Tenuta Roletto
Risvegliopopolare.it

giovedì 4 Dicembre 2025

Reale mutua
Reale mutua
Risvegliopopolare.it

giovedì 4 Dicembre 2025

Oggi, 15 novembre

BETANIA DI VISCHE - Il Vescovo Daniele predica gli esercizi spirituali per coloro che Dio "non ritira dal Mondo" - Molto seguita la meditazione che ha avuto per sfondo il Cap. 2 degli Atti degli Apostoli -

 

Occasione offerta dalla Diocesi ai laici, per “fermarsi”, “incontrarsi” e riflettere sulla propria “spiritualità laicale” da vivere in modo personale e comunitario nella vita alla quale siamo chiamati come fedeli laici.

(elisabetta acide)  – Nella vita abbiamo “occasioni importanti” alle quali, a volte, non...

Incontro di formazione proposto dall'Ufficio Catechistico Diocesano

IVREA - Grande partecipazione all'incontro dei Catechisti diocesani per la formazione con Don Andrea Cavallini - Molto importante il tema trattato: "Il senso religioso del bambino - INTEGRALE IN VIDEO - La lezione di Don Cavallini, poi l'omelia di Mons. Daniele Salera e il conferimento del mandato ai Catechisti -

Come proporre la Fede ai bambini ed ai ragazzi in una società secolarizzata?

Un bellissimo clima di attesa e sorrisi di persone che si rivedevano tutte insieme dopo un bel po’ di tempo: ecco come abbiamo vissuto l’incontro dei Catechisti a Ivrea per un momento di formazione e per ricevere il Mandato da...

La Virgo Fidelis, festa istituita da Papa Pio XII l'11 novembre 1949

PONT CANAVESE - La Compagnia di Ivrea dell'Arma dei Carabinieri agli ordini del Capitano Armir Gjeci ospite della Parrocchia retta da Don Gian Paolo Bretti per la celebrazione della Festa dedicata alla loro Patrona - Ha presieduto Liturgia il Ten. Col. Don Diego Maritano, Cappellano Militare dei Carabinieri, Comando Legione Piemonte e Valle d'Aosta - IL VIDEO E LA GALLERY DI 40 IMMAGINI

Il 21 novembre si ricorda anche la Presentazione di Maria al tempio ed il sacrificio dei Carabinieri nella battaglia di Culqualber in Etiopia, nel 1941. 

(giancarlo guidetti) – Chiesa gremita presso la parrocchia di S. Costanzo di Pont Canavese per la celebrazione della festa della “Virgo Fidelis ” patrona dell’ Arma dei Carabinieri, sabato 22 novembre...

San Martino, il Vescovo che con il dono del mantello fece fiorire l'estate

VILLAREGGIA - Sempre viva la devozione a San Martino di Tours - Festa patronale di Fede, devozione, amicizia - Un po' di storia e poi la cronaca di giorni intensamente vissuti nella gioia e nella Speranza - La poesia a San Martino - VIDEO E GALLERY

Sempre numerosa la partecipazione di popolo alle iniziative proposte dal Parroco Don Alberto Carlevato

(Testo di Martina Acotto, immagini di  Lucia Carra, Gabriele Bisco, Martina Acotto, Sandro Frola, Claudio Frassà, Mirella Nigra, Paolo e Sara Iorio) –  San Martino di Tours è uno dei Santi più venerati in Occidente. Nato...

