Tenuta Roletto
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domenica 16 Novembre 2025

Reale mutua
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Oggi, 15 novembre

BETANIA DI VISCHE - Il Vescovo Daniele predica gli esercizi spirituali per coloro che Dio "non ritira dal Mondo" - Molto seguita la meditazione che ha avuto per sfondo il Cap. 2 degli Atti degli Apostoli -

 

Occasione offerta dalla Diocesi ai laici, per “fermarsi”, “incontrarsi” e riflettere sulla propria “spiritualità laicale” da vivere in modo personale e comunitario nella vita alla quale siamo chiamati come fedeli laici.

(elisabetta acide)  – Nella vita abbiamo “occasioni importanti” alle quali, a volte, non...

Incontro di formazione proposto dall'Ufficio Catechistico Diocesano

IVREA - Grande partecipazione all'incontro dei Catechisti diocesani per la formazione con Don Andrea Cavallini - Molto importante il tema trattato: "Il senso religioso del bambino - INTEGRALE IN VIDEO - La lezione di Don Cavallini, poi l'omelia di Mons. Daniele Salera e il conferimento del mandato ai Catechisti -

Come proporre la Fede ai bambini ed ai ragazzi in una società secolarizzata?

Un bellissimo clima di attesa e sorrisi di persone che si rivedevano tutte insieme dopo un bel po’ di tempo: ecco come abbiamo vissuto l’incontro dei Catechisti a Ivrea per un momento di formazione e per ricevere il Mandato da...

Parrocchie di San Giacomo e San Michele - Gli Animatori propongono il gioco di Jurassi Park

RIVAROLO CANAVESE - Una bella festa per l'inizio dell'Anno oratoriano - Bambini appartenenti alle 18 classi di catechismo, accolti da Animatori e Catechisti in un clima di entusiasmo e allegria - S.Messa presieduta dal Vice Parroco Don Antonio Luca Parisi - LA GALLERY - 

L’anno si è appena iniziato, ma le premesse sono già cariche di entusiasmo, fede e condivisione.

(anita zuffi) – Sabato 11 ottobre si è svolta presso i locali dell’Oratorio di San Michele,...

Il sacramento della Confermazione è stato amministrato la domenica 19 ottobre, da S.E. Mons. Daniele Salera

MAZZE’/TONENGO/VILLAREGGIA – Le liturgie del mese di ottobre e di inizio novembre sono state vissute con particolare intensità nelle comunità parrocchiali curate da don Alberto Carlevato - In preparazione alle liturgie per la Festa di tutti i Santi e per la Commemorazione di tutti i Fedeli defunti, sono state dedicate nelle tre parrocchie specifiche fasce orarie per le confessioni e l’adorazione eucaristica -

Le celebrazioni in onore di San Francesco d’Assisi (1182-1226), patrono d’Italia assieme a santa Caterina da Siena (1347-1380), hanno avuto inizio a Tonengo, paese di cui il Santo è patrono -

 

(Testo di Renato Scotti – Immagini di Gabriele Bisco, Elena Ghirardelli fotografa e...

Alle giornate di studio quest'anno tenutesi a Torino dal 3 al 7 novembre hanno partecipato più di 150 rappresentanti di Santuari di cui è costellata la Penisola

VEROLENGO / LA MADONNINA - I Rettori ed Operatori dei Santuari italiani riuniti a Torino per il 59° Incontro Nazionale di riflessione e preghiera hanno visitato il Santuario che è punto di riferimento per la spiritualità di un territorio vasto, ai confini tra le Diocesi di Ivrea, Torino, Vercelli, Casale Monferrato - Il Vescovo di Ivrea Mons. Daniele Salera ha portato il saluto - IL VIDEO

Accolti dal Rettore del Santuario Don Valerio D'amico per la Liturgia presieduta da Mons. Domenico Sorrentino, Arcivescovo di Assisi e Foligno, concelebrante il Card. Enrico Feroci - 

Si è concluso venerdì 7 novembre il 59° incontro dei Rettori e Operatori dei Santuari italiani che fanno parte del “Collegamento dei Santuari Italiani”, quest’anno riunitisi a Torino, al Valdocco. L’appuntamento si è collocato...

