(Ferdinando Zorzi)

I più completi dizionari di Latino arrivano a contare undici accezioni del termine finis. Si può tradurre come “confine, limite” oppure, al plurale, rendere con “regione, territorio”; o ancora si può pensarlo come “misura, proporzione, quantità”, ma vi è anche il significato filosofico di “termine estremo”. Da esso, si sviluppano le divergenti vie che portano a considerarlo come “morte, fine della vita” o piuttosto “scopo, fine, traguardo, meta”.

È, in effetti, ciò che vediamo nel Vangelo del giorno di Pasqua. Maria di Magdala si reca al sepolcro quando è ancora buio e le tenebre della morte, la nostra fine terrena, sembrano avere vinto. Però la tomba è vuota e la notizia corre veloce con lei verso i due discepoli, che possiamo immaginare turbati e smarriti dalla crocifissione, ma all’improvviso hanno un nuovo fine: vedere per capire la situazione. A loro volta, Pietro e il discepolo che Gesù amava compiono il percorso verso il sepolcro, come si corre verso un traguardo o una meta, tant’è che uno arriva primo e l’altro secondo.

Entrati, osservano attentamente la disposizione dei teli e del sudario e, vedendo, credono, comprendendo infine la Scrittura: Gesù è risorto dai morti. Trovano, cioè, il finis nella sua accezione di “spiegazione, definizione” di ciò che è accaduto e capiscono di essere davanti a un fatto in grado di cambiare la Storia. Così giungono a riconoscere in Cristo il “culmine, il più alto grado, la somma perfezione”: che, non a caso, è un altro modo in cui si può tradurre la parola “finis”.

 

Gv 20,1-9

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino,
quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro.
Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.
Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.