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Oggi, 15 novembre

BETANIA DI VISCHE - Il Vescovo Daniele predica gli esercizi spirituali per coloro che Dio "non ritira dal Mondo" - Molto seguita la meditazione che ha avuto per sfondo il Cap. 2 degli Atti degli Apostoli -

 

Occasione offerta dalla Diocesi ai laici, per “fermarsi”, “incontrarsi” e riflettere sulla propria “spiritualità laicale” da vivere in modo personale e comunitario nella vita alla quale siamo chiamati come fedeli laici.

(elisabetta acide)  – Nella vita abbiamo “occasioni importanti” alle quali, a volte, non...

Incontro di formazione proposto dall'Ufficio Catechistico Diocesano

IVREA - Grande partecipazione all'incontro dei Catechisti diocesani per la formazione con Don Andrea Cavallini - Molto importante il tema trattato: "Il senso religioso del bambino - INTEGRALE IN VIDEO - La lezione di Don Cavallini, poi l'omelia di Mons. Daniele Salera e il conferimento del mandato ai Catechisti -

Come proporre la Fede ai bambini ed ai ragazzi in una società secolarizzata?

Un bellissimo clima di attesa e sorrisi di persone che si rivedevano tutte insieme dopo un bel po’ di tempo: ecco come abbiamo vissuto l’incontro dei Catechisti a Ivrea per un momento di formazione e per ricevere il Mandato da...

Molto seguita l'omelia del Parroco, Don Stefano Teisa -

FELETTO - Dalla memoria della consacrazione della chiesa parrocchiale, alla solidarietà attiva per la Chiesa che oggi soffre nel Mondo - Aderendo alla Red Week (Settimana Rossa) “illuminiamo di rosso il mondo per i cristiani perseguitati”

L'8 novembre 1750 il Cardinale Carlo Vittorio Amedeo delle Lanze consacrò la Chiesa parrocchiale

(gabriella franzino – edy guglielmetti) – Su una pergamena esposta in sacrestia, a...

San Martino, il Vescovo che con il dono del mantello fece fiorire l'estate

VILLAREGGIA - Sempre viva la devozione a San Martino di Tours - Festa patronale di Fede, devozione, amicizia - Un po' di storia e poi la cronaca di giorni intensamente vissuti nella gioia e nella Speranza - La poesia a San Martino - VIDEO E GALLERY

Sempre numerosa la partecipazione di popolo alle iniziative proposte dal Parroco Don Alberto Carlevato

(Testo di Martina Acotto, immagini di  Lucia Carra, Gabriele Bisco, Martina Acotto, Sandro Frola, Claudio Frassà, Mirella Nigra, Paolo e Sara Iorio) –  San Martino di Tours è uno dei Santi più venerati in Occidente. Nato...

Alle giornate di studio quest'anno tenutesi a Torino dal 3 al 7 novembre hanno partecipato più di 150 rappresentanti di Santuari di cui è costellata la Penisola

VEROLENGO / LA MADONNINA - I Rettori ed Operatori dei Santuari italiani riuniti a Torino per il 59° Incontro Nazionale di riflessione e preghiera hanno visitato il Santuario che è punto di riferimento per la spiritualità di un territorio vasto, ai confini tra le Diocesi di Ivrea, Torino, Vercelli, Casale Monferrato - Il Vescovo di Ivrea Mons. Daniele Salera ha portato il saluto - IL VIDEO

Accolti dal Rettore del Santuario Don Valerio D'amico per la Liturgia presieduta da Mons. Domenico Sorrentino, Arcivescovo di Assisi e Foligno, concelebrante il Card. Enrico Feroci - 

Si è concluso venerdì 7 novembre il 59° incontro dei Rettori e Operatori dei Santuari italiani che fanno parte del “Collegamento dei Santuari Italiani”, quest’anno riunitisi a Torino, al Valdocco. L’appuntamento si è collocato...

