Con l’ordinazione episcopale che mi è stata conferita ho ricevuto la grazia della pienezza dell’Ordine sacro e, in forza di questo sacramento, sono stato costituito “Pastore e Padre” nella Chiesa, entrando nel collegio dei successori degli Apostoli. È un dono davvero inestimabile. La liturgia dell’ordinazione ha espresso questa realtà con dei segni eloquenti che fanno parte della tradizione che conduce direttamente agli Apostoli: l’imposizione della mani in silenzio da parte del Vescovo ordinante con i vescovi con-consacranti e tutti i vescovi presenti che ha conferito la trasmissione della pienezza dell’Ordine; poi i segni esplicativi come l’unzione del capo con il sacro crisma, la consegna del Vangelo, dell’anello, cioè la sponsalità con la Chiesa, la mitra e il pastorale, che indica il ministero del Pastore. 

È comunque subito parso evidente che la preghiera della Chiesa ha chiesto a Dio per il nuovo Vescovo di essere Pastore con il cuore di Cristo, pronto a dare la vita per le sue pecore (Gv. 10, 11). Vorrei proprio soffermarmi su questo aspetto. La Chiesa che è in Biella mentre attende l’inizio del ministero pastorale del nuovo Vescovo (il 14 ottobre nella cattedrale di Santo Stefano) rivolge al Signore questa fervida invocazione: il nuovo Vescovo sia fedele alla sua missione di edificare la Chiesa con la forza dell’annuncio del Vangelo, della santità della vita, della guida pastorale, con l’esempio della sua vita. Il cero acceso davanti al simulacro della Madonna di Oropa e la preghiera nelle parrocchie che sento davvero come un dono grande sono l’espressione dell’attesa e della preparazione della mia nuova missione.

San Tommaso d’Aquino individuava l’essenza dell’essere cristiano nell’amicizia con Dio. Il compito fondamentale della Chiesa, fondata sulla fede e sui sacramenti, consiste nel servizio alla comunione degli uomini con Dio; e Santa Teresa di Calcutta in una nota intervista diceva a proposito delle povertà moderne che la peggiore è quella di chi non conosce Dio. Senza indugio penso rimanga valido l’invito che mi è stato rivolto il giorno dell’ordinazione: il vescovo deve seguire le orme di Gesù, il quale è venuto per servire e dare la propria vita per condurre gli uomini a Dio. L’incarico di guida conferitomi è un servizio pastorale mirante a camminare con la Chiesa e a risvegliare nel cuore degli uomini il dono della fede e a saperlo testimoniare. Ai pastori di anime il già citato San Tommaso d’Aquino riteneva necessario lo sforzo di trovare il tempo sufficiente da dedicare alla preghiera, alla vita contemplativa, all’ascolto dei fratelli. Solo in tal modo potrò adempiere correttamente al ministero pastorale ed essere uno che, con le parole di San Paolo, vuole “lavorare con voi per la vostra gioia”.

† Roberto,

Vescovo di Biella