Dal 24 al 26 ottobre, con il contestuale Giubileo delle Equipe Sinodali e degli Organismi di Partecipazione

ROMA - I lavori della Terza Assemblea Sinodale - Cronaca meditata dei giorni di impegno, preghiera, incontri e...votazioni - Integrali: il Documento di sintesi "Lievito di pace e speranza" ed il dettaglio di tutte le 129 espressioni di voto - 

La delegazione della Diocesi di Ivrea, guidata dal Vescovo Mons. Daniele Salera e composta dal Can. Don Luca Meinardi e dalle Prof. Elisabetta Acide e Valentina Gili Borghet

(elisabetta acide) – E’ in corso di svolgimento (domani la S.Messa in San Pietro presieduta da...

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LA QUOTIDIANITÀ DEL PITTORE DEMETRIO COSOLA, TRA I PRINCIPALI ESPONENTI DEL VERISMO, A 130 ANNI DALLA MORTE

La vaccinazione opera di valore storico e sociale

Per ricordare che Chivasso fu tra i primi in Piemonte a renderla obbligatoria contro il vaiolo

(di Cassandra e Doriano Felletti)

La rivalutazione della pittura della seconda metà dell’Ottocento ha riportato in auge la...

PAROLA DI DIO – “Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita” –

Ml 3, 19-20
Dal libro del profeta Malachìa
Ecco: sta per venire il giorno rovente come un forno.
Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio.
Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.
Sal 97
RIT: Il Signore giudicherà il mondo con giustizia.
Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.
  RIT: Il Signore giudicherà il mondo con giustizia.
Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra.
  RIT: Il Signore giudicherà il mondo con giustizia.
Giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine.
  RIT: Il Signore giudicherà il mondo con giustizia.
2 Ts 3, 7-12
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
Fratelli, sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi.
Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi.
Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità.
Lc 21, 5-19
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
***
UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE
Epoca persiana (prima lettura), Giudea, un oracolo nel V secolo a.C. dopo un primo momento di “entusiasmo” dopo l’ esilio,  per la ricostruzione della città e del Tempio…
Un popolo deluso.
La corruzione non è mai “bella” e quando investe la classe sacerdotale del Tempio crea sconcerto.
Il profeta Malachia “freme”, si “indigna”, lui “inviato”, come viene tradotto il suo “nome” (o soprannome mal’aki mio inviato): ma che cosa serve a “convertire i cuori”?
La “lezione” dell’esilio non è servita a nulla?
Che cosa allora dobbiamo aspettare?
Il “giorno di Yhwh” (Yom Yhwh), l’opera di salvezza nella storia come realizzazione delle “promesse”, dell’ “Allenza”, vittoria contro gli Amorrei e i Madianiti… ma ora “quel giorno” sarà per i superbi, per coloro che hanno smarrito la via e percorrono strade di ingiustizia.
Saranno estirpati, bruciati, annientati…
Ma Dio è fedele, ha progetti di pace e di giustizia, per coloro che hanno timore, “sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia” . Malachia ha parole di consolazione e salvezza, ma anche di “rispetto” per quella “giustizia” di Dio, che richiede responsabilità.
La “giustizia” che “meraviglierà” l’uomo, perché le “sue vie” non sono le vie “dell’uomo” e la sua giustizia non è quella dell’uomo.
La giustizia come un sole… un sole che sorge… quel “sole” che sarà cantato anche da Zaccaria (cfr. Lc 1,77-79), il sole in grado di “rischiarare le tenebre”.
La giustizia che è quella condizione che deriva dalla  “fedeltà”, non nel culto “vuoto” o alle “leggi” come “dovere”, senza ergersi a “giudici” degli altri, ma nella speranza di quel “sole” che verrà a “giudicare il mondo”.
Il mondo che “canta” la lode a Dio (Salmo) dopo la liberazione dall’Egitto: “cantate inni con la cetra…” una lode per Dio che governa e giudica con giustizia e rettitudine.
Dio rassicurante e meraviglioso: mare, fiumi, montagne… cetre, trombe, corni, strumenti a corde… tutto per la lode, per quel “vedere” un Dio che ha cura, un “concerto” per la salvezza.
Una “preoccupazione” che nasce dal “vedere” e Gesù si adopera ad “educare lo sguardo” (Vangelo) attraverso i “discorsi escatologici”:
“mentre alcuni dicevano del tempio che era adorno di belle pietre e di donativi, disse: Di queste cose che guardate, verranno giorni nei quali non resterà pietra su pietra che non sarà distrutta”
saper “guardare” e non solo “vedere”, “dire” e non solo farsi “abbagliare”.
Mentre leggiamo il brano del Vangelo di Luca, siamo consapevoli che il Tempio è stato distrutto, che alcune cose sono “già avvenute”,  altre “avverranno” e la bellezza del Vangelo è proprio questa: la Parola “oltre il tempo”, Parola viva che parla all’uomo, Parola che non vuole “impaurire” o “terrorizzare”, causare “ansia” e “paralizzare” in attesa degli eventi,ma “vivere” con occhi aperti il Regno presente e futuro.
Le “belle pietre” così come le “belle vesti” o le “grandi offerte” o “l’apparenza” e “l’ipocrisia” ( non dimentichiamo gli episodi precedenti narrati nel Vangelo di Luca) “passeranno”… Gesù inizia a “guidare” ad una diversa percezione: ciò che conta è “ciò che sarà”.
E allora attendere passivamente?
“Quando dunque saranno queste cose e quale il segno quando staranno per avvenire queste cose?”
domanda “umana” e pressante.
Tutti vorrebbero sapere “quando” e “come”, avere un “segno”.
Il pensiero della “fine”, davvero ci consentirebbe di “prepararci”, di “migliorarci”, di “essere perfetti per il giorno e l’ora”?
Il “tempo” è dato all’uomo, la “possibilità” è la Grazia, la fede è un dono. Il “tempo” del credere e convertirsi.
“Io vi darò parola e sapienza”: quel “tempo compiuto” di cui parlava all’inizio del Vangelo.
“Non vi abbandonerò”. Storia di un Dio che cura… parola e sapienza.
Dio custode.
Tempo di “testimonianza”, tempo di Regno, tempo di conversione, tempo “ultimo” presente.
Il “tempo del senso”.
Gesù invita a “guardare” le cose con profondità.
A “guardare” per “vedere” il “disegno” nel tempo e del tempo.
Scegliere e discernere senza inganno per il futuro.
Consapevolezza del “senso” delle cose oltre la disperazione, senso oltre il dissenso, il consenso, per la scelta che sa “guardare” per vedere il “Segno” oltre i segni.
“Avrete occasione di dare testimonianza”.
Il “testimone” di una “cosa più grande di lui”, la “testimonianza” che sa rispondere con il bene al male.
Testimonianza non per “amore della sofferenza”, ma per “amore di Cristo”.
 
“Nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”.
Dio custode contro ogni abbandono.
La “consegna” del discepolato nella quotidianità, nelle circostanze che richiedono la nostra testimonianza sincera e vera, nelle situazioni che “mettono alla prova”.
Testimonianza senza farsi “incatenare” o “imbrigliare” dalle paure, dalla “mediazione”, dal “compromesso”…
La vita è dono, è importante, è risptto, è tolleranza, è gioia, è bellezza… ma non è tutto…
Oltre la vita… e nessun capello sarà torto…
La vita dell’uomo nelle mani di Dio.
 
