Tenuta Roletto
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sabato 28 Giugno 2025

Reale mutua
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sabato 28 Giugno 2025

Ha concelebrato il Cappellano Militare T.Col. Don Diego Maritano, unitamente al Parroco Don Sergio Noascone

PRA SCONDU' - L'Arma dei Carabinieri celebra la Virgo Fidelis - Liturgia sentita e partecipata, presso uno dei Santuari mariani più amati in tutto il Piemonte - La Compagnia di Ivrea della "Benemerita" sempre attenta al legame profondo e sincero con il territorio - Santa Messa presieduta dal Vescovo Mons. Daniele Salera - LA GALLERY

On line il video di 50 minuti - Oggi 12 giugno non possiamo non ricordare il sacrificio del Brigadiere Capo Carlo Legrottaglie, caduto sotto il fuoco di malviventi nell'adempimento del proprio dovere nei pressi di Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi - 

La celebrazione della Virgo Fidelis, Patrona dell’Arma dei Carabinieri, tenutasi, mercoledì 11 giugno, dalla Compagnia di Ivrea diretta dal Cap. Manuel Grasso, presso il Santuario di Pra Scondù è stata come sempre vissuta...

Perfetta l'organizzazione che ha richiesto un grande impegno del Parroco, Don Davide Kamal

CAREMA - Ventisette ragazzi e ragazze ricevono la Cresima dal Vescovo Daniele - Grande presenza di popolo, nell'abbraccio affettuoso al Pastore della Chiesa eporediese e canavesana - L'omelia del Presule seguita con viva attenzione - 

La piccola Parrocchia al confine con la Valle d'Aosta frequentata anche da fedeli di Pont Saint Martin

(servizio di giancarlo guidetti ) – Quella appena trascorsa è una domenica in cui diverse...

Lo scorso 10 giugno

FELETTO - La bella realtà delle "Assuntine" - Volontariato operoso ed intelligente a favore della Parrocchia, animato dalla devozione alla Beata Vergine Assunta  - Non manca anche, dopo tanto lavoro, un momento di gioiosa convivialità, in vista dei prossimi appuntamenti - 

La Madonna guarderà con benevolenza affettuosa queste sue figlie e non mancherà di riservare loro doni e grazie spirituali - 

(g.f. – e.g.) – Serata conviviale martedì 10 giugno presso la parrocchia di Feletto....

Sabato 17 maggio, giornata illuminata da una luce speciale

AGLIE', CUCEGLIO, SAN GIORGIO, OZEGNA E LUSIGLIE' - Accolta la reliquia del Beato Carlo Acutis con una grande festa al Santuario di Madonna del Bosco - Giornata di riflessione, preghiera, divertimento, nel segno di una santità che parla ai giovani - 

Insieme bambini e ragazzi hanno giocato, ballato e partecipato ai laboratori proposti, per conoscere ed approfondire la vita ed i miracoli di questo giovane beato.

(donatella novaria) – Sabato 17 maggio al Santuario della Madonna del Bosco di Ozegna le parrocchie di Agliè, Cuceglio, Ozegna, S. Giorgio e Lusigliè hanno organizzato un pomeriggio di festeggiamenti per accogliere la...

Egli stesso spiegava la differenza tra vivere e vivacchiare, tra impegno e svogliatezza

PASQUARO DI RIVAROLO CANAVESE - Pier Giorgio Frassati: l’avventura di un uomo vivo - Molta e attenta partecipazione alla conferenza di Domenico Zeni sul giovane Beato che sarà canonizzato il 7 settembre 2025

Gesù mi fa visita ogni mattina nella Comunione, io la restituisco nel misero modo che posso, visitando i poveri”.

(g.f. – e.g.) – Venerdì 20 giugno presso la piccola accogliente chiesa parrocchiale di...

