Nel difficile dopoguerra papà Agostino era andato in cerca di fortuna in Argentina. Marcello aveva solo un anno quando la mamma attraversò l’Atlantico per riunire la famiglia. Alla morte di Evita Peron seguì un periodo di grande instabilità: Don’t cry for me Argentina! Si spostarono in Uruguay. Ma la rivoluzione infiammava ormai tutto il Sud America. Studente di architettura, perdette un anno accademico per i continui scioperi e scontri, cui partecipò attivamente. Anche qui ci si avviava alla dittatura militare. Troppe difficoltà e delusioni per un giovane che desidera l’infinito.

“C’è una crepa in ogni cosa, è da lì che entra la luce” (Leonard Cohen).

Nonostante la contrarietà dei genitori, Marcello torna in Italia, a Somma Lombardo, dove vivono i parenti. Affronta tantissime difficoltà: i titoli di studio non vengono riconosciuti e si iscrive alla scuola per geometri. Incontra Marisa tra i tanti studenti pendolari per Varese. Dal matrimonio nascono Erika e Mirko: il fascino della “k”! Conducono una vita normale, credenti, fedeli ai sacramenti e alla vita della comunità cristiana.

Finché, nella loro vita si apre una nuova crepa, che questa volta è nel cuore: una rarissima e violenta malattia si porta via Mirko, quindicenne che sognava di fare il geometra con e come il papà. Tutto crolla e nulla può arrestare la vertigine del dolore innocente di tuo figlio. Tutta l’educazione ricevuta e le certezze costruite non resistono alla palese ingiustizia della sofferenza e della morte. Il miracoloso incontro con alcune famiglie che, come loro, hanno perso un figlio, e l’accompagnamento di don Giancarlo, sono come un tenero e necessario abbraccio. Lo stesso abbraccio che avevano offerto tante volte a Mirko, sin da piccolo e specialmente quando era ammalato.

Nasce una amicizia che li porterà lontano. Così lontano da raccontare spesso con gli occhi lucidi e un sorriso profondo, la loro storia e i dettagli della malattia di Mirko. Ormai sono sempre in ginocchio davanti al crocefisso, anche quando Marcello fa il volontario del Banco Alimentare, ogni giorno da anni, e Marisa fa la spesa per il suo uomo. E sono, misteriosamente, lieti.

“Occorre soffrire perché la verità non si cristallizzi in dottrina, ma nasca dalla carne.” (Emmanuel Mou-nier) “L’ampiezza della ferita rivela quale sia lo strale, l’intensità del desiderio lascia intuire Chi abbia scoccato il dardo” (Nicolaus Cabasilas).