(Graziella Cortese)

È il nostro regista più noto e imitato, molto conosciuto e citato all’estero… ma i film di Federico Fellini sono generalmente poco visti (e poco distribuiti anche in televisione): per questo l’occasione diventa propizia per una “perquisizione” on-line alla ricerca del materiale offerto dalla rete.

Personaggio difficile da codificare, il regista è stato così descritto da Gianni Rondolino: “è il simbolo d’un cinema barocco, esplicitamente affabulato, perfettamente cosciente della finzione dello spettacolo… lo spettatore è immerso in una sorta di fantasmagoria visiva e sonora”.

Zampanò è un uomo rude che arriva dalla campagna desolata dell’Emilia Romagna di un tempo, è dotato di una notevole forza fisica e per sopravvivere fa il saltimbanco e si esibisce in pubblico, spezzando le catene con la forza del torace. Gelsomina è una ragazza ingenua e dall’aspetto fragile: vive insieme alla madre vedova e ai suoi fratelli; la madre, a causa dell’estrema povertà della famiglia, decide di vendere la giovane figlia a Zampanò, e quest’ultimo comincia a istruirla, insegnandole a suonare la tromba e a vestirsi come un pagliaccio triste.

La mite Gelsomina comincia il suo viaggio attraverso i paesi insieme a un uomo dal carattere violento, accettando il suo destino senza difendersi finché incontra uno strano personaggio. Si tratta di un giovane acrobata, che tutti chiamano “il Matto”: ha un carattere fantasioso e una filosofia di vita particolare e intrisa di disarmante poesia. I tre si trovano a lavorare nello stesso circo, ma il carattere irruento e terribile di Zampanò non può che trasformare la loro realtà in tragedia.

La pellicola ha vinto, quasi a sorpresa, nel 1957 l’Oscar come miglior film in lingua straniera, e le figure dei due protagonisti (Masina e Quinn) sono rimaste come simbolo di una malinconia indefinita, eroi tragici, probabilmente nati dai ricordi d’infanzia del regista.

La strada
di Federico Fellini
paese: Italia 1954
genere: drammatico
interpreti: Giulietta Masina, Anthony Quinn, Richard Basehart, Aldo Silvani, Marcella Rovere
durata: 1 ora e 48 minuti
giudizio: bello