“Nella vostra pazienza guadagnerete le vostre vite”.
E la vita si vive non “evitando”, ma “vivendo”, non “eliminando” gli avversari, ma “vivendoli”, non “nascondendosi”, ma “affrontando”… con pazienza…
La pazienza che non “rimanda”, ma che affronta e vive… fino al “compimento” e sappiamo che il “compimento” è quella Passione di cui Cristo sarà il protagonista.
Non “fine”, ma “realizzazione” in quel “Tutto è compiuto”.
Solo quel “muro occidentale” (“muro del pianto”) rimane di quella grandiosa costruzione che era il Tempio, distrutto nel 70 d. C. ma Dio è Presente. Il suo corpo è diventato “tempio”, la Chiesa è diventata “costruzione” dove Dio è presente.
Quel “tempo” iniziato porterà non la “fine” ma un “inizio”, “nuova Genesi” … “neppure un capello”… ecco il germoglio di speranza, quello che nasce per l’eternità.
La promessa di Dio: l’uomo a sua immagine, l’uomo con il DNA di “eternità”.
Mondo che nasce e mondo che muore.
Tutto in Dio.
E allora, pazienza e perseveranza … per Amore.
L’Amore di un Dio  presente e futuro.
 
 
 

BETANIA DI VISCHE – Il Vescovo Daniele predica gli esercizi spirituali per coloro che Dio “non ritira dal Mondo”