Una chiave per comprendere la vita, orientare le scelte e scoprire la bellezza di un Dio che accompagna e guida ogni persona

RIVAROLO CANAVESE - Il Catechismo, sei anni di cammino per la crescita umana e spirituale di ragazzi e ragazze - Il servizio generoso e appassionato dei catechisti -

Un grazie sincero va ad Anastasia, Suor Angela, Berthe, Donatella, Franca, Francesca, Giulia, Suor Hoda, Laura, al Diacono Livio, Rosaria, Ornella, Raffaele, Robertilla e al Diacono Simone

(Don Antonio Luca Parisi) – Il percorso di catechesi delle Parrocchie di San Giacomo e San...

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All'Istituto Betania del Sacro Cuore di Vische

CUCEGLIO, OZEGNA, AGLIE', LUSIGLIE', SAN GIORGIO C.SE - Il pellegrinaggio giubilare di 5 comunità unite che dicono di un'autentica sinodalità - IN VIDEO L'OMELIA DI DON LUCA MEINARDI

Molto seguita anche la catechesi di Don Luca sui segni del Giubileo, poi il pomeriggio è trascorso tra momenti di tranquillità presso il monastero e le confessioni per ricevere l'indulgenza plenaria prevista nel Giubileo. 

(fabrizio conto) – Pomeriggio ricco di fede e di bellezza quello vissuto lo scorso 18 ottobre al Santuario del Sacro Cuore di Vische dalle Comunità Parrocchiali di Cuceglio, Ozegna, San Giorgio C.se, Agliè e Lusigliè. Le...

DESCRITTI CON PRECISIONE NON FURONO PERÒ USATI DALL’ARMATA FRANCESE CHE CAPITOLÒ NEL 1706

17 guadi sulla Dora per proteggersi dai francesi

La relazione anonima, oggi all’Archivio di Torino, fu inviata a Vittorio Amedeo II

(di Fabrizio Dassano)

I primi del XVIII secolo videro una nuova, enorme guerra che sconvolse gran parte d’Europa non...

PONT CANAVESE – Festa della “Virgo Fidelis”, testimonianza di un triplice fedeltà, alla Legge, a Dio, all’uomo

