(elisabetta acide) Forse, giunti quasi al termine del nostro breve e semplice itinerario attraverso la devozione mariana, possiamo affermare che Maria è per i fedeli Mistero di Grazia e di fede, donna piena di Spirito Santo perché Madre di Cristo a cui intere generazioni diranno “beata”.

Generazioni che hanno fatto della devozione mariana una fede ecclesiale.

Maria “Vergine in preghiera” che guida alla preghiera, che guida a quell’ “Abbà” fiducioso che è accoglienza piena del disegno di Dio; e sul suo “modello” quindi, che possiamo riconoscere la nostra preghiera mariana come un’ accoglienza degli avvenimenti per imparare a “serbarli” nel cuore, per imparare a “leggerli” come una guida che prega quella Parola ascoltata e accolta.

“La pietà della Chiesa verso la Vergine Maria è elemento intrinseco del culto cristiano…ha radici profonde nella Parola rivelata e insieme solidi fondamenti dogmatici” (Marialis cultus n.56).

Penso che sia bello pensare che la pietà popolare coglie di Maria soprattutto la “materna protezione”, il “senso di Dio” e il suo chinarsi sull’uomo in preghiera fiduciosa.

Di Maria cogliamo la capacità “mediatrice”, Colei che “conduce” a Cristo.

Attraverso Maria a Cristo, un cammino autentico come ci presentano i Vangeli: accogliere Cristo, fare della propria vita un “grembo” per l’incontro con Lui.

Nel nostro “viaggio” abbiamo parlato di “edicole”, di preghiera, di “attributi”,  mi piace ancora ricordare la devozione mariana del cammino nel “luogo sacro” verso il quale si indirizzano in pellegrini, ed in particolare lo “spazio” dei Sacri Monti.

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Lo sappiamo il “luogo” della presenza di Dio è Gesù, la sua Incarnazione e proprio attraverso Maria ne abbiamo la presenza nel mondo.

Mi piace pensare il “Sacro Monte” come “luogo” nel quale l’uomo “incontra” il Trascendente, immagine di quell’uomo viaggiatore che in cammino, “si eleva” attraverso Maria, esempio di “vita spirituale”.

Definiamo i “Sacri Monti” luoghi di “infinito”, spazi nei quali, attraverso edifici architettonici collocati dalle pendici alla sommità di monti o colline, sono rappresentati eventi della vita di Cristo, di Maria, dei santi. Nati e diffusi soprattutto tra il XV e XIX secolo, in particolare in Piemonte e Lombardia; diventano “catechesi evocativa” di luoghi e storia sacra, nati per “raccontare” la fede.

Riconosciamo come antesignano di questi luoghi di fede e di cultura, il Sacro Monte di Varallo Sesia, ad opera di fra Bernardino Caimi francescano, di ritorno dal suo viaggio in Terra Santa, il quale volle “riprodurre” alcuni luoghi della vita di Cristo verso la fine del Quattrocento.

Proprio collocati nella zona dell’Italia Settentrionale ricordiamo 9 Sacri Monti (Varallo, Crea, Orta, Varese, Ossuccio, Oropa, Ghiffa, Domodossola, Belmonte).

In questo panorama, vogliamo sottolineare i luoghi nei quali si hanno particolari riferimenti “mariani”: Sacro Monte di Oropa che delle 27 cappelle, dodici sono dedicate alla vita di Maria. Sacro Monte di Crea con 23 cappelle e romitori dedicati ai Misteri del Rosario; Sacro Monte di  Varese con il percorso sostenuto  dal cardinale Federico Borromeo che si snoda per  due chilometri di un percorso che rappresenta i  Misteri del Rosario.

Il Sacro Monte di  Ossuccio, con il Santuario dedicato a Maria  Beata Vergine del Soccorso, è composto da 14 cappelle che nel percorso devozionale invitano alla meditazione con la rappresentazione dei misteri del Rosario, fino al termine con la rappresentazione dell’ incoronazione della Vergine.

Luoghi dunque di devozione mariana inverata attraverso l’esperienza del cammino, della concretezza dell’esperienza umana, scanditi dalla recita e meditazione del Santo Rosario, preghiera mariana per “eccellenza” e dalla contemplazione dei “misteri” della vita di Cristo e di Maria.

Parole, percorso, messaggio, in quell’esperienza umana del cammino che fa “muovere” e “smuovere” ogni uomo, che fa percorrere e com-patire l’esperienze vissute: il movimento dell’uomo, il disegno di Dio, la storia della salvezza.

Invocazioni, preghiere, richieste di grazie e di perdono… tutto in un “percorso” che racconta la storia della salvezza, accompagnate da complessi statuari di mirabile fattura (ricordiamo gli artisti che vi hanno prestato l’opera, importanti autori proprio delle statue che completano le cappelle nei Sacri Monti citati) che abbracciano Maria dall’annunciazione alla visitazione, dalla natività all’ascensione.

Percorso di “catechesi”, aula a “cielo aperto”, Chiesa in preghiera ed in cammino, per una “pietà affettuosa”, per una devozione collettiva, che attraverso la preghiera “avvicina” al divino, alla Madre, in quell’itinerario di “ascensione” per il quale, salendo, si crea quell’ “avvicinamento” dell’incontro con Dio.

Avvicinamento accompagnato dalla recita del Santo Rosario, meditazione della vita di Cristo e di Maria, recita di quella preghiera mirabile che racchiude la bellezza del disegno di Dio per il mondo. Inno a Colei che ci è modello di fede, ci precede e conferma che “nulla è impossibile a Dio”.

Preghiera e “narrazione” in quello “spazio” fisico e spirituale secondo la “definizione” di Papa San Pio V nella bolla Consueverunt romani Pontifices del 1569 e preghiera “privilegiata” come sarà definita nella bolla “Salvatori Domini”.

Mi piace ricordare la definizione del santo rosario di Papa Benedetto XV, quale preghiera “meravigliosamente idonea a nutrire e a far sorgere in tutte le anime la carità e le virtù”.

La recita del Santo Rosario ai Sacri Monti, presso le parrocchie, nel silenzio delle proprie abitazioni, diventa quella preghiera che ci invita a “imitare” Maria, modello di preghiera, modello di meditazione dei disegni di Dio nel mondo, della sua “logica” provvidente e amorevole di salvezza.

Gioia, dolore, gloria, luce: nei Misteri del Rosario “leggiamo”, meditiamo e contempliamo il Figlio di Dio, anche attraverso sua madre, donna in preghiera, pellegrina con gli uomini di ogni tempo, guida per contemplare il volto di Dio incarnato. Il Santo Rosario è “sintesi” del Vangelo; è “sintesi” di Maria; è “sintesi” della Chiesa; è “sintesi” di santità; è “sintesi” di quello sguardo che unisce terra e cielo attraverso lo sguardo di Maria.

Ci avviamo a concludere la rassegna mariana (siamo alla penultima puntata; l’ultima il 31 maggio) con le parole di Papa Francesco, tratte dal suo libro Maria Mamma di tutti: “Affidiamoci a Maria perché, come madre di Gesù, ci insegni ad avere il suo stesso spirito materno nei confronti dei nostri fratelli, con la capacità sincera di accoglierli e di perdonarli. Perché sia davvero un passo verso il Cielo, verso la vita eterna”.