Alle giornate di studio quest'anno tenutesi a Torino dal 3 al 7 novembre hanno partecipato più di 150 rappresentanti di Santuari di cui è costellata la Penisola

VEROLENGO / LA MADONNINA - I Rettori ed Operatori dei Santuari italiani riuniti a Torino per il 59° Incontro Nazionale di riflessione e preghiera hanno visitato il Santuario che è punto di riferimento per la spiritualità di un territorio vasto, ai confini tra le Diocesi di Ivrea, Torino, Vercelli, Casale Monferrato - Il Vescovo di Ivrea Mons. Daniele Salera ha portato il saluto - IL VIDEO

Accolti dal Rettore del Santuario Don Valerio D'amico per la Liturgia presieduta da Mons. Domenico Sorrentino, Arcivescovo di Assisi e Foligno, concelebrante il Card. Enrico Feroci - 

Si è concluso venerdì 7 novembre il 59° incontro dei Rettori e Operatori dei Santuari italiani che fanno parte del “Collegamento dei Santuari Italiani”, quest’anno riunitisi a Torino, al Valdocco. L’appuntamento si è collocato...

Una chiave per comprendere la vita, orientare le scelte e scoprire la bellezza di un Dio che accompagna e guida ogni persona

RIVAROLO CANAVESE - Il Catechismo, sei anni di cammino per la crescita umana e spirituale di ragazzi e ragazze - Il servizio generoso e appassionato dei catechisti -

Un grazie sincero va ad Anastasia, Suor Angela, Berthe, Donatella, Franca, Francesca, Giulia, Suor Hoda, Laura, al Diacono Livio, Rosaria, Ornella, Raffaele, Robertilla e al Diacono Simone

(Don Antonio Luca Parisi) – Il percorso di catechesi delle Parrocchie di San Giacomo e San...

Caricamento

L'inizio del nuovo Anno Pastorale, vissuto nel segno di una sinodalità capace di unire e condividere

BORGO REVEL - Quando i confini tra provincie e Diocesi non dividono, ma uniscono - Avvento, occasione per una intensa osmosi pastorale che dalla piccola comunità parrocchiale di Sant'Anna si apre a territori e persone in un cammino di fede - 

Tante le iniziative, vediamole insieme

(elisabetta acide) – Il nuovo Anno Liturgico prende avvio con il “Tempo di Avvento”. Tempo...

Hanno concelebrato il Parroco Don Raffaele Roffino ed il Vice Parroco, Don Antonio Luca Parisi, assistendo il Diacono Simone Mezzano - 

RIVAROLO CANAVESE - Il secondo gruppo di 21 Cresimandi riceve il Sacramento della Confermazione -Nella Solennità di Cristo Re dell'Universo il Vescovo Mons. Daniele Salera presiede la Liturgia, dispensando preziosi insegnamenti nel corso dell'omelia - I nomi di tutti i ragazzi e le ragazze formate dalle Catechiste Suor Angela Liguori e Robertilla Vivian -

Molto apprezzati i canti offerti dalla Corale parrocchiale diretta dalla Signora Elena Geranio; all’organo il Maestro Arnaldo Conta Canova, al flauto traverso la Signora Anita Zuffi.

Pomeriggio di grande gioia, quello di sabato 22 novembre a Rivarolo Canavese: è giunto il momento...

È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre

PAROLA DI DIO - Letture dalla Liturgia nella XXXIV Domenica del Tempo Ordinario - Solennità di Cristo Re dell'Universo -  «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno» - Commento a cura della Prof. Elisabetta Acide 

Davide concluse con loro un'alleanza a Ebron davanti al Signore ed essi unsero Davide re d'Israele.

2 Sam 5, 1-3 Dal secondo libro di Samuele. In quei giorni, vennero tutte le tribù d’Israele...

CUCEGLIO – I presepi ant ij süch sempre più famosi – La trasferta aretina e i prossimi appuntamenti

