(Fabrizio Dassano)

Gentili e pazienti lettori, il dado è tratto! È arrivata la mail ufficiale con la data della consegna e montaggio della cucina: il 30 novembre prossimo venturo. Volevo acquistare dei fuochi artificiali per l’occasione! Considerato che l’ordine è del 5 ottobre scorso, partorito dopo due sedute apocalittiche terminate nell’ultima settimana di settembre, il traguardo si sta avvicinando!

Una sgradita sorpresa arriva con una telefonata: non c’è il frigorifero. Non sanno perché lo hanno messo a catalogo, ma non è disponibile al momento. Vabbé l’importante è la cucina. Poi però arriva una seconda telefonata: manca il piano della cucina. “Ma siamo ottimisti – mi rassicurano – troveremo una soluzione”. Sono contento che questi non costruiscano e vendano biciclette, automobili, velivoli e respiratori sanitari. La serietà delle industrie del profondo Nord-Europa non si discute, anche se ogni telefonata da oggi in avanti potrebbe essere un bollettino di guerra sui caduti della componibile. Meno male che non avevamo ancora buttato il vecchio frigo!

Per intanto il cucinino è ora desolatamente vuoto. Sembra una stanza delle torture cilene di Augusto Pinochet. In camera da letto sono accatastate pentole e lattine di pomodoro e fagioli borlotti. I pacchi di pasta vicini al comodino danno un effetto distopico. Avrei bisogno di assistenza psicologica, mentre sposto una schiumarola per coricarmi sul divano.

Rifletto sul fatto che ormai, con le nuove tecnologie, si paga tutto in anticipo: il pagamento alla consegna è rimasto solo nei supermarket e nei negozi o al mercatino dell’antiquariato minore di Borgo d’Ale.

Tra l’altro il mio ex vicino di casa è disperato. Me lo fa sapere con una missiva in cui narra che le galline tutte, anche le due nuove, Cantrida e Tersatto, sono in sciopero ad oltranza. Non più un uovo! Inavvertitamente ha buttato delle carte all’interno del recinto del pollaio, nella tampa del liam.

La tampa del liam per i non-piemontesi non è facile da spiegare in lingua italiana: ci provò Vittorio di Sant’Albino nel 1859 con il suo Gran Dizionario Piemontese – Italiano per tentare di insegnare l’italiano, lingua della neonata unità peninsulare, ai Piemontesi. Lui la tradusse come “sterquilinio, letamajo”. In effetti quando c’erano le mucche in casa quella fossa era destinata a raccogliere il letame, fondamentale per concimare i campi in inverno. Oggi le tampe resistono più semplicemente per raccogliere gli sfalci.

Vergognosamente il mio ex vicino si è dovuto recare in un supermercato e comprare una mezza dozzina di uova di galline d’allevamento di terra. Mi ha chiesto dove si trovano le uova di galline d’allevamento in acqua o in aria. Non ho saputo rispondere, ma gli ho suggerito di non pensare troppo a questo mondo difficile e prendersi un grigioverde al novissimo “Bar del Reduce” appena aperto in città e, per tener testa al pollaio in sciopero, di leggersi il libro: “L’arte della guerra” che in cinese tradizionale suona così Sūnzǐ Bīngfǎ, un trattato di strategia militare attribuito al generale Sunzi, vissuto in Cina fra il VI e il V secolo a.C..