(elisabetta acide)  – Nella vita abbiamo “occasioni importanti” alle quali, a volte, non diamo peso per la fretta, la frenesia, perché non “abbiamo tempo” o “abbiamo cose importanti” da fare… una di queste è il “ritiro spirituale”, a cui forse, abbiamo un po’ “perso l’abitudine”.
Occasione offerta dalla Diocesi ai laici, per “fermarsi”, “incontrarsi” e riflettere sulla propria “spiritualità laicale” da vivere in modo personale e comunitario nella vita alla quale siamo chiamati come fedeli laici.
“I fondamentali” della vita cristiana” – Vivere e annunciare la Riconciliazione: con questo “tema” ha preso avvio il percorso di “incontri” previsto nella Diocesi di Ivrea da S.E.R. Mons. Daniele Salera nel programma relativo all’anno pastorale 2025-2026, pensato e vissuto come itinerario annunciato dalla lettera pastorale del settembre 2025.
Un “percorso” importante, che vede il coinvolgimento di tutta la Diocesi eporediese con numerosi “appuntamenti”, per “vivere” come Chiesa e sentirsi Chiesa che cammina.
La giornata di oggi, 15 novembre 2025, a Betania di Vische, ha preso avvio alle ore 10, con l’accoglienza di Sua Eccellenza,  che ha “aperto” la giornata con la preghiera di invocazione allo Spirito tratta dall’ Antica Liturgia ispano-mozarabica del VII secolo, seguita dalla lettura di un brano di Madeleine Delbrê che “inseriva” nella meditazione della spiritualità laicale:
“C’è gente che Dio prende e mette da parte. Ma ce n’è altra che egli lascia nella moltitudine, che non «ritira dal mondo». E’ gente che fa un lavoro ordinario, che ha una famiglia ordinaria o che vive un’ordinaria vita da celibe. Gente che ha malattie ordinarie, e lutti ordinari. Gente che ha una casa ordinaria, e vestiti ordinari. E’ la gente della vita ordinaria. Gente che s’incontra in una qualsiasi strada. Costoro amano il loro uscio che si apre sulla via, come i loro fratelli invisibili al mondo amano la porta che si è rinchiusa definitivamente sopra di essi. Noialtri, gente della strada, crediamo con tutte le nostre forze che questa strada, che questo mondo dove Dio ci ha messi è per noi il luogo della nostra santità.
Noi crediamo che niente di necessario ci manca. Perché se questo necessario ci mancasse, Dio ce lo avrebbe già dato”.
E Mons. Salera sottolinea proprio questa “santità laicale” come dono, rivelazione, impegno di quell’azione dello Spirito e richiama a quella “vocazione” a cui come laici cristiani siamo “chiamati”, per essere “persone della via”, in annuncio, in missione con il carisma della laicità.
Lo sfondo della meditazione è il brano degli Atti degli Apostoli al capitolo 2, versetti 1-47,
di cui si è data lettura e che costituisce l’ “essere Chiesa”, costituita dallo Spirito Santo in quella “condizione” di comunione.
Attraverso i passi dell’esegesi e della meditazione spirituale sul brano biblico, il Vescovo, accompagna i presenti, numerosissimi e provenienti da ogni parte della Diocesi, come un padre che aiuta, con parole chiare, a riflettere sul contesto della “missione” laicale, nella consapevolezza dell’azione dello Spirito e nella meraviglia del dono di quel “tocco” dello Spirito che ricolma.
“Ci sono luoghi in cui soffia lo Spirito, ma c’è uno Spirito che soffia in tutti i luoghi” e sono i “luoghi” della quotidianità, dell’ordinarietà dell’esistenza, della bellezza delle difficoltà e delle opportunità della vita laicale, della vita cristiana, della vita che riceve “ciò di cui ha bisogno”.
E dopo aver accompagnato i presenti ed averli inseriti nel contesto del brano, Mons. Daniele si sofferma sul “discorso di Pietro”: annuncio che “scuote” e “sprona” all’annuncio.
Quell’annuncio che fa “trafiggere il cuore” e invita a “mettersi in cammino”, in “movimento” di conversione, di riconciliazione, di annuncio, perché una vita “toccata da Dio” è una vita che “tocca la vita degli altri”.
