IVREA – Circa un anno fa, quando si era alla vigilia della campagna elettorale amministrativa per il Comune di Ivrea, ci fu chi, come l’allora consigliere comunale Alberto Tognoli, evocò la necessità di costruire una “Santa Alleanza” contro il sistema di potere determinato dalle Giunte uscenti e dal Partito Democratico. Di questa “Santa Alleanza” avrebbero dovuto far parte tutte le opposizioni presenti allora in Consiglio Comunale, dal centrodestra alle liste civiche di Comotto e di Tognoli, fino al Movimento 5 Stelle. Poi le dinamiche politiche cittadine hanno preso un’altra strada, e solo una parte di queste forze si è poi ritrovato attorno alla candidatura a sindaco di Stefano Sertoli, per quanto poi al secondo turno l’indicazione di voto “per il cambiamento” arrivata sia dal Movimento 5 Stelle che dalla lista di Comotto sia stata determinante per il successo del candidato di centrodestra.

Di fatto, però, almeno fino ad ora, in Consiglio comunale il sindaco Sertoli sembra poter contare su una maggioranza ben più ampia di quella espressione delle liste che lo avevano appoggiato, in quanto ben due delle tre opposizioni (il consigliere pentastellato Massimo Fresc e il consigliere di Viviamo Ivrea Francesco Comotto) paiono al momento ben disposte ad appoggiare e difendere i provvedimenti proposti dalla nuova Giunta. Una prima prova si è avuta in una delle prime votazioni in Consiglio, quando l’appoggio nel segreto dell’urna di uno dei due consiglieri alla candidatura di Diego Borla come presidente del Consiglio comunale ne ha consentito l’elezione sin dalla prima votazione, in cui da regolamento era prevista una maggioranza qualificata. La seconda prova è giunta a fine luglio nella votazione sulla variazione di bilancio, passata con l’astensione dei consiglieri Pd e il voto favorevole del resto del consiglio comunale (compresi Comotto e Fresc).

Ma la conferma più politica si è avuta nei giorni scorsi con le dichiarazioni dei due consiglieri a proposito della manifestazione organizzata dalle associazioni pacifiste e per i diritti lo scorso 26 agosto, per protestare contro l’atteggiamento del Governo rispetto allo sbarco dei rifugiati eritrei dalla nave Diciotti, conclusasi con una petizione che chiede al Comune di rinnovare il progetto Sprar di Ivrea (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e di mantenere l’impegno per coloro che sono stati accolti dai Cas (Centri di accoglienza straordinaria). Ebbene, se la linea espressa dal consigliere pentastellato Fresc si attesta su una posizione cerchiobottista (“Il sistema locale di gestione dei migranti può essere confermato, ma deve migliorare la qualità della convivenza e dell’integrazione; le cooperative devono essere maggiormente controllate. È necessario accogliere, ma vi sono dei limiti alla nostra capacità di farlo”), ben lontana dalle posizioni nazionali espresse recentemente dal presidente della Camera Roberto Fico, ancora più cu-riosa appare la posizione di Comotto, che in merito alle richieste dei firmatari afferma: “Sul mantenimento di Sprar e Cas non ho dubbi che debbano restare sul territorio. Sul chiedere alla maggioranza di sconfessare la linea politica di Salvini resto molto dubbioso”. Se qualche dubbio nei giorni del ballottaggio ancora serpeggiava tra i sostenitori di Comotto rispetto all’appoggio a Sertoli proprio in ragione delle politiche sociali sull’immigrazione portate avanti dal partito di Salvini, questi dubbi sembrano ormai svanire dietro una posizione sintetizzabile in “Non disturbate il manovratore!” o “Lasciamoli lavorare!”.

Quanto al Pd e al centrosinistra, che in Consiglio comunale così come in città rappresentano l’opposizione più numerosa, ce ne occuperemo nelle prossime puntate.

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