(Cristina Terribili)

A Modena, tra il 20 ed il 22 maggio, sono transitate circa 40mila persone per visitare e partecipare alla manifestazione ludica “Play2022”. Il grande Festival del Gioco di Modena è attivo dal 2008 e, tra le diverse manifestazioni che si tengono in Italia, questa riesce a comprendere sia ambiti squisitamente ludici che di ricerca sul gioco applicato alla didattica o alla sensibilizzazione su tematiche di natura etica. Questa doppia natura del Play ha fatto sì che con il tempo diventasse un luogo di incontro e di condivisione per giocatori, associazioni, editori, illustratori, game designer, ma anche di Università ed Istituti di ricerca che sperimentano il gioco come veicolo di tematiche etiche, sociali, e per avvicinare i ragazzi a mondi e temi che sembrano apparentemente lontani od ostici.

Anche grazie a queste manifestazioni, molte scuole hanno capito quanto la didattica ludica riesca a veicolare conoscenze e competenze e a permettere l’emersione di dinamiche sociali utili alla socializzazione e alla promozione della salute. Tra uno stand e l’altro, e seduti ai tavoli per le dimostrazioni, più di settanta classi di bambini, dalle primarie alle secondarie di secondo grado, hanno ascoltato, visto e sperimentato con entusiasmo tanti giochi.

Ogni volta in cui ci capita di interrogarci su come coinvolgere un gruppo, una classe, sulla dispersione scolastica, sulla povertà educativa, dovremmo pensare che le conoscenze accademiche possono essere veicolate attraverso modalità che ai bambini e ai ragazzi risultano più congeniali perché vicine al mondo del gioco.

Portare il gioco nella pratica quotidiana, dialogare con le associazioni ludiche presenti sui territori per progettare percorsi scolastici inclusivi e invitare alla conoscenza e allo studio anche quegli studenti che sembrano più ostici, forse potrebbe essere un modo per trovare una nuova motivazione per stare a scuola con beneficio per tutta la comunità educante. Non da meno la formazione degli insegnanti intorno alle tematiche ludiche che potrebbe essere utile a rimotivarli, aiutando a imparare a conoscere i ragazzi da un punto di vista diverso.

Il Programma del Festival di Modena era così ricco da richiedere di essere clonati per tre, per poter frequentare tutto, ma non è detto che il mondo della scienza e del gioco, non potrà creare “metaverso” e “metamondi” nei quali altri noi potranno partecipare a più attività in parallelo. Personalmente, in questa edizione io sono stata prima wonder woman e poi una rom, che in una soffitta di un palazzo della Berlino nel 1942 cercava di salvarsi da una retata…

E mentre attendo con gioia le prossime manifestazioni ludiche mi studio alcuni giochi di ruolo da proporre ai ragazzi durante le attività scolastiche e quelle associative dell’estate che verrà.