IV Domenica di pasqua (ANNO C)

Lasciarsi condurre da Dio per non mancare di nulla

Ascoltare, seguire, non perdersi: ecco l’impegno e la sicurezza di chi segue Cristo. Siamo suoi, niente e nessuno possono toglierci dalla sua mano di Risorto. È vangelo, una buona notizia tra miraggi ingannevoli.

Ci sono pascoli diversi, spazi di storia in cui l’attrattiva di altri bocconi può distrarre, spingere altrove, e quando c’è lontananza da chi guida e separazione è facile smarrirsi, rimanere impigliati tra le spine del vagare, indebolirsi e correre seri rischi perdendosi nel nulla, tra mercenari e lupi.

Il discorso del “buon pastore” indica la strada di intima conoscenza e comunione, il dono della vita divina. Custodia e riparo, pienezza e crescita.

Solo Gesù sa davvero chi siamo e proprio questa verità diventa percorso di fiducia, di affidamento, di sicurezza. Non si può che sperimentare calma e pace con Chi ci comprende tutto di noi e sa come venirci incontro. E non è una atteggiamento passivo, bensì la più intensa partecipazione al mistero di Dio paziente e buono, misericordioso, che accogliendoci non ci imprigiona, anzi, ci rende liberi.

Conosci le pecorelle perché le ami ed essere Parola accolta rappresenta vicinanza, costante comunicazione e protezione. Non togli fatica, stanchezza, affanni, ma continui a donarti come forza, riposo, gioia.

Affermi e confermi che nessuno potrà strapparle da te che, per noi, ti sei lasciato strappare dalla vita. “Né vita né morte[…] né cose presenti né cose future […] né alcuna altra creatura può separarci dall’amore di Dio in Cristo Gesù nostro Signore”. “Riconoscete che il Signore è Dio, egli ci ha fatti e noi siamo suoi, suo popolo e gregge del suo pascolo”. Io, piccola presenza tra fili d’erba, non posso che sperare in te, consegnarmi completamente per trovare pienamente il senso dell’esserci.

“Signore, tu mi scruti e mi conosci […] ti sono note tutte le mie vie[…]Tu mi conosci fino in fondo”. “Davanti a te i pensieri del mio cuore”, se Tu sei “il mio pastore: non manco di nulla”. “[…]In te confido, non sia confuso! […] Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri”.

La tua voce attraversi e superi tutti i rumori del mondo; il sentirmi conosciuto, amato da te, sia la ricchezza più importante; cercare la direzione per seguirti diventi quotidianità di storia migliore in cui essere davvero pecorella accanto a Te, mite Agnello di Dio.

 

(Gv 10,27-30) In quel tempo,  Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.  Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre.  Io e il Padre siamo una cosa sola».