(Filippo Ciantia)

Abbiamo accettato – dopo (mie) esitazioni e titubanze – l’invito a cena di Carla, maestra elementare e suo marito Marco, professore al Politecnico di Milano. Sentivo un impaccio e, sinceramente, preoccupazione, nel riprendere, pur cautamente e lentamente, la cosiddetta “normalità” dopo il confinamento di questi mesi.

Eppure “la prima cena” ha riservato grandi sorprese. Innanzitutto, lo stupore di trovare come commensali anche un secondo Marco (nome bello e diffuso) insieme a Loredana, entrambi professori di educazione fisica.

Dopo pochi minuti, guardando e ascoltando gli amici, mi sono reso conto che eravamo a tavola con due coppie di genitori cui Dio, in modi diversi e in un caso drammatici, aveva espresso una preferenza, una elezione.

Luca, con la sua morte prematura in un incidente provocato dall’altrui incoscienza, aveva introdotto nella vita dei fratelli, Matteo e Pietro, e dei genitori la ferita della croce come caparra della vita nuova e definitiva. Da una tragedia consumatasi sulla strada, come tante, nasce per loro un cammino completamente nuovo.

Ne è stato esempio e segno il difficile periodo appena concluso: Marco e Loredana parlavano dei loro studenti, seguiti a distanza e passo dopo passo, giorno dopo giorno, per quasi 100 giorni. I collegamenti erano sempre con il video acceso, perché ogni volto fosse innanzitutto visto, ma soprattutto guardato nel profondo.

Dio aveva tolto loro Luca, almeno apparentemente, per donare loro tanti figli: ogni studente era a loro consegnato per offrire la possibilità di un cammino buono.

A Marco e Carla, invece, Dio ha chiesto di offrire il figlio Ignazio per una missione speciale. Brillante scienziato, con prospettive di carriera nella vicina Svizzera, aveva stupito i genitori, entrando nel seminario della Fraternità Sacerdotale di San Carlo.

Tutta la vita e anche lo sguardo sugli altri figli Lidia, Fabio e Maddalena, cambiava radicalmente.

La chiamata dei figli orienta in modo nuovo la vocazione personale e familiare, in una intensità inattesa.

La “prima cena” diventa così ricca di indicazioni per affrontare un futuro, certamente difficile, ma in compagnia.

“Gesù Cristo … ci primerea, ci aspetta, … ci precede sempre; e quando noi arriviamo, Lui stava già aspettando. Lui è come il fiore del mandorlo: è quello che fiorisce per primo, e annuncia la primavera”.  (Papa Francesco)