XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

La vera libertà è nella priorità data al Signore

(Sr Serena e Sr Valentina, Monastero di Lugnacco)

Il Signore indurisce il suo volto per il cammino verso Gerusalemme, dove compirà la volontà del Padre. “Corroborare il volto” è un’espressione tipica semitica che indica risolutezza nell’affrontare un pericolo.

Ma mentre i suoi preparano il suo arrivo per la tappa in un villaggio samaritano, si scopre il rifiuto. I samaritani non lo vogliono, non li vogliono, proprio perché stanno andando verso Gerusalemme. Giacomo e il “dolce” Giovanni vorrebbero la vendetta, il Signore si volta, mostra loro quel volto già direzionato, e li rimprovera. Non rimprovera i samaritani che non lo accolgono, ma sgrida il desiderio di vendetta dei suoi, e questo ha già tanto da dirci in un tempo in cui basta un nulla per accendere gli animi e invocare fuoco dal cielo su chi non la pensa come noi.

Mentre camminano, in diversi si propongono di seguire il Signore, ma ogni volta sembra che la modalità di sequela proposta non convinca Gesù. Cos’è che non funziona nella nostra libertà? Come mai la nostra libertà non è libera?

Al primo candidato discepolo, Gesù risponde che il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo.
I Padri ci dicono che al Battesimo al Giordano lo Spirito finalmente trova un uomo su cui riposare: il Figlio. Dove riposa il Figlio? Nella volontà del Padre.
Noi dove riposiamo? Verso dove ci dirigiamo e con quale volto?

Nella sequela di Cristo non c’è riposo se non in Lui, che a sua volta riposa nel Padre.

È curioso come nella vita spirituale si debba fare molta attenzione a come si usa il tempo libero, la vacanza, dove si cerca riposo. Non che questo significhi via libera al bigottismo (un tempo si usava l’espressione “solo casa e chiesa”), ma la consapevolezza di una possibilità di bellezza nel vivere tutte le situazioni. Se una persona prega tutti i giorni, mentre in vacanza vive da smemorato o da ateo, qualcosa non funziona nella sua libertà.

Se nel vedere un panorama, nel raggiungere una vetta, nel nuotare tra i pesci, nel gustare una grigliata con gli amici, non ringrazio il Signore, sto dimenticando da dove vengo e verso dove sono diretto. La vita è un reparto stagno da cui, di fatto, ho escluso il Creatore, me ne ricordo solo per un’ora alla settimana che rimane sterile, perché non porta frutto.

Con gli altri due candidati discepoli l’accento si pone sul “prima”: “permettimi di andare prima a seppellire mio padre”; “prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa…”.

Il prima del discepolo è il Signore. La nostra libertà per divenire libera deve scegliere una priorità. Se la priorità è il Signore, tutto funziona, anche nei tempi di dolore il nostro riposo rimane fisso in Lui. Ma se non vi sono priorità (o se sono miserelle), la mia libertà rimane piccola, capricciosa, volubile e alla fine non la gusto mai.
Così la Colletta propria dell’anno “C” ci invita a pregare: “O Dio, che ci chiami a celebrare i tuoi santi misteri, sostieni la nostra libertà con la forza e la dolcezza del tuo amore, perché non venga meno la nostra fedeltà a Cristo nel generoso servizio dei fratelli”.

Che la nostra libertà, sostenuta dalla forza e dalla dolcezza del nostro Dio, divenga libera e fedele.

(Lc 9,51-62) Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino per Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio. Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».