(Editoriale)

I successi della nostra Nazionale di calcio hanno fatto scattare un’euforia che va ben al di là dei risultati sul campo; è un vero e proprio esorcismo contro la pandemia e una reazione ai duri mesi trascorsi. Attorno alla Nazionale si è ricompattata l’Italia, e gli italiani hanno trovato un modo per ribattere al pessimismo e alla depressione da Covid-19.

Tuttavia – sebbene per ora prevalga l’euforia da stadio, almeno fino a domenica, giorno della finale, e poi si vedrà a cosa attaccarci per continuare ad essere euforici – tira aria di confinamento e di stigmatizzazione nei confronti dei non vaccinati. Per loro si sta aprendo una porta verso una serie di minacce, ricatti, limitazioni e costrizioni che nulla hanno a che vedere con uno Stato di diritto. Si stanno mettendo i presupposti per cittadini di serie A e di serie B; quelli con il “Green Pass” in mano avranno più opportunità di chi non ce l’ha. Strumento di libertà o metodo di pressione?

Ma può bastare essere contenti di averlo solo per poter andare in ferie senza troppe noie? Tutto il resto sembra non contare, o contare poco, di fronte a una informazione unidirezionale, alla sperimentazione, a certezze e sicurezze che tali ancora non sono. All’euforia da stadio si sta avvicinando la minaccia della didattica a distanza a settembre, se non si potrà tornare in presenza a causa di chi – tra studenti, personale, docenti – non si sarà ancora fatto vaccinare. Non sono questi i presupposti per una campagna di odio contro i non vaccinati? Non sono questi i rischi per avviare la caccia all’untore? Magari immaginando per loro punizioni esemplari, confinamenti, colpevolizzazioni.

Gli studi confermano che le scuole non sono state focolai di contagio; semmai il problema veniva dai trasporti pubblici sui quali poco è stato inventato per disinnescarli. Le inchieste hanno mostrato che coloro che oggi non hanno ancora offerto il braccio alla siringa non sono necessariamente “No Vax”, ma gente che, debitamente curiosa, non si accontenta del solo terrorismo mediatico. Non è peccato, vero?