(giancarlo guidetti) – Chiesa gremita presso la parrocchia di S. Costanzo di Pont Canavese per la celebrazione della festa della “Virgo Fidelis ” patrona dell’ Arma dei Carabinieri, sabato 22 novembre 2025, per la giurisdizione della Compagnia di Ivrea della “Benemerita”.
La Madonna, Madre di Dio e dell’umanità, dunque, Patrona dell’Arma dei Carabinieri, dell’Arma percepita come il presidio di legalità e sicurezza, non meno che di ascolto, più vicina al cittadino, alle municipalità, anche per la sua vasta articolazione territoriale.
La ricorrenza fu istituita da Papa Pio XII l’11 novembre 1949.
Dunque, una festa “giovane”, donata dalla Chiesa nell’immediato Dopoguerra, cogliendo una viva sintonia con il sentire del popolo di Dio, ancora tormentato dal ricordo, tutt’altro che elaborato ed ancor meno “metabolizzato” dalla memoria, della tragedia della guerra.
E, nella Seconda Guerra Mondiale, illustrarono doti di eroismo i Carabinieri, nell’ epica Battaglia di Culqualber conclusasi, dopo tre mesi di combattimenti (ci ritorneremo tra poche righe), proprio il 21 novembre 1941.
***
E’ sempre la pietà popolare ad inverare una sorta di “magistero” che nasce dal cuore (meglio dir così che “dal basso”) quando avverte – così nel corso dei secoli – come propria una ricorrenza la cui radice, comunque permeata di fede autentica, non attinge dalla Sacra Scrittura, bensì da narrazioni evangeliche “apocrife”, ma non per questo giudicate dalla Chiesa come falsa dottrina.
Si tratta, come sappiamo, della Presentazione di Maria al Tempio.
Invero, le numerose iridescenze che richiamano alla nostra devozione la figura di “Maria Bambina”, altro non fanno che aiutarci a meditare il mistero di una umanità che è tale in tutte le sue fasi (dalla Natività, fino alla “dormitio Virginis Mariae”) e, tuttavia, Lei sola nell’umanità, preservata dal peccato originale in previsione di quella maternità divina che ci avrebbe reso fratelli del Salvatore e – anche se dimostriamo così spesso di non comprenderlo – fratelli tra noi: figli di un unico Padre.
Nel giorno del 21 novembre, dunque, convergono tre canoni di riflessione e memoria: l’istituzione del patronato di Maria per l’Arma dei Carabinieri, la festa della presentazione di Maria al tempio e la fine di quella battaglia di Culqualber in Etiopia che, pur nell’esito infausto, illustrò l’eroismo dei Carabinieri. Eroismo che fu subito riconosciuto anche dal nemico vincitore.
Battaglia combattuta nella zona di Gondar in Etiopia dal 6 agosto al 21 novembre 1941 fra italiani e britannici; tale fu il valore con cui si immolarono i Militi dell 1° Gruppo Mobilitato dei Carabinieri, che ai pochi sopravvissuti, gli avversari, tributarono l’ onore delle armi.
La bandiera dell’ Arma dei Carabinieri fu insignita della medaglia d’oro al valore militare.
Come ieri, anche ai nostri giorni innumerevoli sono i campi di battaglia in cui si cimentano i nostri Militari: atti di eroismo, sacrifici, fedeli a quei veri valori fondamentali, a difesa, anche a costo della propria incolumità, dei cittadini contro ogni tipo di sopruso.
Tanti, troppi sono i militari che hanno pagato dando il loro contributo contro ogni tipo di violenza,  lasciando vedove ed orfani.
La celebrazione si unisce, anche alla ” Giornata dell’ Orfano ” Ente nato nel 1848 sostenuto da contributi volontari dell’ Arma, una delle più antiche e concreta espressione di solidarietà dell’ Istituzione, che si dedica all’ assistenza, al sostegno, alla crescita ed alla formazione degli Orfani dei Militari dell’ Arma dei Carabinieri.
Una festa, ancora, profondamente legata alla nostra terra, il Piemonte, che in fondo è anche al culla dell’ Arma dei Carabinieri, di cui la Vergine è Patrona.
Fu, infatti, un Ordinario Militare originario di Cavallerleone, in provincia di Cuneo, l’Arcivescovo Carlo Alberto Ferrero, a comporre la “Preghiera del Carabiniere”, lettura immancabile nella Liturgia che consacra questo giorno all’impegno ed al sacrificio dei Militi dell’Arma, la Benemerita
La S. Messa presieduta a Pont dal cappellano militare Tenente Colonnello Don Diego Maritano concelebrata dal parroco Don Gian Paolo Bretti e dal Diacono Maurizio Rastello, (il nostro video ne ripropone un’ampia sintesi) ha vissuto momenti di rara intensità.
Non è mancata la partecipazione, oltre che della comunità di fedeli, della locale corale, ai tanti militari, dei rappresentanti delle Istituzioni civili, di Regione, Provincia dei tanti Sindaci del territorio e delle tante Associazioni.
E’ proprio la presenza di molte “fasce Tricolori” a testimoniare efficacemente, meglio delle parole, il legame tra le Comunità locali e le Stazioni dei Carabinieri che costellano province e regioni.
Per tutti i Sindaci del territorio ha portato un apprezzato saluto il Primo Cittadino di Pont Canavese, Paolo Coppo.
A tutti il nostro Grazie, ma ci sia concesso il nostro grazie particolare al Cap. Armir Gjeci Comandante della Compagnia di Ivrea (alla sua prima uscita) che, in occasione della lettura della ” Preghiera del Carabiniere ” a nome di tutti i militari, ha rinnovato invocazione di aiuto e protezione, di promessa di fedeltà (nei secoli fedele).
La fedeltà valore fondamentale che tutti siamo invitati a testimoniare, ricordando in particolare il ruolo dell’Arma nell’assicurare sempre ai cittadini legalità e sicurezza.
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Edizione 27 Novembre 2025