Trasferta nella Provincia di Arezzo nella scorsa settimana, per una parte del Direttivo dell’Associazione “I presepi ant ij süch” di Cuceglio.
Il Segretario Fabrizio Conto, accompagnato dai Consiglieri Stefano Bonatto e Mario Riva hanno infatti consegnato tre presepi “nei such”, che saranno esposti alla sesta mostra di arte presepiale a Sansepolcro. Una mostra molto importante che, con i suoi  20.000 visitatori, è una delle più importanti del Centro Italia.
Organizzata dall’Accademia Enogastronomica della Valtiberina è stata una scommessa vinta per la virtuosa associazione di Sansepolcro, per la qualità dell’esposizione e la valorizzazione della splendida Chiesa di Santa Maria dei Servi.
I presepi esposti saranno circa 150, provenienti da tutta Italia.
La mostra aprirà il 6 dicembre alle ore 18 e chiuderà, come da tradizione il 6 gennaio.
Accolto da Domenico Gambacci, Presidente dell’Accademia Enogastronomica della Valtiberina, il Direttivo Cucegliese ha potuto ammirare la bellezza del luogo in cui i presepi verranno esposti ed inoltre è stata l’occasione per allacciare un altro rapporto di amicizia e collaborazione con un’altra realtà importante, legata al mondo dei presepi.
Va inoltre ricordato che, come ormai avviene da diversi anni, alcuni presepi di Cuceglio saranno esposti alla Mostra di presepi a Torino, presso Maria Ausiliatrice e saranno anche alla mostra di presepi a Verolengo.
I tre presepi esposti sono stati realizzati da: MARINA BESSOLO (Cuceglio), GIUSEPPE ROLANDO (Sparone), CHIARA ED EMANUELE RIVA e GIANFRANCA TARRO (Cuceglio.

Infine, i prossimi importanti appuntamenti.
Domenica 7 dicembre Card. Arrigo Miglio celebrerà la S. Messa festiva alle ore 10 in Chiesa Parrocchiale e visiterà i presepi.
Martedì 16 dicembre Mons. Daniele Salera,Vescovo di Ivrea, visiterà i presepi e celebrerà la S.Messa di apertura della Novena di Natale alle ore 17 in Chiesa Parrocchiale
 

Il senso di Papa Leone per i giovani: “Voi non siete soltanto il futuro, siete il presente!” (di Lorenzo Iorfino)

C’è chi parla ai giovani. E li prende sul serio, affrontando con loro gli interrogativi viscerali che animano questa fase della vita. Non li commisera, non li tratta come specie protetta a rischio estinzione né come imbecilli vuoti e superficiali. Non dice “voi siete il futuro” ma “voi siete il presente e tra le vostre mani già si sta costruendo il futuro!”.
In seno al viaggio apostolico in Turchia e Libano, conclusosi martedì, Papa Leone XIV ha fortemente voluto dedicare un momento per incontrare i giovani. Ciò che ci propone l’effimero mondo dell’infotainment (informazione + intrattenimento) non sono i discorsi, ma le immagini: il Papa nella Moschea Blu, accanto ai patriarchi, che abbraccia Istanbul e Beirut. È il linguaggio più immediato e accessibile, più facile da redigere, più semplice da comprendere. I testi, invece, restano per lo più in archivio: richiedono tempo, attenzione, una lentezza che lo spettatore medio non esercita. Ma proprio per questo vale la pena recuperarne almeno una parte.
In Libano papa Leone ha incontrato oltre 15mila ragazzi. E questo lo abbiamo visto tutti, ma ciò che ha detto forse non ci è giunto. Ha risposto alle loro domande senza filtri, e ha condensato il senso del suo pontificato: “Mi avete chiesto dove trovare il punto fermo per perseverare nell’impegno per la pace. Carissimi, questo punto fermo non può essere un’idea, un contratto o un principio morale. Il vero principio di vita nuova è la speranza che viene dall’alto: è Cristo!”.
È ciò che il Papa ribadisce fin dal suo primo saluto dalla loggia di San Pietro: la pace del mondo nasce dalla pace del cuore, e la pace del cuore è Cristo. Per lui non esiste percorso di riconciliazione che non prenda avvio da qui. E ai giovani cristiani del Libano lo dice con franchezza: la pace non si costruisce con la protesta elevata a metodo, né con la provocazione mascherata da idealismo. La pace inizia lasciando che Cristo cambi il nostro cuore. Solo così può mettere radici.
Un’altra sua risposta che colpisce riguarda l’amore: “un amore a scadenza è un amore scadente – ha detto –. Non si ama davvero se si ama a termine, finché dura un sentimento”. Il modello dell’amore vero, quello capace di durare, è Cristo stesso: un amore senza termini e senza riserve. E questo “per sempre” non è un romanticismo fuori tempo, ma la forma più umana e più adulta dell’amare. Perché l’uomo è fatto per questo.

