di Pietro Policante, Presidente FIPEG (Federazione Italiana Piccoli Editori Giornali)

La libera informazione giornalistica è come l’aria: ci si accorge di quanto sia indispensabile quando viene a mancare. E l’informazione è libera se plurale, a più voci, che non siano solo quelle dei grandi gruppi economici e finanziari, anche se culturalmente contrapposti.

Per questa ragione le grandi e piccole democrazie europee hanno da sempre sostenuto gli editori “no profit” o cosiddetti “minori”, espressione di idealità e sensibilità diverse, indispensabili al formarsi del più ampio possibile criterio di giudizio sui fatti e gli avvenimenti: sociali, politici, economici, culturali.

Nella scorsa legislatura fu approvata una radicale riforma della legge di sostegno al pluralismo dell’informazione giornalistica che ha bonificato il settore, garantendo pluralità dei mezzi di comunicazione e libertà dai condizionamenti dei vari potentati.

Oggi, una parte della maggioranza che sostiene il Governo si presenta orientata a umiliare l’informazione economicamente più fragile, volendo toglierle il sostegno pubblico e favorendo così, per conseguenza inevitabile, i grandi gruppi editoriali.

Nel frattempo i giornalisti, presi nel loro insieme, sono fatti oggetto di insulti da querela da parte di esponenti della Presidenza del Consiglio, fatto tanto più grave quanto più alta è l’influenza del soggetto istituzionale da cui proviene questo attacco, inusitato ed inaudito.

La delicatezza del momento non va ingigantita né sminuita; va evitato lo sconquasso di posizioni sempre più radicalizzate, ma va altresì difesa la pluralità dei soggetti che presentano più informazione e parametri strutturali che garantiscono occupazione ed equilibrio economico-finanziario, con un sostegno pubblico – e quindi non di parte – ragionevole e ragionato. Non c’è alternativa. La reazione di coloro a cui manca l’aria e si sentono soffocare non è prevedibile.