ANNO CV – N° 45
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“IN UNITATE FIDEI” – Lettera Apostolica di Papa Leone XIV nel 1.700° anniversario del Concilio di Nicea

(elisabetta acide)  – Sono trascorsi 1.700 anni: 325-2025; Papa Leone XIV, con la
Lettera apostolica “In Unitate Fidei” – leggila integrale cliccando qui,
“lancia” un accorato appello voglio “incoraggiare in tutta la Chiesa un rinnovato slancio nella professione della fede”.
Il Concilio ecumenico di Nicea ha scaturito quella “professione di fede”, che ancora dopo XVII Secoli proclamiamo, esempio di quel “dialogo” e trasmissione della fede che ha caratterizzato quel turbolento e travagliato periodo storico e che ha unito nella “condivisione” di quel “Gesù, Cristo, Figlio di Dio” di cui si parla nei Vangeli.
E Papa Leone, al paragrafo 2 sintetizza con grande chiarezza:
“annunciare il Vangelo di Dio sul suo Figlio morto e risorto per noi (cfr. Rm 1, 9), che è il “sì” definitivo di Dio alle promesse dei profeti (cfr. 2 Cor 1, 19-20).
In Gesù Cristo, il Verbo che era Dio prima dei tempi e per mezzo del quale tutte le cose sono state fatte — recita il prologo del Vangelo di San Giovanni —, «si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14). In Lui, Dio si è fatto nostro prossimo, così che tutto quello che noi facciamo ad ognuno dei nostri fratelli, l’abbiamo fatto a Lui (cfr. Mt 25, 40)”.
Nuovo “periodo storico” è stato definito il “tempo” del Concilo di Nicea, quasi 300 vescovi e “metodo sinodale”:  radunarsi dei rappresentanti ufficiali delle chiese, stendere  una professione di fede comune che è “momento di comunione” e Papa Leone, richiama proprio questo aspetto: a 1700 anni la concomitanza della ricorrenza con l’anno giubilare, in un tempo così travagliato come quello in ci stiamo vivendo: “il Simbolo Niceno-costantinopolitano, professione di fede che unisce tutti i cristiani. Essa ci dà speranza nei tempi difficili che viviamo, in mezzo a molte preoccupazioni e paure, minacce di guerra e di violenza, disastri naturali, gravi ingiustizie e squilibri, fame e miseria patita da milioni di nostri fratelli e sorelle”.
E la speranza è il “filo rosso” che ancora anima la Chiesa e che il Pontefice sottolinea:
“Dio non abbandona la sua Chiesa, suscitando sempre uomini e donne coraggiosi, testimoni nella fede e pastori che guidano il suo Popolo e gli indicano il cammino del Vangelo”.
Speranza che “anima” e deve “animare”, non dimentichiamo, come il Papa non ha mancato, nella sua lettera, di ricordare (nn.3-8) la “vicenda” storica e l’affermazione del Concilio:
“I Padri del Concilio testimoniarono la loro fedeltà alla Sacra Scrittura e alla Tradizione apostolica, come veniva professata durante il battesimo secondo il mandato di Gesù: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28, 19)… “Noi crediamo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore di tutte le cose visibili e invisibili” (cfr. n.5).
Affermazioni che hanno sottolineato quella “rivoluzione” nella Chiesa: una “formula”, un “credo” come punto di arrivo delle acquisizioni teologiche della Chiesa dei primi tre secoli del cristianesimo, elaborata in un “sinodo ecumenico” (lo ricordiamo: la “formula” sarà arricchita, successivamente, dalle verità scaturite dal Concilio Ecumenico del 381 di Costantinopoli).