Radici nella comunità, occhi al futuro: la forza tenace della stampa diocesana

Sembra quasi un bollettino di guerra. Dove a cadere sono le copie cartacee. Da diversi anni la diffusione dei giornali indica sempre di più il segno meno. Con rare eccezioni. Tutto vero, ma… Quello che non indicano questi numeri in continua discesa è il variegato mondo dell’informazione locale dei giornali diocesani; un patrimonio che sfugge alle statistiche.
L’Ads, l’organizzazione che certifica e diffonde i dati di diffusione di quotidiani e periodici, sia cartacei che digitali, non annovera tra queste nessuna delle 190 testate diocesane presenti in Italia che coinvolgono oltre 5 milioni di lettori. Attivo dal 1975, l’Ads rappresenta il punto di riferimento ufficiale per questi dati e li pubblica periodicamente per garantire trasparenza al mercato pubblicitario e all’editoria. Su questi dati si basano molti degli articoli, delle riflessioni, del dibattito in corso per affermare che per i giornali di carta l’interesse sta scemando.
Tuttavia siamo un mondo che resiste e si rinnova. In un tempo in cui l’informazione viaggia veloce e si consuma in un clic, c’è un mondo editoriale che continua a resistere, anzi, a reinventarsi: quello della stampa diocesana. Mentre le grandi testate lottano con cali vertiginosi di copie e una crescente disaffezione dei lettori, i giornali diocesani restano un punto fermo per centinaia di comunità italiane. Certo, le difficoltà non mancano. Le edicole chiudono, la distribuzione postale è lenta e inefficiente. Ma, nonostante tutto, la stampa diocesana tiene e con essa il valore insostituibile della cronaca locale.
Se una notizia non appare sul settimanale locale, spesso è come se non fosse mai accaduta. È lì che la vita quotidiana prende forma, che i volti e le storie trovano spazio e significato. Molti di questi giornali sono nati in tempi difficili: dopo guerre, terremoti, crisi economiche. Da allora non hanno mai smesso di raccontare, di essere un punto di riferimento.
Oggi, accanto alla tradizione, cresce anche l’innovazione. Un giornale ha aperto un’edicola-libreria nel cuore della città, con uno schermo digitale che ripropone in formato sfogliabile il giornale del giorno. Il risultato? Curiosità, partecipazione e un incremento nelle vendite cartacee. Un’altra testata ha installato pannelli interattivi vicino alla Cattedrale per far “sbirciare” le notizie principali e invitare i passanti ad acquistare la copia in edicola. C’è chi sceglie la strada della collaborazione. Unire le forze riuscendo così a ridurre i costi ma mantenendo la propria identità. E anche nelle aree più isolate la rete funziona: in certi paesi di montagna, i giornali arrivano ancora grazie alla collaborazione tra autisti dei pullman, negozianti e lettori volontari.
Piccoli gesti che mantengono vivo il filo dell’informazione locale. In un’epoca segnata dall’intelligenza artificiale e da contenuti generati da algoritmi, la stampa diocesana continua a mettere al centro la persona. Papa Leone XIV, parlando ai vescovi italiani, ha ricordato che la persona “non è un sistema di algoritmi, ma creatura, relazione, mistero”. E proprio in questo, i settimanali diocesani hanno un compito decisivo: custodire la parola viva delle comunità, difendere la dignità dell’umano e offrire un’informazione che nasce dall’ascolto, non dalla corsa al clic.
Comunità, formazione e rete: tre parole che racchiudono la forza della stampa diocesana. Tre parole che spiegano perché i nostri giornali continuano a uscire ogni settimana, a raccontare la vita e a dare voce a chi non ne ha. In un tempo che cambia, la stampa diocesana resta un antidoto all’omologazione, una scuola di umanità e un segno concreto di speranza.

