IVREA – Nuovo numero (il 35° della serie) per la rivista “Canavèis, natura, arte storia e tradizioni del Canavese e delle Valli di Lanzo”, la cui edizione Autunno/Inverno 2019 è in corso di distribuzione nelle edicole e nelle librerie.

Oliviero Cima con “Valle del Gallenca, Il montanaro con la pipa” illustra la bella immagine che ha guadagnato la copertina di questo numero di Canavèis, tratta dall’archivio di Anilde Ferro. Le 128 pagine della rivista iniziano con le storie del maestro Augusto Regis e della Filarmonica di Vische (opera di Giorgio Clerico), mentre Igor Ferro ci racconta del Maestro campanaro e poliglotta Silvano Sbizzera di Cascinette d’Ivrea, scomparso nel dicembre 2018, con interessanti note di repertorio.

Stefano di Giusto invece ci fa ripiombare nel biennio nero dell’occupazione rievocando le operazioni antipartigiane in Canavese dei carri armati del 1° Panzer – Regiment “Feldherrnhalle”.

Silvano Bianchi racconta del pregevole apparato gnomonico della facciata del palazzo municipale di Strambino. Tiziano Passera recensisce il volume dell’ingegner Giuseppe Aluffi dedicato alla figura di San Savino, patrono di Ivrea.

Doriano Felletti si dedica all’illustre fisico chivassese Giuseppe Basso (1842 – 1895), amico di Galileo Ferraris. Stefano Merlo propone il ricordo della poetessa Ada Marta Benevenuta, scomparsa il 28 settembre scorso; Aleardo Fioccone getta una luce sul naturalista Renzo Videsott (1904-1974), difensore e innovatore del Parco Nazionale del Gran Paradiso.

Giacomo Giacobini racconta dei “Mitra Olivetti” e dello Sten di progettazione inglese. Luigi Bario invece tratteggia la figura di Celio Secondo Curione di Ciriè, umanista e riformatore del ‘500 famoso in tutto il mondo ma da noi sconosciuto.

Marco Notario ci proietta nel medioevo con i tesori di San Benigno e la riscoperta di Fruttuaria partendo dal 1979. Giovanni Bertotti invece illustra stralci dell’assistenza medica in Alto Canavese nei secoli passati, illustrando le tappe e i passaggi fondamentali della storia della medicina, dell’amministrazione sanitaria e delle strutture di quei luoghi.

Fabrizio Dassano illustra due dei tanti canavesani decorati di Legion d’Honneur da Napoleone Bonaparte: il sangiorgese Domenico Boggio e il capitano Giovanni Curbis. Giuseppe Berta attraverso lo studio di una gabella e la supplica al Marchese di Monferrato, parla di antiche consuetudini legate alla produzione e al consumo del vino Chiaretto di Montalenghe.

Milo Julini, esploratore del Piemonte criminale nella storia, si occupa dell’omicidio commesso da Margherita Baretta di Favria il 21 dicembre 1861. Maria Cristina Lo Russo, illustrando gli affreschi sindonici della parrocchiale di Lanzo, tratteggia la figura del religioso Federico Albert.

Tra botanica e mitologia, Giovanni Battista Colli percorre la discendenza del nocciolo: dalla bacchetta del rabdomante alla scopa della Befana per arrivare ai gianduiotti. Pier Luigi Ollearo narra la straordinaria storia dei suoi familiari, i piveronesi fondatori della “Motociclette Ollearo”, attiva dal 1922 al 1952. Marco Bosio ci racconta la storia di una delle più grandi opere idrauliche del nord Italia: la realizzazione tra il 1863 e il 1866 del canale Cavour, che unisce ancora oggi il Po al Ticino irrigando 500mila ettari di terreno agricolo.

Adele Ventosi propone un interessante inedito di Francesco Carandini (1858 – 1946), lo storico della “Vecchia Ivrea”. Interessante ritratto tracciato da Gianni Rigodanza del generale Luigi Guibert (1808 – 1889) di Caselle: soldato, amministratore e cittadino esemplare. Livio Tonso spiega il difficile rapporto tra la lingua e la penna, cioè tra la lingua parlata e il segno grafico convenzionale che la dovrebbe rappresentare utilizzando l’esempio della lingua piemontese.

