Contro l’approvazione della Delibera n.211 del Consiglio Regionale Piemontese si scaglia il Popolo della Famiglia che parla di “Nuovo attacco ideologico al diritto di obiezione di coscienza”. “In Piemonte non vi è alcuna emergenza sulla disponibilità del servizio di aborto erogato dalle strutture sanitarie regionali – dichiarano congiuntamente Fabrizio Clari e Maurizio Schininà, coordinatori regionali del Popolo della Famiglia – a fronte di un numero di strutture, ove è possibile praticare l’aborto, addirittura maggiore del
numero punti nascita (3,6 contro 3,2 per 100.000 donne) e di un carico di lavoro medio settimanale per i medici non-obiettori pari a 1,7 interventi alla settimana (meno di 1 ora di lavoro alla settimana) – proseguono Clari e Schininà – risulta incomprensibile la delibera del Consiglio Regionale volta, secondo gli estensori della delibera, a rendere effettivo il diritto di scelta delle donne”.
Clari e Schininà concludono: “si tratta evidentemente di un attacco ideologico, senza nessun
fondamento oggettivo, al fine di discriminare i medici obiettori”.