(Fabrizio Dassano)

Dopo le sette piaghe d’Egitto non ci restano più lacrime per piangere (complice pure la mancanza di pioggia).

Al condomino del condominio sono arrivati 600 euro in più da pagare entro maggio, perché il plafond dell’amministratore per tutto l’anno è già finito, e bisogna integrare il raddoppio del prezzo del gas. Il dramma corre sul bordo della borsa della spesa.

Al supermercato si misura la potenza del proprio portafogli: pomodori cuore di bue o costoluti a 3,80 euro al kg (e in giro ce ne sono anche di più cari). Quelli olandesi tondi, spenti e pallidi come i tulipani rosa, a quasi 3 euro. Il caviale russo è scomparso. L’insalata russa a 0,99 la vaschettina da 80 grammi malgrado le sanzioni. Asparagi del Messico (sì, proprio del Messico) a 3 euro il mazzettino da sette pezzi, pallido e assorto da jet lag. Opto per un ripiego: con le uova delle mie galline mi faccio una carbonara, penso… E invece no! Tre fette di pancetta spessa a 4 euro. Il mondo è alla rovescia.

Quello che fa arrabbiare di più è andare al lavoro a sessant’anni godendo il cambio dell’ora, con un’ora in meno di sonno, facendo i conti con l’odio per la spesa dei peperoni gialli che devono essere pesati separatamente dai peperoni rossi. Perché devo pagare due sacchetti di similplastica?

A proposito, abbiamo il sangue pieno di microplastiche. Ma davvero? Sono 40 anni che gli standard sanitari della vendita di cibo vanno ad incellofanare tutto: dall’acqua da bere alle animelle. E i grandi luminari non sanno quali siano gli effetti della plastica nel sangue!!! E poi capisci perché non si finanzia più la ricerca! Per forza, era sotto il naso di tutti che la plastica è “dovunque”.

Sempre a proposito (più o meno), c’è un precedente: nel 1931 la Fiat Veicoli Industriali sviluppò l’autocarro Fiat 612 partendo dal precedente Fiat 611 C (Coloniale), un tre assi, prodotto in alcuni esemplari per uso, appunto, coloniale, per il Regio Esercito e dal quale era derivata anche la autoblindo Fiat 611. Dopo accurate prove di valutazione, il Regio Esercito decise di adottarlo con il nome di “Dovunque 33”, proprio ad indicare le capacità fuoristrada del mezzo. Fu assegnato ai reggimenti di artiglieria come mezzo di comando e collegamento. F

u anche adottato in una versione con proiettore fotoelettrico da 120 millimetri per le batterie antiaeree. Nel 1935, 82 esemplari ebbero il loro primo impiego operativo nella Guerra d’Etiopia, dove la mobilità si confermava eccellente, mentre il motore si dimostrò sottopotenziato e la condotta difficile. Le esperienze sul fronte portarono la Fiat a migliorare il progetto, fino a presentare nel settembre 1935 il prototipo di un “Dovunque” rivisto e migliorato, che sarà prodotto dalla controllata Società Piemontese Automobili come “SPA Dovunque 35” e che sostituirà il “33” sul mercato.

Vedete un po’ voi.