Troppi bambini nel mondo soffrono: ora basta!

(di Cristina Terribili)

Una filastrocca per bambini è una scusa per fare il punto sulla condizione dell’infanzia nel mondo, per scoprire che non è esattamente la stessa infanzia quella che pensiamo che cresca nel nostro Paese e quella che muore da altre parti. Ci sono pezzi di mondo in cui è difficile crescere, e ho scelto di raccontarvi solo di alcuni Paesi lontani che tendiamo meno a prendere in considerazione, su cui capita di dover riflettere in merito alla posizione sulla carta geografica, che ci sembrano familiari solo perché talvolta intravvediamo persone che vengono da lì ma dei quali di fatto non sappiamo nulla.

I bambini che migrano non sono solo quelli del continente africano o quelli della Siria. Dal Venezuela, ogni giorno un flusso continuo di famiglie si muove verso il Brasile, la Colombia, l’Equador, il Perù. I bambini in Venezuela muoiono per la malnutrizione, il morbillo e per le epidemie: perché in Venezuela mancano cibo, farmaci, acqua e acqua pulita. Quando arrivano in altri paesi i bambini venezuelani vengono discriminati nelle scuole, tenuti ai margini della comunità, c’è chi finisce nelle tratte di esseri umani o arruolato nelle organizzazioni criminali; mentre i genitori vengono sottopagati, sfruttati: sono vivi ma non salvi.

I bambini oggi muoiono anche nelle Filippine. Qui non è la malnutrizione a falcidiare i bambini dai tre mesi ai quattro anni. Qui “l’allarme rosso” è dato dal morbillo. I casi di morbillo, dal 2017 al 2018, nelle Filippine, sono passati da 791 a 5.120 (dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità), con un aumento pari al 500%. D’altra parte, dal 2017, solo il 60% della popolazione si è vaccinata e per questo molti bambini sono diventati suscettibili all’infezione. Sempre nelle Filippine, la lotta alla droga ha fatto si che dozzine di ragazzi siano stati uccisi dalla polizia che ha liquidato le esecuzioni come “danni collaterali”.

In Ucraina, da quattro anni, c’è una guerra che ha già ucciso 10 mila persone. Gli ultimi a morire, pochi giorni fa, sono stati tre ragazzini tra i 13 ed i 15 anni che sono esplosi su una mina. Altri 220 mila bambini, secondo le Nazioni Unite, rischiano di morire per colpa delle mine perché l’Ucraina Orientale è il luogo, attualmente, più contaminato del mondo. Le mine non si vedono, si sentono.

In Bangladesh 56 milioni di bambini sono a rischio di sfruttamento. In questa nazione si vive con meno di un dollaro al giorno, le tensioni politiche e i disastri climatici rendono complessa la ripresa del Paese. Molti bambini già vivono per strada senza alcuna protezione e sono ancora drammatici i dati sul matrimonio prima dei 18 anni, così come quelli sulle violenze sessuali e gli attacchi con l’acido nei confronti delle ragazze.

A El Salvador, ciò che miete vittime tra i giovani sono le gang, mentre chi abusa sessualmente di un bambino sotto i 12 anni viene assolto, se formano una famiglia o hanno un figlio insieme.
Anche in Pakistan l’abuso sessuale infantile e l’uccisione del bambino o della bambina violentato sono una realtà drammatica. È drammatico oltremodo sapere che il numero dei casi denunciati è infinitesimale rispetto ai crimini perpetrati.

Sul turismo sessuale, noi italiani abbiamo un triste primato, e questo ci rende un Paese che ancora non è in grado di professarsi a tutela dei diritti dei bambini. I bambini sono uguali in tutte le parti del mondo. Sono piccoli, indifesi, vanno protetti, non importa il colore della loro pelle o le condizioni economiche in cui versa la loro famiglia.

Il rischio di maltrattamento, abuso, sfruttamento è dietro l’angolo, basta ignorare quello che accade nel mondo e quello che accade intorno a noi. Basta accettare proposte di legge ignorando le conseguenze sulla scuola e sull’educazione di tutti. Basta pensare che i nostri figli stanno bene perché gli abbiamo regalato proprio quel paio di scarpe o quell’ultimo modello di smartphone.

I diritti dell’infanzia vanno ancora e sempre tutelati. Le piccole Greta Thunberg, che alla conferenza sul clima riescono ad attirare l’attenzione del mondo sono ancora troppo poche. Le bambine e i bambini a cui viene negato l’accesso alle scuole, che sono reclusi, che sono sfruttati, su cui si opera ogni genere di abuso sono troppi e per questo, noi non possiamo avere pace.