I principi ispiratori dell'Istituto: Servizio, serietà, competenza, umanità -

CASTELLAMONTE - "Il frutto che il Signore ci chiede di portare, rimanendo il Lui, è la bontà" - Il Vescovo Daniele presiede la Liturgia nella Festa di Santa Rita da Cascia offrendo un'omelia molto seguita e ricca di insegnamenti - IL VIDEO

Santa Messa concelebrata da da don Angelo Bianchi, don Angelo Bottali assistendo il diacono Giovanni Malandrino -

(giancarlo guidetti) – Nel pomeriggio di giovedì 22 maggio l’ Istituto Domenica Romana (che si occupa dell’ assistenza agli anziani) ha celebrato la festa in onore di Santa Rita da Cascia. Santa Rita, al secolo...

Ha animato la Liturgia la Corale che riunisce tutte le cantorie

CUCEGLIO - Il Vescovo Mons. Daniele Salera conclude il Mese Mariano al Santuario della Beata Vergine Addolorata - Numerosa presenza di popolo anche per il pellegrinaggio che ha preso le mosse dalla chiesa di Madonna delle Grazie a Cascine Cuffia - VIDEO E GALLERY

Hanno concelebrato Don Luca Meinardi, Don Massimiliano Marco ed il "cucegliese Doc" Don Valerio D'Amico

(f.c.) – Vasta partecipazione di popolo per la Celebrazione che ha chiuso il Mese Mariano...

Un luogo dove si respira una santità forte, nella bellezza di gesti semplici

CHIVASSO E TORRAZZA PIEMONTE - Le Parrocchie del Santo Rosario e di S.Giacomo il Maggiore, con le rispettive Cappellanie, a Castelnuovo Don Bosco con Don Gianpiero Valerio e le Catechiste - Una bella occasione di preparazione per i bambini che si accosteranno alla Prima Comunione i 21 e 22 giugno prossimi - 

Don Livio, salesiano per formazione e vocazione ha inoltre  sottolineato la figura di “Mamma Margherita”

Domenica 1 giugno 2025  don Gianpiero Valerio  e le catechiste  delle comunità della Madonna del...

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DIETRO LO SCHERMO di GRAZIELLA CORTESE

Dragon trainer

I bambini già sanno che i draghi esistono. E, pur senza leggere la dottrina dello scrittore e...

FLAVIA BEGO: “RICORDO POCO DI QUELLA SERA: FUI FELICE DELLA VITTORIA, MA MI FERMAI AL TURNO SUCCESSIVO”

I piccoli canavesani puntano all’Antoniano

Settembre e ottobre 1968, a Chivasso e Ivrea le selezioni per “Lo zecchino d’oro”

(di Severino Morgando)

Foto: Monsignor Luigi Bettazzi con i bambini vincitori della serata di selezione dello “Zecchino...

VILLAREGGIA, MAZZE’, TONENGO – Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo

(testo di renato scotti – immagini di gabriele bisco, elena ghirardelli ph, don alberto) – Sentite e partecipate sono state anche quest’anno le celebrazioni per la Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo nelle parrocchie di Mazzè, Tonengo e Villareggia, affidate a don Alberto Carlevato.
Giovedì 19 giugno, a Mazzè, la processione eucaristica accompagnata dalla locale banda musicale “La Fiorita” ha avuto luogo dopo la Santa Messa celebrata dal vescovo della diocesi di Ivrea, S.E. Mons. Daniele Salera, in onore dei santi martiri Gervasio e Protasio, ai quali la chiesa parrocchiale è intitolata.
Presenti i bambini della Prima Comunione che, nel corso della processione, hanno sparso petali di fiori davanti al Santissimo Sacramento.

Durante la Santa Messa gli animatori del Centro Estivo Emme.Ti.Vi. hanno ricevuto l’“invio” da parte del Vescovo, assumendo pubblicamente l’impegno affinché le attività del Centro non siano solo di aggregazione e di svago, ma siano orientate anche e soprattutto a far conoscere e far amare Gesù sempre più e sempre meglio ai bambini e ai ragazzi che, a partire dal 23 giugno partecipano alle attività proposte dagli Animatori.