La comunicazione nella coppia cristiana

Che importanza dai a chi fa sentire gli anziani meno soli? A chi aiuta i ragazzi a prepararsi al futuro? A chi ti aiuta a pregare?
A chi ti aiuta ad essere parte di una coppia saldamente unita?
Sono alcune delle domande al centro della nuova campagna istituzionale della Conferenza Episcopale Italiana relativa ai fondi 8xmille alla Chiesa Cattolica: un racconto corale che mostra come la Chiesa abiti le storie di ogni giorno, con gesti di vicinanza, mani che si tendono, parole che consolano, segni che trasformano la fatica in speranza.
Tante storie che si possono conoscere visitando il il sito www.unitineldono.it, dove ci si può rendere conto dell’importanza delle offerte dei fedeli per la Chiesa italiana: da quelle liberali e deducibili per il sostentamento delle migliaia di sacerdoti che animano la vita delle nostre parrocchie al semplice gesto della firma per la destinazione dell’8xmille dell’Irpef alla Chiesa cattolica (una scelta che non costa nulla a chi la fa ma che può significare davvero tanto per i destinatari delle tantissime opere).
La campagna promozionale dallo slogan incisivo “Chiesa cattolica. Nelle nostre vite, ogni giorno” intende mostrare i mille volti della “Chiesa in uscita”, una comunità che si fa prossima ai più fragili e accompagna famiglie, giovani e anziani con azioni concrete. Dai percorsi formativi rivolti ai ragazzi, per imparare a usare intelligenza artificiale e nuove tecnologie, alle attività ricreative per gli anziani che spesso devono affrontare una vita in solitudine, dal sostegno alle persone lasciate sole, restituendo loro dignità e speranza, ai cammini di fede per aiutare ogni individuo a incontrare Dio nella vita quotidiana.
E a questo proposito presentiamo l’iniziativa appena conclusa del primo Campo Famiglie che si è tenuto nella frazione Septumian di Torgnon dove più di 60 tra bambini e i loro genitori provenienti da diverse parrocchie della diocesi di Ivrea, si sono ritrovati nella casa Alpina Maria Nivis per un fine settimana all’insegna del confronto e dialogo reciproco, organizzato dai coniugi Andrea e Isabella responsabili dell’ufficio diocesano di pastorale famigliare. Vi ha partecipato anche il vescovo Daniele che ha guidato vari momenti di incontro sui temi dell’ascolto e della comunicazione all’interno della coppia; il principale ha avuto come titolo “nutrire la coppia” con il dialogo.
Proponiamo qui la testimonianza di Paolo Bertotti che a quel Campo ha preso parte.
Non sempre marito e moglie (uniti dal sacramento del matrimonio), riescono a ritagliarsi dei momenti dedicati a se stessi, in cui si fermano, mettono da parte le varie attività e si guardano negli occhi per “ascoltarsi” veramente.
Come traccia per il “buon ascolto” all’interno della coppia, il Vescovo ha utilizzato una vignetta muta ma molto espressiva ed esplicita, del disegnatore Walter Kostner, in cui i due personaggi “Gibì e DoppiaW” esprimono la grandezza e potenza dell’ascolto di coppia.
