Qualche giorno fa sono stato invitato alla festa di compleanno di un’amica, che ha organizzato nel giardino della propria abitazione di campagna un bellissimo ricevimento informale. Gli amici più o meno coetanei che compiono gli anni invitando altri amici ormai li conto sulla punta delle dita di una mano.

Una festa di compleanno ad una certa età provoca emozioni e ricordi che vanno indietro nel tempo a cui non tutti piace, ed è pure faticosa. Ma quella della mia amica è una bella famiglia dinamica che sa anche divertirsi. Mi sono così preparato con attenzione, arrivando anche in anticipo. Penso però che mi abbiano fregato sull’ora, anticipandola solo a me perché sono ormai abbastanza famoso per arrivare in ritardo o non arrivare proprio.

Comunque poco alla volta sono arrivati gli altri invitati e il gruppetto si è fatto numeroso. Le giovani figlie e i rispettivi fidanzati si sono così aggiunte alla festa portando un’aria frizzante di “futuro” nell’assembramento ormai “vintage”. Aperitivi, cocktail, stuzzichini, panini tra calici di ottimo vino bianco e le fotografie di rito hanno preso il loro tempo. Tra un brindisi augurale e l’altro è venuta fuori una bella combriccola reduce dalle vacanze estive dove il ritornello poteva essere che il “mondo è piccolo”.

Con il favore delle tenebre, lampade e lucine sugli alberi hanno reso ancora più suggestiva la festa, poi è entrata prepotentemente in scena la musica tirata da smartphone delle due giovani coppie, e copiosamente diffusa attraverso una cassa acustica.

Dopo qualche indugio ci siamo buttati su un lungo tempo di ballo con musiche anni 2000, poi anni ‘90, poi anni ’80 e sempre più a ritroso, anni ’70… a dimostrare che quelli “andati” erano i nostri tempi di abbastanza tanto tempo fa.

Il taglio della torta ha messo fine al turbine della danza ed è stato un bene per le mie povere e ormai anziane giunture degli arti inferiori. All’ora che si addice ai non più giovanissimi sono iniziate le procedure dei saluti e delle partenze verso casa. Nella mia ho ritrovato la Penny Cane che mi osservava dall’alto del “suo” divano (che in origine doveva essere il “mio”) con aria sconsolata e piena di pietà, certamente per me. Il mattino dopo a scendere dal letto avevo dei problemi alle caviglie, come se invece di aver partecipato ad una festa di compleanno la sera prima, fossi salito sulla punta della montagna.

Mentre bofonchio cose casuali, mi sovviene il pensiero che neanche due settimane fa osservavo il Fiume delle Perle al tramonto con lo skyline di Ghuanzou mangiando vongole seduto ad un tavolino col mio nipotino. Quasi quasi mi vien da rimpiangere quell’atroce calura…