E quella “ousia del Padre”, la “stessa sostanza” del Padre, “generato, non creato” (della stessa sostanza” (homooúsios), viene sottolineata da Papa Leone con parole chiare che ribadiscono la fedeltà alla Scrittura ed al principio dell’Incarnazione.
Al paragrafo 7, poi Papa Leone, ricorda come il Credo di Nicea
“professa la fede nel Dio che ci ha redenti attraverso Gesù Cristo. Si tratta del Dio vivente: Egli vuole che abbiamo la vita e che l’abbiamo in abbondanza (cfr. Gv 10, 10)”.
“Vero Dio e vero uomo” che, ricorda il Pontefice, nel credo è ricordato con quel verbo “descendit, “discese”.
San Paolo descrive con espressioni forti questo movimento: «[Cristo] svuotò sé stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini» (Fil 2, 7)” (n.7).
Un Dio che è “disceso”, che si è “fatto vicino” e dunque:
“Il Credo niceno non ci parla dunque del Dio lontano, irraggiungibile, immoto, che riposa in sé stesso, ma del Dio che è vicino a noi, che ci accompagna nel nostro cammino sulle strade del mondo e nei luoghi più oscuri della terra”.
“Il Credo di Nicea ci invita allora a un esame di coscienza”: papa Leone invita ad una riflessione personale sulla fede, sulla testimonianza, sulla coerenza… un vero “itinerario” fatto di domande, di quei “punti di domanda” che “artigliano”, che a volte facciamo finta di non vedere, di non sentire, perché interrogarsi è “faticoso”, mette in “discussione”, costringe a “pensare”.
Professione di fede in Gesù Cristo, dunque “centro” della vita cristiana.
Il “sentiero” della “vita nuova”, della “vita in Cristo”.

Quel “sentiero” che dice il pontefice, è fatto di amore: “amore per Dio senza l’amore per il prossimo è ipocrisia; l’amore radicale per il prossimo, soprattutto l’amore per i nemici senza l’amore per Dio, è un eroismo che ci sovrasta e ci uccide”.
Una riflessione che ci sprona alla consapevolezza della testimonianza e della attualizzazione di quel “credo” di Nicea che dimostra tutta l’importanza per la Chiesa, in diversi aspetti: teologico, ecumenico, pastorale, storico, culturale… una unità di fede” professata e condivisa, una “parola” che viene “detta”, una fede “trasmessa e custodita”.
Una “fede” ed un “credo” che deve essere “raccontato”, “spiegato”, “messo” al centro della vita cristiana, che deve “entrare” in relazione con la vita.
Ricordiamo il Concilio di Nicea sicuramente per la formulazione del “credo”, ma non possiamo dimenticare quali altri apporti quel concilio ha dato per la datazione ed i canoni, per la Chiesa e la sua struttura,per la liturgia… dunque una “data” ed una “ricorenza” che dovrebbe interpellare i cristiani nella riflessione di quella “fede condivisa”, di quel “metodo sinodale” che apparentemente abbiamo riscoperto ma che ancora è “riservato” ad alcune piccole situazioni e che ancora facciamo fatica a condividere, al “contenuto” dell’evangelizzazione, della missione, del cammino consapevole, del contesto essenziale e necessario…