Per il buon ascolto non è solamente necessario fermarsi, mollare tutto e sedersi accanto in silenzio, ma è necessario essere sintonizzati sulle frequenze dell’altro coniuge, avere le antenne dritte per captare segnali di malessere, insoddisfazione, turbamento, anche quando non sono espressi apertamente.
Gibì e DoppiaW, ci insegnano che è molto importante essere propensi all’ascolto e attendere in silenzio che l’altro svuoti il sacco: e se da un lato il suo sacco ci appesantisce, dall’altro il peso che porta dentro si sta alleggerendo. E quando il sacco di chi ha ascoltato è troppo pieno a sua volta? Diventa necessario svuotarlo con la fede, con la preghiera, con un servizio o un hobby…
È seguita poi una riflessione personale, una condivisione e un “lavoro”. Con penna e quaderno ciascuno ha messo nero su bianco quando di recente ci si è prestati all’ascolto e viceversa quando si è stati ascoltati dall’altro coniuge. Quindi lo scambio dei quaderni all’interno della coppia per leggere i pensieri dell’altro e descrivere a parole quali sono i tanti piccoli momenti che vengono adoperati per riuscire ad ascoltarsi e capirsi veramente.
Un altro tema affrontato è stato quello della comunicazione efficace. Comunicare le proprie emozioni non è semplicemente “parlare” all’altro coniuge, ma “leggersi dentro” e capire che cosa si prova di fronte ad azioni o parole, in modo da esprimere e descrivere le proprie emozioni di rabbia, paura, tristezza o gioia senza accusare o giudicare l’altro.
Se si è in grado di fare questo esercizio su sé stessi prima di aprire bocca, è garantito che la comunicazione sarà su un livello più elevato e profondo assicurando un migliore risultato (e di conseguenza un migliore ascolto), evitando litigi, incomprensioni e malumori.
È importante capire che da questo tipo di dialogo nessuno esce vincitore o sconfitto, anzi: ci si mette allo stesso livello e ci si apre all’altro cercando di manifestare le proprie debolezze e insicurezze, cercando nell’altro il modo di superarle assieme.
Grazie alla comunicazione efficace, oltre le emozioni che sono per loro natura intrinseca più istintive ed effimere, il dialogo si sposta al livello più elevato e profondo dei sentimenti che legano la coppia e che presuppongo un obiettivo e un progetto di lunga durata. Anche in questo caso le coppie hanno poi indicato su un quaderno, poi scambiato e discusso assieme, un recente litigio, un’incomprensione o un momento importante per la coppia, descrivendo i sentimenti provati in modo da farsi capire fino in fondo dall’altro.
Il Campo-Famiglie si è concluso con la Messa domenicale presieduta da monsignor Salera, nella prima domenica di Avvento. Il tempo che precede il Natale quindi, anche se è definito tempo di attesa, in realtà è già da gustare giorno dopo giorno.
I ragazzi che hanno partecipato al campo seguendo attività ludiche e formative, hanno realizzato delle casette di cartone con all’interno una preghiera (e delle buonissime caramelle) e all’esterno la data del calendario dei giorni di Avvento.
Un piccolo dono dato ad ogni famiglia che dovrà aprire la casetta nel giorno indicato e leggere la preghiera, in modo da essere fino al Natale, una comunità cristiana attiva e unita nella preghiera, così come è stato in questo Campo.