Mons. Salera mette “in guardia” e invita a riflettere sulla missione a cui siamo chiamati come cristiani, nella consapevolezza che la “missione” è apertura, è ascolto, è accoglienza”, è “uscita” autentica dalla certezze, dai gruppi, dal “nido” confortevole delle abitudine, delle prassi, dei “volti” amici… per vivere, far vivere e condividere la bellezza della vita cristiana.
Dunque una “vita” che ha lo “stile” di quella comunità di battezzati indicata in At 2,42: “Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere”.
Ai presenti Il Vescovo, esorta la riflessione ed accompagna nella meditazione della “perseveranza”.
Molte volte abbiamo ascoltato e letto il brano del libro degli Atti degli Apostoli con quelle quattro “azioni” della comunità cristiana, ma forse non ci siamo soffermati sulla parola “perseveranza”, che aiuta ad entrare nella “logica” delle “azioni” della comunità. La perseveranza della tenacia e della persistenza di quelle “azioni” che diventano “l’essere stesso della Chiesa di Cristo, della comunità dei credenti in Colui che è “ Dio ha risuscitato” (cfr. At 2,24). E nel sottolineare le azioni indicate da San Luca come “caratteristiche identitarie” della Chiesa nata dalla Pentecoste, Mons Vescovo si sofferma sull’importanza dello “star bene” nelle comunità, nelle parrocchie per essere e diventare “comunità vive”, parrocchie “in salute”.
Significativa l’immagine utilizzata e ripetuta da Mons. Salera, nell’indicare lo “stato delle parrocchie” e delle comunità: occorre essere “luoghi in salute”, che “stanno bene” e fanno “star bene”, non solo “vivi” e “operanti”, comunità accoglienti ed ospitali, “luoghi” di fecondità dello Spirito Santo, non solo luoghi di “attività”.
E sui quei “fondamenti” , cioè su quelle “realtà fondamentali”, la meditazione “entra nel vivo” e offre ai presenti notevoli e profondi spunti di riflessione: “insegnamento degli Apostoli – Parola di Dio, Vangelo; comunione – dono e servizio, azione comune nelle comunità; Eucaristia –  celebrazione e condivisione del “pane spezzato” e donato; Preghiera- per essere “immersi in Dio” , per far “permeare” la vita cristiana, per essere “provocati” dal mondo e vivere oltre le ansie del mondo, oltre le pause e gli ostacoli.
Un ricchezza di parole che si nutre della Parola, che aiuta i laici a vivere nel missione nel contesto nel quale si vive, con responsabilità personale e comunitaria, con l’esercizio autentico dell’accoglienza e della ospitalità vissuta con testa e cuore, nella consapevolezza che tutti nella comunità contribuiscono a far sentire la “bellezza della vita cristiana” .
Un momento di adorazione eucaristica silenziosa e conclusa con la benedizione, ha fatto da sfondo al primo momento di meditazione, momento di preghiera per consentire alla Parola di “risuonare” in ciascuno, per “far spazio” dentro di sé, per diventare “luogo fecondo” di azione dello Spirito. Preghiera per “guardare” a noi stessi, al mondo, dopo aver “fatto spazio” alla Parola ed alle parole.
A questo momento è seguito la “condivisione”, anche in questo caso, momento libero di “comunione” di pensieri, domande, riflessione e idee, per alimentare la crescita personale e spirituale, anche attraverso i frutti della “contemplazione” che consentono ulteriori riflessioni e spunti di approfondimento.
Al termine dell’incontro, un pranzo, nella fraternità dell’unione diocesana, che consente di “prolungare” l’ esserci come singoli e come Chiesa.
A questo primo momento, seguiranno altri incontri programmati e calendarizzati dalla Diocesi: gli esercizi spirituali ad Andrate nei giorni 19-23 dicembre, ed i ritiri dei giorni 14 marzo e 13 giugno.

