all’appuntamento con lo sposo. Tutte sapevano che questo momento sarebbe arrivato, ma solo quelle sagge hanno compiuto le scelte giuste, come prendere l’olio in piccoli vasi per tenere le lampade accese.

Il fattore tempo, fondamentale anche nel pensiero di Heidegger, ha fatto il resto e il ritardo dello sposo le ha escluse dalle nozze. Siamo invitati a vegliare, perché non sappiamo né il giorno né l’ora, dando valore al nostro “esserci” non solo in una mera prospettiva terrena, ma anche nell’ottica delle nozze del regno dei cieli.

Mt 25,1-13

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini
e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».