(Mario Berardi)

L’opinione pubblica ha approvato la gestione sanitaria dell’epidemia da parte del Governo (e i risultati sono positivi perché i contagi e i decessi sono in netta flessione, anche in Lombardia e Piemonte); ma le continue liti nella compagine Conte sulla Fase due (dai concorsi nelle scuole ai misteriosi “assistenti civici”, dalla giustizia alle concessioni autostradali…) stanno cambiando il panorama, con il Governo sceso sotto l’asticella del 50% di gradimento.

Non va meglio ai due contestatori Salvini e Renzi; la Lega è sotto il 25% secondo la sondaggista Ghisleri, mentre Italia Viva (fonte SWG) è al minimo storico del 2%.

Le ragioni del cambio di scenario sono chiare: l’Italia, per ripartire, ha bisogno di grandi risorse e di unità delle forze politiche, non di conflitti quotidiani. Gli stanziamenti del Governo (80 miliardi in due tranche) sono necessari ma non bastano: per questo è essenziale la trattativa in sede europea, ove si scontrano le tesi favorevoli all’Italia di Berlino e Parigi e il muro del “no” dei paesi sovranisti, guidati dall’Austria.

In questo drammatico scontro l’Italia deve essere compatta con il premier e le forze politiche non possono perdersi in tante faccende minori perché è in gioco il futuro del Paese. Paradossalmente, hanno dimostrato più attaccamento alle istituzioni i milioni di italiani che sono accorsi alle sottoscrizioni dei Bot o gli operatori economici (esteri) che hanno dimostrato fiducia – secondo un’inchiesta del Corriere – nelle nostre capacità di ripresa economica, già nel 2021.

Non aiuta la moderazione dei partiti la prossima scadenza elettorale (settembre) per 7 Regioni (Valle d’Aosta, Liguria, Veneto, Toscana, Campania, Marche, Puglia) e per decine di Comuni. Anche sulle scelte dei Governatori le due coalizioni sono divise: nel centro-sinistra il Pd punta ad alleanze organiche con i grillini, perché vige nelle regionali un prevalente sistema di turno unico (come in Emilia); ma i pentastellati sono divisi e incerti e prevarrà forse una scelta a macchia di leopardo, che rischia di accrescere l’incertezza nella pubblica opinione.

Non va meglio la coalizione di centro-destra perché Meloni e Berlusconi cercano la rivincita su Salvini, criticato anche dalla minoranza interna (il filo-europeista Giorgetti).

Le elezioni di settembre possono rappresentare un rilancio del quadro politico ma potrebbero anche determinare una scossa verso elezioni anticipate qualora continuasse un clima di quotidiana conflittualità.

In ogni caso saranno un segnale anche per le elezioni amministrative della prossima primavera, che riguardano grandi città, da Torino a Roma passando per Milano: un’eventuale alleanza Pd-M5S rafforzerebbe la scelta di nomi nuovi, costringendo il centro-destra a candidature non di stretta marca leghista.

Gli elettori attendono soprattutto una forte priorità ai programmi, dalla ripresa produttiva alla tutela del lavoro, dall’assistenza ai 10 milioni di poveri all’autentica ripartenza del sistema scolastico, il vero sacrificato nei mesi della pandemia (con la ministra Azzolina che, dopo aver chiuso tutto, anche le materne, voleva un concorso pubblico per migliaia di insegnanti… in pieno agosto, alla faccia del Covid-19).

Alcune voci autorevoli, di entrambi gli schieramenti (Delrio, Fico, Giorgetti, Berlusconi…) hanno chiesto per l’autunno un grande progetto politico e sociale, che vada oltre l’emergenza sanitaria, partendo dal raccordo con le scelte europee e prendendo atto dell’eclissi delle scelte sovraniste, dall’America di Trump al Brasile di Bolsonaro sino agli “egoisti” del Vecchio Continente.

D’altro canto, la pandemia ha ridimensionato sensibilmente l’attrattiva di Pechino e Mosca, alle prese con problemi gravissimi, interni e internazionali (dalla repressione cinese ad Hong Kong alla folle guerra di Putin in Siria e Libia).

Una forte politica di rilancio europeo può essere la via maestra (per maggioranza e opposizione) per ridare fiducia ai cittadini sulle possibilità di recupero del sistema-paese; ma anche la società civile deve guardare in alto, superando la logica degli interessi di parte.

Due esempi negativi in questi giorni: i continui ricatti della Società Autostrade (nota per il crollo del ponte Morandi a Genova) sul rinnovo delle concessioni e sulla richiesta di prestiti allo Stato; la polverizzazione dell’Associazione Nazionale Magistrati, precipitata in una guerra balcanica, con un grave discapito per la credibilità dell’intero sistema giudiziario.

Dopo il grande eroismo di medici, infermieri, volontari, sacerdoti… non torniamo a vecchie, stonate abitudini.