Sabato 10 febbraio ha avuto luogo la colletta di medicine a favore delle tantissime persone che non possono curarsi, per motivi economici e per la situazione di particolare indigenza e vulnerabilità in cui vivono. Per aiutarli si mobilitano migliaia di farmacie e farmacisti, volontari e enti caritativi.
Nel piccolo paese c’è una sola farmacia, che partecipa alla colletta da tanti anni. Era la passione della moglie del farmacista, che credeva in quella formula semplice e efficace per aiutare tanti bisognosi, a fianco del marito. La “giornata” era curata nei dettagli. I farmaci preparati per poter spiegare ai clienti che cosa fosse più utile e adatto al Centro di aiuto alla vita della cittadina vicina.
Da due anni lei non c’è più, ma il farmacista aspetta il secondo sabato di febbraio per organizzare nuovamente la raccolta che lei amava così tanto. Gli pare di rivederla allestire il tavolino con i farmaci da consigliare per l’acquisto, preparare i cartoni dove raccogliere i farmaci, appendere gli avvisi, organizzare ogni dettaglio con i volontari che, sotto la sua abile e appassionata guida, partecipavano proprio volentieri.
Il parroco ogni giorno, da anni, riceve persone che confessano non solo i peccati, ma anche le pene di non riuscire a pagare l’affitto, comprare alimenti per una dieta adeguata alla salute oppure pagare il ticket per le medicine. La giornata di raccolta diventa l’occasione per incoraggiare i fedeli a ricordarsi dei più sfortunati e di sostenere la Caritas locale così attiva e vivace, ma con pochi operatori.
Era un baldanzoso alpino e il cappello con la penna lo conserva e lo indossa con orgoglio. Anche se sono passati tanti anni e il cuore non funziona tanto bene e il fisico non è quello di una volta, la giornata diventa l’occasione per riprendere il comando di un plotone di commilitoni generosi e calorosi, che accolgono come volontari i clienti che vanno in farmacia.
Ora è sera. La raccolta è stata superiore allo scorso anno: non era mai successo di superare i 100 pezzi e, soprattutto, tornare a casa o chiudere la farmacia così lieti.
Il dolore, se condiviso, si dimezza. La gioia, se condivisa, si raddoppia (Tommaso d’Aquino)

Filippo Ciantia