(Fabrizio Dassano)

Le galline del pollaio del mio ex vicino non vanno in vacanza. Dopo la prima botta di caldo seguita da uno sciopero di produzione di uova, hanno ripreso alla grande: in quattro galline producono dalle due alle tre uova al giorno. Il gallo Fiume no: anche se lancia i suoi sciabolanti chicchiricchì dalle 5,15 del mattino, come natura vuole, non fa un uovo che sia uno.

Il mio ex vicino è convinto di essere sotto attacco dai vicini. Uno strano gatto scruta il pollaio con fare sinistro. È un gatto che in realtà sembra un incrocio con un ratto della Groenlandia, grigio e senza pelo; la sua inquietante presenza ha turbato il gallo Fiume, le galline Arbra, Brengula, Zara e Pola. Si piazza davanti alla rete del pollaio e le fissa. Anche per un quarto d’ora. Fiume ha scavato una trincea a difesa del pollaio e ha stabilito turni di guardia serrata. I

l cane Penelope, ciondolando, osserva incuriosita i lavori di sterro e con il gatto-topo della Groenlandia ha stabilito un rapporto decente di vicinanza. Si annusano, e lui cerca sempre di inseguirla nei suoi movimenti. Lei non è che lo consideri più di tanto, però non ha alcun problema a sopportarlo. Evidentemente il cane è più socievole nella condivisione con quello strano essere para-felino. Nel senso che non si chiede che codice fiscale abbia o di quale nazionalità sia.

Del resto se nel corso dei millenni ha accettato di diventare amico del genere umano, un gatto che sembra incrociato con un topo gigante della Groenlandia non fa un gran effetto e nemmeno una gran differenza. Si conoscono e convivono in pace. Di spazio ce ne sarebbe a sufficienza per non pestarsi i piedi. Invece il gallo Fiume, con la coda che sembra un piumetto da bersagliere, non molla. Scava il suo trincerone per paura di un’invasione gattesca, suona l’alzabandiera all’alba e presidia il territorio.

Il mio ex vicino tutto sommato è contento: nel suo cortile convivono diverse istanze riconducibili ad una vita accettabile mentre prosegue il gran monsone canavesano delle piogge serali quotidiane. Le rane hanno invaso pacificamente il prato e tutto prosegue per il meglio, nella speranza di una copiosa stagione di funghi che possa allietare le ultime settimane di agosto. Il contagio risale lievemente, la sua tv non ha nessun segnale sui canali 100 e 200.

Quindi a breve rimarrà felicemente senza informazioni dal mondo esterno. Ha affermato che riprenderà l’uso del CB in analogico, perché del resto sembra essere l’unica forma di informazione alternativa e diretta tra radioamatori. Si sta allenando con il tasto telegrafico a punto e linea. Quest’inverno lo prevede come la fallita fascistissima missione del 25 maggio 1928 del dirigibile “Italia” guidato da Umberto Nobile sul pack artico.

Un flebile contatto in codice Morse con il mondo esterno. Nella speranza che un radioamatore russo con l’antenna applicata ad un aquilone, possa ricevere i suoi impulsi radio e far mandare il rompighiaccio sovietico “Leonid Krasin” (oggi nave museo a San Pietroburgo) in soccorso degli Italiani sparpagliati sui ghiacci.

Del resto come dargli torto: da soli non si va da nessuna parte!