(di Fabrizio Dassano)

Dai margari ai produttori di birra attraverso gli scrittori importanti e il teatro dell’Afghanistan offeso, è stata la patafisica vincente della giornata campale ai Musrai di Alpette, organizzata da “La neve dell’ammiraglio & Mondadori Storie Ivrea”  e patrocinata dal Comune di Alpette, “Inclinazione resistente” era prevista per il 2 agosto ma il maltempo aveva deciso altrimenti.

Il recupero nella giornata di domenica 29 ha avuto un pieno e costante successo che dal mattino al tardo pomeriggio ha animato questo meraviglioso micro borgo in cui esiste la possibilità di dormire in una casetta sull’albero dal tetto trasparente tra montagne e  via lattea.

Alle 11,30 la scritto-margara Marzia Verona che basa la sua esperienza di vita e lavoro tra i pascoli delle alpi Piemontesi e ora Valdostane, ha presentato il suo libro “Intelligente come un asino, intraprendente come una pecora”, una raccolta di storie di animali, allevatori e montagna, un colpo di piccone ai luoghi comuni sugli animali di montagna, come contare le pecore per addormentarsi.

Alla seduta letteraria la moderatrice Sonia Giacoma Ghello ha coinvolto Fabrizio Bertoldo, agricoltore con la passione per l’amido della patata che diventa birra, il diciannovenne Alessio Rota, margaro professionista che sogna un pascolo tutto suo e una fidanzata disposta a seguirlo; Carlo Gubetti, apicoltore e segretario del Cipra che ha spiegato che dal 1952, questa associazione internazionale riunisce persone e organizzazioni al di là delle divisioni culturali, geografiche, politiche e linguistiche, persone impegnate per lo sviluppo sostenibile nelle Alpi.

Il pubblico si è quindi celermente spostato per il pranzo – a cura della Pro Loco – sotto i padiglioni allestiti a norma anti-Covid all’aperto, sullo splendido panorama che si apre sul Canavese visto da quota 1115 metri d’altezza da tre case e una chiesetta miracolosamente strappate all’oblio. Il pomeriggio è ripartito con il libraio Davide Gamba che ha intervistato un’autore d’eccezione: Davide Longo, nativo di Carmagnola che vive a Torino e da sempre va in montagna. Ha pubblicato per Einaudi quella che è diventata una trilogia composta da tre romanzi: “Il caso Bramard”, “Le bestie giovani” e “Una rabbia semplice”. Storie noir di vite composte e composite nella griglia del poliziesco.

Di Davide Longo, Alessandro Baricco dice: “La cosa che mi secca delle storie di Bramard e Arcadipane, è che non le ho scritte io. Forse non sono mai stato abbastanza felice per farlo. O disperato, non so.”  Il dialogo tra Gamba e Longo, si è trasformato subito in “lectio magistralis” a due, ha regalato all’attentissimo pubblico momenti di grande interesse sulla scrittura e le sue metafore vincenti: “scrivere un romanzo è come andare in montagna, devi allenarti e seguire il tuo ritmo, a volte anche rallentare per ascoltare il tuo cuore e prendere il passo giusto, perché lo sforzo è lungo e costante per arrivare alla mèta.

Questa è una delle cose che dico agli aspiranti scrittori, insegnando alla scuola Holden.” Nella seconda parte del pomeriggio il palcoscenico in pietra del Musrai diventa teatro con Raffaella Tomellini con il monologo “Malala” dove le storie della scuola, dell’istruzione condivisa con le altre bambine diventano l’eccezione in un mondo di violenza e intolleranza contro la femminilità che si esprime con quei colpi di Kalashinkov sparati in faccia a Malala Yousafzai dai talebani sul suo scuolabus. Ma Malala è sopravvissuta miracolosamente per raccontarlo.

Lo spettacolo, patrocinato da Amnesty International Italia,  risultato tragicamente legato alle vicende di queste ore che accadono in Afghanistan, ha terminato tra lunghi applausi l’intensa giornata ai Musrai. Il servizio di soccorso è stato garantito, per tutta la durata della manifestazione, dalla presenza della CRI di Cuorgnè con un autoambulanza.