Due i Vescovi nati in Valchiusella, tanti quelli che la visitarono. Gli aneddoti con Mensa e Bettazzi

Nella foto la visita pastorale di mons. Paolo Rostagno a Succinto il 29 maggio 1946. Oltre al vescovo si riconoscono il rettore di Succinto don Giovanni Pellerej e il vicario foraneo don Pietro Aimino.
La Valchiusella, quel territorio canavesano premontano non distante dalla sede vescovile di Ivrea, popolato da gente semplice ma ricco di una storia costellata di personaggi di spicco del Regno di Sardegna prima e del Regno d’Italia poi, è stata anche terra visitata molteplici volte da alcuni vescovi.
Innanzitutto va detto che la minuscola borgata montana di Tissone di Fondo Valchiusella diede addirittura i natali, il 6 ottobre 1877, a uno di loro, ossia a Monsignor Martino Chiolino vescovo di Calama e Weiweifu in Cina.
Chiolino partì per la Cina prima dell’ordinazione sacerdotale nel 1899 come missionario del Pime, là fu ordinato presbitero nel 1900 ed elevato al rango vescovile nel 1921 da Papa Benedetto XV. Durante il suo episcopato costruì scuole e si spese per migliorare le condizioni di vita di quelle popolazioni. Era anche abilissimo nel trattare con i Signori della Guerra, una genia di briganti che infestava quelle povere regioni. Ritornato definitivamente in Italia nel 1947 in pessime condizioni di salute, si spense nella sede del Pime di Monza nel 1948.
Durante il suo periodo in Cina, ritornò due volte in Valchiusella per dei brevi soggiorni, durante i quali aiutava i compaesani a fare il fieno e proibiva ad ognuno di fargli il bacio dell’anello o qualsiasi altro segno di deferenza. In Cina era solito dire al suo segretario “I minatori del mio paese lavorano indefessamente, cosa vuole che sia quel poco che facciamo noi”. Prima di lui anche Drusacco diede i natali a un vescovo, ossia a Monsignor Giacomo De Pomariis, il quale fu vescovo di Ivrea dal 1427 al 1437. Fu lui a consacrare il duomo di Chivasso nel 1429.
Altri vescovi, non originari della valle, ma titolari di Ivrea, salirono alcune volte in questi territori per le visite pastorali. Nelle cronache si ricordano le molte presenze a Vico, sede di Vicariato, di Monsignor Giuseppe Ottavio Pochettini di Serravalle , vescovo di Ivrea dal 1769 al 1803, il quale soleva anche pernottare per presso la canonica del paese.
Un tempo le vie di comunicazione non erano certo quelle odierne e perciò nel borgo montano di Succinto, raggiungibile soltanto a piedi, mai nessun vescovo era salito in visita fino al 29 maggio 1946, quando vi si recò Monsignor Paolo Rostagno, accolto dalla popolazione in festa.
In seguito Succinto fu visitato da Monsignor Albino Mensa e più volte, sia ufficialmente, sia nella sue escursioni, dal Monsignor Luigi Bettazzi.
Il vescovo Bettazzi ama-va molto la montagna e la Valchiusella fu sovente meta di suoi pellegrinaggi e visite, alcune delle quali legate anche ad aneddoti piuttosto interessanti e simpatici.
Un giorno, saputo che il papà del parroco di Alice Superiore don Bobbio era a letto malato, giunse improvvisamente in paese e chiese al curato di poter salutare il padre. Felicissimo don Bobbio accompagnò monsignor Luigi al capezzale del padre, lo svegliò dolcemente e gli disse: “Papà, guarda chi è venuto a trovarti”. L’anziano, visto il suo visitatore, spalancò tanto d’occhi e proruppe in una tipica e colorita esclamazione piemontese: “Oh diau!”. Monsignor Luigi prendendogli la mano gli disse: “Tranquillo, niente di così considerevole, sono solo il vescovo…..”. L’ironia fu sempre l’arma di Bettazzi per mettere a proprio agio le persone e per sdrammatizzare ogni situazione.
Altri due aneddoti lo riguardano presso il Ricovero di Vico. Nel primo, il vescovo Luigi giunto in auto, suonò il campanello di un cancello ormai non più in uso. Dopo un po’ uscì una suora la quale non avendolo evidentemente riconosciuto gli gridò da lontano in tono imperioso e anche un po’ brusco: “Non vede che non passa più nessuno di lì, muova le gambe e passi di là…” indicandogli l’altro ingresso.
