7 aprile 2019
Domenica V di Quaresima

Continua l’orientamento verso la Pasqua. Gesù è avviato al monte degli Ulivi, «ma all’alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava». Maestro fino alla fine per noi, «generazione dal cuore incostante e dallo spirito infedele a Dio» istruisci stoltezza e durezza di cuore educando il nostro soffio che va ad intonare un canto nuovo. Quest’alba ci parla di conversione, di buio su cui sorgi.

Il Vangelo accompagna: il deserto delle tentazioni, la Trasfigurazione, il padre misericordioso tra due fratelli. Nella domenica prima dell’inizio della Settimana Santa un ulteriore approfondimento, un altro specchio in cui, guardando Te, posso osservare modi diversi di accoglierti e riconoscere ancora meglio il peso del peccato ed il sollievo del perdono. Scribi e farisei: sinonimo di ipocrisia e di ingiustizie. Sono i sepolcri imbiancati, belli fuori ma dentro deposito di morte: «serpenti, razza di vipere» che non hanno passi, strisciano e mordono. Chinandoti ti avvicini alle loro bassezze, non punti il dito ma lo immergi nella terra, nell’aridità, solcandola per scrivere misericordia… «Tuttavia…», poiché permane l’ostinazione di domande lontane dall’Amore, da Te, come un’onda ti alzi sulla riva sabbiosa e liberi la Verità: Tu solo sei giusto ed hai fatto bene ogni cosa, ma non lanci pietre, anzi, le tue mani che tanto hanno benedetto stanno per essere trafitte per ogni uomo.

La lapidazione di cui sono accaniti sostenitori convoglia l’attenzione su un peccato evidente, diventa un muro di pietre che può ben nascondere le loro nefandezze,…in nome della legge. Condannare gli altri e nascondere la propria miseria rende migliori? Parole spietate, giudizi e gesti privi di carità, sono sassi frequentemente lanciati contro l’esistenza dei fratelli. E come per scribi e farisei, le accuse diventano trappola in cui cado io, non Chi conosce i segreti del cuore! «Egli sa di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere».

Ti riabbassi, tocchi di nuovo la terra. Il profeta l’aveva detto: i peccatori «saranno scritti nella polvere». L’adultera posta in mezzo, tace. Anche la mia esistenza non è stata sempre fedele alla tua grazia. Ho preferito gioie effimere, disatteso doveri, tradito legami, inseguito cose vane. Il mio cuore si è frantumato e disperso. «Ascoltatemi, …voi che cercate il Signore; guardate alla roccia da cui siete stati tagliati, alla cava da cui siete stati estratti». Un invito vitale per tutti, per chi lancia sassi e per chi li riceve. La Roccia che non deve mancare e su cui costruire il proprio modo di essere sei Tu. Tutto cambia e la peggiore colpa e condanna diventa il non sentirsi bisognosi di perdono. Accanto a me rimani solo Tu. L’essenziale. «Sto in silenzio, non apro bocca, perché sei tu che agisci». Ti alzi di nuovo come onda del tuo mare di misericordia e mi purifichi dal peccato. Pietà di me, Signore, risanami, sollevami, fammi stare alla tua presenza.
«Secondo il tuo amore fammi vivere» e con il tuo perdono scrivi il mio nome nel cielo! Allontanami da pagliuzza e trave, dal vuoto di una fede che non porta frutto e dal vuoto di giorni che perdono luce. Fammi capire e imparerò… Ti affido il passato perché Tu sei novità, continui a fare grandi cose per me e non posso che rallegrarmi.

Gv 8,1-11 In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna
sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».