Papa Leone XIV con una accorta “supplica” che diventa una poesia-preghiera, invita a “riscoprire” il volto dell’ “ecumenismo”, la forza e vitalità santificante della Grazia dello Spirito Santo:
“Invochiamo dunque lo Spirito Santo, affinché ci accompagni e ci guidi in quest’opera.
Santo Spirito di Dio, tu guidi i credenti nel cammino della storia.
Ti ringraziamo perché hai ispirato i Simboli della fede e perché susciti nel cuore la gioia di professare la nostra salvezza in Gesù Cristo, Figlio di Dio, consostanziale al Padre. Senza di Lui nulla possiamo.
Tu, Spirito eterno di Dio, di epoca in epoca ringiovanisci la fede della Chiesa.
Aiutaci ad approfondirla e a tornare sempre all’essenziale per annunciarla”.
Spirito Santo, dunque, che anima e sorregge la comunità cristiana sulla via dell’unità della condivisione dell’anelito “universale” come
“segno di pace e strumento di riconciliazione contribuendo in modo decisivo a un impegno mondiale per la pace”.
E come lo stesso Pontefice ricorda in esordio della Lettera data al Mondo il 23 novembre, il suo secondo viaggio apostolico (Turchia e Libano), si svolgerà proprio tra qualche giorno (28 novembre) nella città turca di İznik, l’antica Nicea, in Turchia.
L’esortazione del Papa, dunque è quella di riflettere sulla propria fede e sulla fede delle comunità, su ciò che “unisce”, non puntare il dito su “ciò che divide”.
“In unitate fidei” sulla linea di “Ut unum sint” (Giovanni Paolo II)  allora è un invito alla unità, per ritrovare, proprio in quel “credo” il “riferimento”.
Riflettiamo allora su quelle parole del pontefice: “un ecumenismo rivolto al futuro, di riconciliazione sulla via del dialogo, di scambio dei nostri doni e patrimoni spirituali” e lasciamoci interpellare da quella che il pontefice chiama: “sfida spirituale”, che “chiede pentimento e conversione da parte di tutti”.
Il Pontefice non manca altresì di ricordare il “volto di Dio”, quel “volto misericordioso” che deve essere annunciato a tutti.
Un volto che deve animare la speranza, un Dio che
“Attraverso l’opera della redenzione, Dio non solo ha restaurato la nostra dignità umana come immagine di Dio, ma Colui che ci ha creati in modo meraviglioso ci ha resi partecipi, in modo ancor più mirabile, della sua natura divina (cfr. 2 Pt 1, 4).” (cfr. paragrafo 7).
La lettera invita alla sequela e alla consapevolezza che la salvezza è inseparabile dalla Croce e dalla carità, dall’incontro con i poveri, vita di fede, relazioni, vita quotidiana, solidarietà con gli ultimi:
“Il Credo niceno non ci parla del Dio lontano, irraggiungibile, immoto… ma del Dio che è vicino a noi, che ci accompagna nel nostro cammino… si fa piccolo, si spoglia della sua maestà infinita rendendosi nostro prossimo nei piccoli e nei poveri”.

Teologia e pastorale devono incontrarsi.
Siamo chiamati alla responsabilità tutti: testimoniamo la fede.
Un “incoraggiamento” per tutti, da vero “padre”, non dimentichiamo che letteralmente la parola latina pontifex significa “costruzione di ponti”, il costruttore di “ponti” tra Cristo e i fedeli, tra “cielo e terra”.
L’invito dunque è “Riscoprire Gesù Cristo come “Maestro, compagno, fratello e amico”, ma anche come “il Signore… che per la nostra salvezza discese dal cielo”.
Impegno per ciascuno.

VIABILITÀ – Verrua Savoia e Crescentino – Prosegue nei tempi stabiliti la manutenzione straordinaria del ponte sul Po sulla provinciale 107