Il canto liturgico è stato impeccabilmente sostenuto dalla Cantoria di Quincinetto, diretta dal M° Gianni Carando e accompagnata all’organo dal M° Sandro Frola.
Altrettanto ben preparati e curati sono stati i canti liturgici della Cantoria di Tonengo e della Corale Villareggese eseguiti durante le Sante Messe celebrate in onore del Santissimo Sacramento sabato 21 giugno a Tonengo da mons. Lorenzo Piretto e domenica 22 giugno a Villareggia da don Alberto.

Il canto liturgico è preghiera e grazie ad esso i fedeli sono stati certamente aiutati ad immergersi più profondamente nel mistero grande del sacramento dell’Eucaristia che Gesù istituì nell’Ultima Cena e col quale, mediante la consacrazione del pane e del vino da parte del sacerdote, Egli si rende realmente presente in corpo, sangue, anima e divinità.
La pioggia copiosa di sabato 21 giugno ha purtroppo impedito lo svolgersi della tradizionale processione eucaristica serale a Tonengo di Mazzè, ma è stata comunque impartita la benedizione eucaristica ai fedeli presenti, fra i quali ricordiamo in particolare i bambini della Prima Comunione.
La processione si è invece svolta regolarmente il giorno successivo a Villareggia, dopo la Santa Mesa solenne di Prima Comunione, lungo le vie del paese abbellite per l’occasione con piante e fiori, accompagnata dalla banda musicale “La Fiorita” di Mazzè.
 
La festa del Corpus Domini venne celebrata per la prima volta nel XIII secolo nella diocesi di Liegi (Belgio) nel 1246, ma venne estesa alla Chiesa Universale solo nel 1264 da papa Urbano IV (1261-1264) con la bolla Transiturus de hoc mundo ad Patremnel, emanata dopo aver approvato l’autenticità del miracolo eucaristico di Bolsena: il sacerdote Pietro da Praga, di ritorno in Boemia dopo essere stato in Italia per chiedere udienza al papa, si fermò a celebrare messa a Bolsena (VT); al momento della consacrazione, fu colto dal dubbio sulla reale presenza di Gesù nell’Eucaristia; l’ostia si trasformò in carne aspersa di rosso sangue; sia papa Urbano che Tommaso d’Aquino (1225 ca–1274) verificarono di persona il prodigio ed il futuro san Tommaso fu incaricato dal papa di scrivere la liturgia che avrebbe accompagnato la già citata bolla, «affinché questo eccelso e venerabile Sacramento fosse per tutti memoriale dello straordinario amore di Dio per noi».

Numerosi sono i miracoli eucaristici verificatisi in tutto il mondo.
Anche per via della prossimità geografica, ricordiamo qui il miracolo eucaristico di Torino avvenuto nel 1453.
Ad Exilles (Alta Val Susa), durante scontri fra milizie, una chiesa venne saccheggiata e un soldato rubò, fra le altre cose, l’ostensorio contenente l’Ostia consacrata dandosi poi alla fuga verso la città di Torino.
Qui, nel luogo dove in seguito al miracolo venne costruita la chiesa del Corpus Domini, il mulo sul quale viaggiava inciampò, la refurtiva cadde a terra e l’ostensorio contenente l’Ostia si elevò al di sopra delle case. Cadde in seguito pure l’ostensorio e l’Ostia consacrata restò sospesa libera e splendente.
Discese, solo più tardi, nel calice elevato verso l’Ostia dal vescovo Lodovico dei Marchesi di Romagnano che, informato e giunto sul luogo, si era prostrato in adorazione pregando con le parole dei discepoli di Emmaus: «Resta con noi, Signore».
La festa del Corpus Domini cade quest’anno a meno di tre mesi dalla canonizzazione del beato Carlo Acutis (1991–2006) che, assieme al beato Pier Giorgio Frassati (1901–1925), sarà proclamato santo il prossimo 7 settembre.
Colpito da leucemia fulminante e morto a soli 15 anni, Carlo fu autenticamente “innamorato di Dio” e spese la sua breve ma intensissima vita per trasmettere questo amore al prossimo.
Considerava l’Eucaristia come «autostrada per il Cielo», il mezzo più potente ed efficace per raggiungere la santità.
Fu l’amore per il mirabile Sacramento a spingerlo a realizzare la Mostra dei Miracoli Eucaristici (disponibile anche on-line) che presenta circa 136 miracoli verificatisi nel corso dei secoli in diversi Paesi del mondo e riconosciuti dalla Chiesa.
Si spese molto per insegnare il catechismo ai bambini in preparazione alla Prima Comunione ed alla Cresima.
E sovente si domandava: “Perché gli uomini si preoccupano tanto della bellezza del proprio corpo e poi non si preoccupano della bellezza della propria anima?“
Al giovane Santo, allora, possiamo e dobbiamo chiedere una speciale intercessione e protezione soprattutto per i bambini delle nostre comunità che da poco hanno ricevuto la Prima Comunione: perché crescano nella fede e in santità; e perché sappiano inginocchiarsi in adorazione di fronte al Santissimo Sacramento, unico vero antidoto per non piegarsi alle logiche del mondo e imboccare, invece, l’«autostrada» per il Paradiso.
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PACE, GIUSTIZIA, VERITA’ – Le profetiche ed esigenti parole di Papa Leone XIV ai Vescovi italiani

