La Libia brucia, i missili di Haftar colpiscono Tripoli.

Parigi brucia: ha preso fuoco la cattedrale simbolo di Notre Dame, uno psicodramma mediatico che ha tenuto molti incollati alla TV o ai social per tutta la serata dell’altro ieri.
La vecchia capitale della ex colonia italiana è ormai sotto il fuoco della terza guerra civile dalla caduta e morte di Gheddafi.

Nella vecchia capitale francese è caduta incendiata una parte dell’antico monumento, come se fosse ancora una volta colpita l’immagine di questa vecchia Europa in crisi depressiva. Una crisi iniziata con la caduta del muro di Berlino e il dissolvimento dell’impero sovietico. La vecchia Europa non riesce a trovare un nuovo equilibrio tra le nuove forze di potere che la scuotono da tutte le parti.

Ci si ritrova piccoli piccoli e soli, come ha saputo magistralmente fare il nostro Governo. L’unica preoccupazione che è arrivata dritta alla gente è stata la comunicazione del governo Serray (riconosciuto dall’ONU) sul paventato esodo di qualcosa come 800mila profughi libici in Italia e 400 terroristi dell’ISIS. Gli italiani che ce l’hanno con i francesi hanno anche colto che ci sono dei “volontari” francesi che combattono per Haftar alla conquista di Tripoli. Il nostro ENI invece ha lasciato abbandonati gli impianti (vigilati a distanza con i droni e telecomandi). La Libia è anche il nostro serbatoio di gas e petrolio, ma la preoccupazione nostra è di chiudere i porti.

Ma questa volta basterà dichiarare (ché noi Italiani siamo bravi con le parole) che i nostri porti sono chiusi? Tutta la strategia è quella? Mi sembra davvero poca cosa.

Un mio conoscente che abita nell’altra scala del condominio (condomino olivettiano razionalista progettato da Figini e Pollini negli anni ’40), è un convinto razionalista (come il condominio), perché dice di essere consapevole e coerente all’ambiente che lo circonda. Coinvolto occasionalmente al parcheggio ci siamo intrattenuti sulle due problematiche: Libia e Parigi e mi ha spiegato la sua teoria: “È fondamentale mettere nei monumenti il cartello “divieto d’incendio” oppure nell’imminente bella stagione, per risparmiare sulle zanzariere, appendere alle finestre dei cartelli con su scritto: “divieto d’accesso alle zanzare (e alle mosche)”. Alle 7,30 del mattino sono quei discorsi che ti aggiustano la giornata e la fanno girare per il verso giusto. Vai al lavoro con delle nuove certezze. Sul problema del probabile esodo libico mi ha spiegato seriamente: “È sufficiente mettere delle boe in mare che portano dei cartelli con su scritto: Vietato approdare in Italia. Per le coste francesi tenere la sinistra e poi rotta nord”. A quel punto ci siamo salutati.

Entrato in auto per raggiungere il centro città ho ascoltato il giornale radio. Tutto sommato mi sembrava che dicessero cose abbastanza simili a quelle del mio stravagante vicino d’appartamento.