Il buon vescovo fece il giro e quando suonò all’ingresso giusto gli venne aperto dalla suora la quale restò pietrificata nel vedere chi era. “Eccellenza sono costernata, se l’avessi risconosciuta…”. La risposta di Bettazzi arrivò pronta: “Ah certo, ma non si avvilisca sorella, ho fatto un po’ di moto, poi il suo tono così suadente mi ha riscaldato il cuore….”. Per dovere di cronaca va detto che la suora in questione era sì piuttosto brusca a volte, ma nell’assistere gli anziani era invece molto disponibile e umana.
Un’altra volta monsignor Luigi in visita sempre al Ricovero di Vico, entrò, come faceva d’abitudine, di stanza in stanza a visitare gli ospiti. Entrato col parroco nella stanza di un’anziana, fu squadrato da capo a piedi e poi gli fu detto dalla signora: “Ah, ma io mi ricordo di lei, e cosa posso dirle, le sono venuti i capelli bianchi anche a lei eh!”. Il monsignore rispose: “Sono i segni della mia nuova dignità e identità che mi permettono di capire qualcosa in più sulla sofferenza umana”.
L’elenco potrebbe ancora durare a lungo. Molti altri vescovi salirono in valle, giunti da ogni parte del mondo per celebrare la Messa alla Statua della Madonna di Palestina, posta sul monte Bossola dal gruppo Mar Youssef, come Monsignor Kamal-Hanna Bathish, patriarca ausiliare di Gerusalemme dal 1993 al 2007, deceduto lo scorso giugno e molti altri speriamo di vederne in futuro.
Il cardinale Arrigo Miglio tra i suoi primi incarichi, dopo l’ordinazione presbiterale avvenuta nel 1967, ebbe quello di “portare la Messa” a Lugnacco, parrocchia all’epoca affidata allo storico parroco di Rueglio don Bartolomeo Peller. Vi risalì poi tante volte da Vescovo.
Monsignor Cerrato e Monsignor Salera hanno una cosa che li accomuna: la loro prima Messa in valle, dopo la loro nomina a capo della diocesi eporediese, l’hanno celebrata a Drusacco.
Monsignor Roberto Fari-nella, canavesano, anche lui è più volte salito a vario titolo in Valchiusella.
Termino con un episodio che, all’epoca, passò di bocca in bocca in tutta la valle.
Di ritorno dall’aver celebrato le Cresime a Traversella, Monsignor Albino Mensa decise di fare improvvisa visita all’anziano prevosto di Trausella don Domenico Arduino, ex cappellano militare e eroe di guerra.
Il sole era già tramontato. La vettura del vescovo si fermò al portone e il segretario suonò il campanello. Dopo alcuni istanti disse: “Non risponde eccellenza, ma la luce dentro è accesa”. Rispose il vescovo: “Riprovi figliolo, il rettore è afflitto da grave sordità a causa dello scoppio di una mina in guerra”.
Il segretario provò più volte, ma nulla. Passò casualmente una persona del paese e spiegò che siccome la sordità di don Arduino era peggiorata, il campanello non lo sentiva, allora sul lato della cucina erano posti dei giornali appesi a dei fili, uno dei quali scendeva le scale, usciva dal portone onde potesse essere tirato da fuori. Tirando il filo i giornali si muovevano all’interno della cucina e così il rettore, prima o poi, avendoli visti, avrebbe capito che c’era qualcuno al portone. Ingegnoso!
Il filo fu tirato più volte e finalmente una finestra si aprì: “Chi ca l’è?” tuonò la voce imperiosa del rettore il quale affacciatosi vide solo il suo parrocchiano e gettò così giù la chiave perché potesse entrare. Il signore e il buon don Arduino si ritrovarono a metà scala e il parrocchiano gridò con quanto fiato aveva in corpo: “Sotto c’è il vescovo di Ivrea che è venuto a trovarla”. Rispose il rettore: “E que ca vol da mi qul falabrach a st’ora?” (cosa vuole da me quel vagabondo a quest’ora?).
Poi il Monsignore fu fatto salire in canonica e ricevuto con tutti gli onori. Beh, il parrocchiano e il segretario all’inizio furono piuttosto irrigiditi dall’imbarazzo, ma sua Eccellenza, con perfetto aplomb anglosassone, non diede alcun segnale di aver sentito le parole del rettore, che, dato il suo tono di voce avevano echeggiato ben bene nella silente sera trausellese.

Caricamento