Molte carceri del Piemonte e della Valle d’Aosta sono prive di continuità atteso che direttori e comandanti dei reparti si recano in alcune sedi solo una volta o due a settimana in servizio di missione ovvero a spese dello Stato.

Gli Istituti si reggono solo grazie all’alto senso di responsabilità delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria anch’essi in gravissima penuria di organico che svolgono turni massacranti che talvolta superano anche le tredici ore al giorno.

Più in particolare :

–           il carcere di Aosta Brissogne senza direttore e senza comandante titolari oramai da circa 6 anni.;

–           il carcere di Ivrea è anch’esso senza direttore e comandante titolari;

–           il carcere di Cuneo a giorni rimarrà senza direttore titolare;

–           il carcere di Novara senza direttore titolare;

–           il carcere di Saluzzo senza comandante titolare;

–           Il Carcere minorile F. Aporti di Torino senza direttore titolare e il servizio viene assicurato per due volte a settimana da poco più di un anno da un funzionario proveniente dalla Puglia.

La situazione, anche a fronte del grave sovraffollamento e del Covid, è davvero preoccupante se si considera anche che sono ingenti le spese economiche per fronteggiare a questo disastro determinato dalla assenza di figure quali direttori e funzionari/dirigenti della polizia penitenziaria.

Lo comunica Leo Beneduci Segretario Generale OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) che aggiunge :

“mai come in questo periodo viviamo un drammatico momento di completo stato di abbandono e la Polizia Penitenziaria si trova sempre più sola e in condizioni disumane mai registratesi prima d’ora a risolvere le criticità che si presentano nel quotidiano con grave penuria di personale senza strumenti e mezzi, non si può rimanere silenti di fronte ad una cosi drammatica situazione che vedono gli istituti penitenziaria alla deriva.

Chiediamo, dunque, al Ministro Bonafede che dichiari lo stato si emergenza e convochi un tavolo per poter affrontare concretamente il problema dell’organizzazione e del funzionamento di un sistema penitenziario la cui precarietà danneggia in particolar modo gli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria sulle cui immiserite spalle gravano i disagi e l’insicurezza attuali”.