È confermato che termineranno nel mese di settembre dell’anno prossimo le operazioni di manutenzione straordinaria per il risanamento strutturale conservativo del ponte sul Po che collega Verrua Savoia con Crescentino, lungo la Strada Provinciale 107 di Brusasco.
L’impresa appaltatrice ha formalmente presentato il cronoprogramma esecutivo aggiornato, che prevede il rispetto dei tempi contrattuali.
La Direzione Viabilità 1 della Città metropolitana, tramite la direzione lavori, continuerà a monitorare l’andamento delle attività, sollecitando l’impresa affinché venga assicurata la massima efficienza operativa possibile.
L’attuale fase lavorativa, che prevede il senso unico alternato e interessa anche l’incrocio tra la Provinciale 107 e la 111, sarà conclusa entro il mese di gennaio.
Le lavorazioni verranno poi traslate verso Crescentino, con l’installazione di un semaforo a due vie per un tratto di 150 metri sul lato di valle, per consentire la prosecuzione della posa delle mensole in sporgenza sul lato a valle del fiume.
Per la fine del mese di febbraio, è previsto il ribaltamento sul lato di monte delle attività cantieristiche, che prevederanno nuovamente il semaforo a tre vie per circa due mesi, tornando a interessare la zona dell’intersezione con la SP 111. Conclusa tale fase, il cantiere verrà spostato nuovamente, sempre sul lato a monte, nel tratto successivo verso Crescentino, con la reinstallazione del senso unico a due corsie.
Il percorso critico, a livello di cronoprogramma, riguarda la realizzazione degli sbalzi per la pista ciclabile e delle relative opere di finitura. I getti su mensola a sbalzo oggetto di uno specifico collaudo e di una prova di carico.
Allo stato attuale sono state concluse tutte le lavorazioni di recupero conservativo della muratura, con la sostituzione dei mattoni danneggiati e il risanamento corticale delle colte in calcestruzzo, la sigillatura dei giunti murari, il lavaggio dei paramenti murari e dei monoliti in pietra e il trattamento idrorepellente finale. A causa dell’imbrattamento delle pile del ponte, si è dovuto procedere alla rimozione dei graffiti.
Il semaforo di cantiere attualmente installato è pienamente funzionale e non rappresenta un ostacolo tecnico al flusso dei veicoli. Le criticità percepite dagli utenti derivano in larga parte da comportamenti non conformi alle norme di circolazione, in particolare dal mancato rispetto delle fasi semaforiche, che incide negativamente sul regolare deflusso del traffico.
I tempi del semaforo sono definiti sulla base della tipologia e dell’intensità del traffico, al fine di garantire un equilibrio tra il deflusso dei veicoli e i tempi di attesa.
A seguito delle segnalazioni pervenute su tempi di attesa eccessivi, è stata avviata un’indagine per il conteggio dei veicoli, la verifica del tempo medio di attesa e dell’eventuale presenza di picchi di traffico.
Il monitoraggio consentirà di valutare, qualora necessario, l’eventuale introduzione di ausiliari del traffico, così da mitigare le situazioni più problematiche.
Redazione Web
Lavori ponte SP 107 Verrua Savoia repertorioLavori ponte SP 107 Verrua Savoia repertorioLavori ponte SP 107 Verrua Savoia repertorioLavori ponte SP 107 Verrua Savoia repertorio

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STRADECITTÀMETROTO – Pont Canavese: interruzioni per lavori sulla provinciale 46

A Pont Canavese, la strada provinciale 46 di Frassinetto è chiusa dal km 3+000 al km 5+800 fino a venerdì 28 novembre nella fascia oraria 7-19, per lavori di manutenzione straordinaria della pavimentazione.
È consentito il transito unicamente al trasporto pubblico locale, che avverrà secondo i seguenti orari: dalle 8,10 alle 8,20, dalle 14,10 alle 14,20 e dalle 17,10 alle 17,20.
A San Gillio, la strada provinciale 8 di Druento sarà chiusa dal km 16+600 al km 17+100 domani, mercoledì 26 novembre, nella fascia oraria 8.30-18, per lavori di posa di una condotta idrica in attraversamento alla strada. La deviazione sul percorso alternativo sarà segnalata sul posto.
A Giaveno si stanno concludendo, in anticipo rispetto a quanto annunciato, i lavori di rappezzatura della pavimentazione sulla Sp 193 della Colletta, e dalla serata di oggi la strada sarà nuovamente percorribile anche nel tratto dal km 7 al km 10+600 (borgata Case Cont).
Redazione Web
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