Guido Cattaneo si avventura invece nella storia famigliare di Giò Cattaneo di Favria, padre di una discendenza inarrestabile di agricoltori tra ‘700 e ‘800 con una straordinaria immagine del 1885 che ritrae la famiglia di Giacomo Cattaneo e la moglie Giacomina Perino contornati da un numero incredibile di figli, figlie, nuore e nipoti e pure il cane. Marisa Bertarione illustra la biografia di Giuseppe Riva (1834 – 1916), pittore e membro della “Scuola di Rivara”, poeta e umorista, illustratore degli usi e costumi del piccolo mondo antico eporediese.

Candida Maddaleno propone una bella disamina sulle danze piemontesi, presenti fin dal Medioevo. Alessandro Mella si occupa invece della presenza dei Savoia in Val di Viù. Federico Valle racconta della storia dei trasporti pubblici dell’800 da Torino alle Valli di Lanzo e al Canavese con un viaggiatore d’eccezione: S. Giovanni Bosco. Ariela Robetto si sofferma sulla fortuna di alcuni santi e di alcuni luoghi di culto molto legati alle popolazioni delle Valli di Lanzo dai tempi antichi fino ai primi del ‘900.

Del compianto Savino Giglio Tos un’analisi dei documenti per risalire alla consistenza degli abitanti di Ivrea tra ‘500 e ‘600 e con cenni generali sull’andamento demografico della città nei suoi 21 secoli di storia.

Claretta Coda e Giovanni Riccabone presentano il loro ultimo libro edito dal Corsac di Cuorgnè: “La battaglia di Ceresole Reale del 10 e 11 agosto 1944”. Giancarlo Sandretto, direttore della rivista, propone il libro di Pietro Ramella “Civiltà di Ivrea e Canavese”, decimo volume di una collana nata nel 2006.

Attilio Perotti racconta del calcio amatoriale del primo dopoguerra a Bairo e a Castellamonte con belle fotografie. Pierfelice Ronco tratteggia la figura del generale e ministro Pietro Gazzera di Ciriè, promosso e poi giubilato da Mussolini. Roberto D’Angelo traccia un interessante storia del Borghetto d’Ivrea che nei secoli ha mantenuto il suo impianto urbanistico e il suo ricco carico di storia. Antonio Bova propone un aspetto della storia dei seggiolai di Azeglio, soffermandosi sullo stilema della famosa “sedia carabiniere”.

Il cuorgnatese Mario Ceretto, da giovane partigiano ad imprenditore, è il tema dell’articolo di Franco Macocco che ne descrive anche la tragica fine: ucciso dalla ‘ndrangheta dopo il suo rapimento per estorsione. Ivo Giustetti Podio invece si occupa della consegna delle campane a Borgomasino nel 1802.

Di Don Piero Solero viene invece proposto il racconto “Addio alla malga”, un classico della letteratura alpina del ‘900, che accompagna la presentazione dell’ultimo volume a lui dedicato dal titolo: “Don Piero Solero. Cappellano del Gran Paradiso. Alpino, alpinista, fotografo, scrittore”, a cura di Adolfo Camusso, Mario Merlo e Stefano Merlo, edito dalla sezione CAI di Rivarolo Canavese e dal Gruppo Italiano Scrittori di Montagna, Accademia di Arte e Cultura Alpina.

Ancora un articolo di Giancarlo Sandretto sul lavoro narrato attraverso le immagini fotografiche sui “magnin” dell’Argentera e i minatori di Frassi-netto. Andrea Tiloca parla della chiesa di Santa Croce di Traversella e della sua storia, Alessandro Mella della San Carlo del cavalier Gaspare Tempo e Giorgio Clerico del “Servizio Sanitario Militare nella Grande Guerra”.