Lucy aspettava che suo figlio Giorgio, un ragazzone autistico di 21 anni, uscisse da un laboratorio di cucina, presso il centro di cura e riabilitazione. La stessa attesa di altre mamme, amiche e compagne di cammino nello strano e difficile mondo dell’autismo.

L’ incontro con le mamme che vivono questa realtà è sempre un momento di confronto, di condivisione, di supporto: un momento mai banale. Una di loro condivide il dolore e lo sgomento nell’avere appreso della morte di un ragazzo disabile, ucciso dal padre. Al silenzio suscitato dalla notizia, non segue alcun giudizio di condanna del terribile gesto: emerge invece la grande solitudine che vivono queste famiglie, l’indifferenza della società per questi loro figli, la preoccupazione per il futuro, per il loro futuro senza mamme e papà… Ma nel cuore di Lucy, nonostante tutto, c’era una grande serenità, acuita da uno squillo del telefono.

Avrebbe potuto non rispondere, ma il numero è quello di un amico, a lei carissimo da più di 20 anni. Padre Paolo è un sacerdote carmelitano originario della Tanzania, conosciuto a Santa Marinella a Focene in provincia di Roma nella comunità delle suore Carmelitane Missionarie di S. Teresa del Bambino Gesù, di cui era allora ospite col marito, mentre accompagnava la suocera per le visite oncologiche. Che grande Grazia l’averlo conosciuto! Da allora padre Paolo ha condiviso e condivide con la famiglia di Lucy i momenti di gioia e quelli di dolore. “Vedere il suo nome sul cellulare mi ha fatto pensare ad una strana coincidenza. Il Signore ha voluto alleggerire il mio cuore da quei pensieri. È proprio vero che Lui non ci lascia mai soli e accade sempre, sempre, sempre”.

La telefonata, quella telefonata le fa ricordare le parole del Cantico di Isaia (“Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio del suo seno? Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse, Io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, ti ho disegnata sulle palme delle mie mani”), da sempre sue compagne fedeli.

“Può allora il Signore, custode della nostra vita, dimenticarsi di mio figlio?”, si domanda Lucy ben conoscendo la risposta: “Questa certezza mi permette di sperare, di pensare al futuro di Giorgio con grande serenità, certa che c’è un disegno buono per lui, perché la sua vita è preziosa agli occhi di Dio”.