A ogni presente il “compito” di proseguire il cammino di riflessione e di approfondire la meditazione. Accompagnano le parole di Luisa Margherita Claret de la Touche, citata da Mons. Salera che invita ad “abbandonarsi” all’Amore infinito di Dio per vivere i propri carismi e la propria missione nella grazia di Dio.
(Le immagini che corredano questo servizio sono tratte dal nostro repertorio www.risvegliopopolare.it)
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La Parola che ci chiama, ci sfida, ci impegna – Commento al Vangelo di domenica 16 novembre

C’è un contrasto forte, quasi spiazzante, nel Vangelo di domenica prossima. Da una parte la bellezza del tempio di Gerusalemme, le sue pietre lucenti, i doni votivi, tutto ciò che appare solido, eterno, sicuro. Dall’altra, la voce di Gesù che annuncia la rovina: “Non sarà lasciata pietra su pietra”. È come se dicesse: “Non fissate lo sguardo su ciò che passa. Tutto questo finirà”.
Un messaggio duro, ma liberante, non per spaventare ma per svegliare.
Un invito a non costruire la nostra vita sulle pietre del successo, del potere, dell’apparenza, della sicurezza economica; tutto destinato a crollare.
L’unico fondamento che resta è Lui.
Il Signore, però, non promette un cammino facile. Parla di guerre, terremoti, carestie, persecuzioni. Parla della fatica di essere cristiani in un mondo che non accoglie più il Vangelo, che costruisce templi di efficienza, di tecnologia, di benessere personale.
Eppure basta poco, una crisi, una malattia, una guerra, perché ci accorgiamo che anche le nostre “pietre”, quelle su cui abbiamo costruito le nostre sicurezze, sono fragili.
Ma dentro a questo scenario, c’è un centro luminoso: “avrete allora occasione di dare testimonianza”. Quando tutto trema, quando il mondo si agita, lì si vede di che cosa è fatta la nostra fede; restare saldi, fidarsi, perseverare: “Io vi darò parola e sapienza”, promette Gesù.
Non è difficile credere quando tutto va bene; è nel momento della prova che la fede diventa viva, autentica, concreta, che non è un invito a resistere con le proprie forze, ma a restare legati a Lui, giorno dopo giorno, anche quando il mondo intorno cambia, anche quando le nostre “certezze” cadono.
La perseveranza non è testardaggine, ma fedeltà. È continuare ad amare, a sperare, a perdonare, è la santità feriale, quella che non fa rumore ma che costruisce il Regno di Dio un passo alla volta, che crede anche quando non conviene, che ama anche quando costa, che testimonia anche quando si è soli.
Lc 21,5-19
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché
prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa;
io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

