La 2ª E della scuola “Vidari” (Istituto comprensivo di Favria, diretto da Valeria Miotti) ha ottenuto un prestigioso secondo posto, nella categoria Scuola secondaria di primo grado, all’8º concorso nazionale “L’adozione fra i banchi di scuola”, organizzato dall’associazione ItaliaAdozioni.
Le premiazioni si sono svolte nell’Auditorium “Levi” dell’Università Statale di Milano, dove si sono potuti ammirare tutti gli elaborati delle classi che hanno partecipato al concorso 2023.
In totale hanno contribuito, oltre ai docenti, 1200 studenti. Cartelloni, libri e manufatti sono stati apprezzati da alunni e insegnanti, ma anche da tanti genitori dei bambini della scuola dell’infanzia, della primaria e della secondaria di primo e secondo grado.
“Ci avete inviato dei capolavori, siamo depositari di un tesoro e ci impegniamo a diffondere, come già abbiamo fatto, le vostre opere allestendo mostre in tutta Italia, perché riteniamo che questo sia uno dei modi più efficaci per far conoscere l’adozione” ha affermato Ivana Lazzarini, presidente di ItaliaAdozioni, di fronte ai premiati delle diverse categorie e ai loro accompagnatori.
Tutti gli elaborati saranno condivisi sulla pagina Facebook e nella playlist dedicata al concorso sul canale YouTube ItaliaAdozioni.
A raccontare l’esperienza è la professoressa Carla Grosso, che ha seguito i ragazzi della scuola di Favria insieme alle colleghe Ylenia Balmetta e Stefania Gallo Balma.
“Durante l’anno scolastico 2021-22 – dice –, i 19 alunni dell’attuale 2ª E hanno iniziato a sviluppare un progetto sul tema dell’adozione: nella classe è presente un’alunna di origine russa che ha affrontato il percorso di adozione durante l’infanzia. L’allieva, sin dai primi giorni nella nuova scuola (l’anno scorso la classe era una 1ª, ndr) ha argomentato tale tematica con i compagni e i docenti in modo aperto e sereno: anche per questo il Consiglio di classe ha proposto un approfondimento per poi dar vita a una proposta adatta a partecipare al concorso ‘Adozione fra i banchi di scuola’ promosso da ItaliaAdozioni. La realizzazione dell’attività ha potuto avvalersi della collaborazione della famiglia della studentessa, che ha mostrato la propria disponibilità e offerto supporto in caso di necessità”.
I docenti hanno voluto procedere per tappe, coinvolgendo tutti al meglio, ritenendo il tema complesso e ricco di occasioni di riflessione: perciò non si è riusciti a concludere nel precedente anno il progetto. Le docenti di italiano, di matematica e scienze e di arte hanno programmato in ciascuna disciplina azioni didattiche che favorissero la creazione di elaborati individuali. In tal modo si sono creati spazi in cui ogni alunno ha potuto esprimere il suo pensiero affrontando le implicazioni emotive legate alle diverse situazioni personali. Poi, riprendendo le tradizioni del Paese di origine dell’alunna, si è prodotta una matrioska: che non è semplicemente un gioco tradizionale russo, ma rappresenta, grazie alla sua stessa struttura, la protezione e la saggezza che la figura materna più esterna offre alla bambola più piccola all’interno. L’involucro realizzato per il progetto riprende la forma della matrioska tradizionale, ma è stato adattato per far intravedere il contenuto interno: l’esterno è vol-to a proteggere il bene in-terno, ossia la famiglia, che è rappresentata attraverso l’utilizzo di tre birilli di altezza e colore differenti.
“Inoltre – aggiunge l’insegnante –, analizzando i dati reperiti abbiamo redatto un elenco dei venti principali Paesi coinvolti nel processo di adozione con l’Italia. Da tale lista ogni alunno ha potuto scegliere un Paese e ha tradotto il termine ‘famiglia’ nella lingua di quel Paese, riportando la scritta su un cartoncino fissato poi sull’involucro. Abbiamo così realizzato la nostra ‘famiglioska’, volta a proteggere il diritto di ogni bambino di avere una famiglia, supportando l’operato di ItaliaAdozioni in questo difficile e lungo percorso”.
Molto soddisfatta la dirigente scolastica, Valeria Miotti.
“Un riconoscimento importante – ha detto – per un lavoro su una tematica estremamente importante. Voglio ringraziare in particolare le docenti Grosso, Balmetta e Gallo Balma che hanno fortemente creduto in questa iniziativa”.
Redazione Web