La tentazione delle classi differenziali, segno di una scuola che non riesce a includere (di Cristina Terribili)

Più di 1 insegnante su 4 è a favore dell’istituzione di classi speciali: sono allarmanti i risultati dell’indagine Erickson attorno al tema “Le voci dell’inclusione” che domani aprirà il convegno “La qualità dell’inclusione scolastica e sociale” a Rimini, dove esperti della scuola, del mondo della disabilità e della società civile si interrogheranno sul futuro degli studenti con disabilità o con neuro diversità.
Sebbene in Italia, dal 1975, molto sia stato fatto per garantire non solo l’accesso alla scuola ad ogni studente – ma anche per permettere crescita e competenza nel sapere, umanità e capacità di accoglienza delle differenze di ognuno –, oggi su questo versante la scuola italiana ha delle evidenti difficoltà. I numeri e le criticità che gli studenti presentano non sono gestite appieno nella maggior parte delle classi perché includere non significa solo permettere ad uno studente con disabilità di accedervi, ma di poter frequentare al meglio ogni ambito garantendogli il migliore apprendimento umano, esperienziale e di conoscenze.
La scuola deve far fronte alla adeguata formazione dei docenti, alla copertura delle cattedre già a inizio anno, al limitato rapporto con gli specialisti dei servizi socio-sanitari quali ponti tra famiglie e scuola.
Ci sono molte spinte a tornare alle classi differenziali, a suddividere gli studenti per competenze e capacità, e troppo spesso, qualche adulto nella scuola sottolinea che il programma procede a rilento per garantire la comprensione di tutti; come se la scuola dovesse solo occuparsi di procedere con un programma nozionistico senza contribuire a modellare dei cittadini capaci di processi di pensiero critico e di analisi dei contesti di vita.
Con questa visione, invece di promuovere il dibattito ed il confronto sulla società del passato, del presente e del futuro, la scuola rischia di diventare una sterile officina in cui si inseriscono nella testa degli studenti valanghe di nozioni che essi apprendono senza alcun interesse o passione, rinunciando a trasferire una vera passione verso la conoscenza e preferendo focalizzarsi solo sulla prestazione finale che premia chi ripete, da buon pappagallo, quello che è riportato nel libro o che ha spiegato l’insegnante.
La mancanza nella capacità di sostenere un confronto, la deriva vandalica di molti giovani a cui assistiamo impotenti, la scarsissima competenza emotiva e l’aumento della sofferenza psicologica e psichiatrica nei giovanissimi è anche frutto di una scuola che non riesce a cogliere le sfide dell’accoglienza, che non si spinge e non si interroga verso un nuovo modo di dialogare con l’altro se non chiudendosi, settorializzando e parcellizzando, contribuendo a creare cittadini di serie A e B.

CUCEGLIO – Sabato va in scena ““Le busche et Cà d’èra” – Da non perdere

Tutto pronto per il debutto di un’attesissima commedia dialettale (i posti ci sono, ma è meglio affrettarsi perché l’attesa nelle ultime ore si è fatta febbrile) a Cuceglio.
Mandata in scena dal “Gruppo dei Sud Ovest”, domani sera, 15 novembre, presso la Scuola Primaria di Via XX Settembre di Cuceglio, sarà rappresentata la commedia dialettale “Le busche et Cà d’èra”, divertente e sapida commedia dialettale ideata e scritta da Rina Pomatto.
L’inizio dello spettacolo è alle 21.
Buon divertimento a tutti.
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