(elisabetta acide) – La sera della sua elezione, in attesa trepidante di quelle parole del “nuovo Pontefice”, abbiamo  sentito riecheggiare quell’annuncio del Vangelo lucano sulla bocca del Signore Risorto:
“La pace sia con voi!” (cfr Lc 24,36; Gv 20,19).
E la parola “pace”, in quelle righe pronunciate con voce ferma ma sensibilmente commossa, hanno riecheggiato per (se non ho contato male) 10 volte.
“Pace” e poi “giustizia” e “verità”.
Parole che abbiamo sentito ancora pronunciare in questi mesi dalla sua elezione e che ci riportano a quel Cenacolo: pace e comunione.
“Pace a voi”: con le mie mani e i miei piedi trafitti.
La pace dell’autore stesso della pace.
Nel recente discorso ai Vescovi della CEI del 17 giugno 2025, ancora Papa Leone XIV, ci “riporta” alla parola “pace” e lo fa con una sottolineatura particolare:
“Il Signore, infatti, ci invia al mondo a portare il suo stesso dono: “La pace sia con voi!”, e a diventarne artigiani nei luoghi della vita quotidiana. Penso alle parrocchie, ai quartieri, alle aree interne del Paese, alle periferie urbane ed esistenziali. Lì dove le relazioni umane e sociali si fanno difficili e il conflitto prende forma, magari in modo sottile, deve farsi visibile una Chiesa capace di riconciliazione”.
Un “invito” sollecito e particolare, non solo a rinnovare l’annuncio e la trasmissione della fede, ma a farlo in nome della pace.
Quella pace di cui il mondo ha bisogno, di cui la Chiesa ha bisogno, di cui le parrocchie, le Diocesi, hanno bisogno.
La pace “vera”, quella che viene dal Signore, quella che  è “richiesta” specifica del Vangelo e che l’apostolo Paolo esorta a vivere: “vivete in pace con tutti” (Rm 12,18).
Aggiunge san Paolo: “se possibile” (Rm12,18).
Sì la pace è “possibile”, ma occorre tutti essere “costruttori di pace”.
Pace “disarmata e disarmante” (primo saluto del santo Padre Papa Leone XIV 8 maggio 2025).
Pace che va “costruita” “disarmando” le nostre vite dall’odio, dal rancore, dall’invidia dalla gelosia, dall’indifferenza, dal risentimento, dal pregiudizio, dall’agressività, per “disarmare la terra”.
Pace che deve partire, come ricorda proprio il santo Padre, parlando in udienza ai giornalisti appena qualche giorno dopo la sua elezione: “Disarmiano le parole e contribuiremo a disarmare la Terra”.
Le parole sono la prima contro-arma per costruire “ponti di pace”. Spesso non ne abbiamo percezione ma sono proprio le “parole gridate”, le “parole offensive”, le “parole che infangano”, quelle che “serpeggiano con veleno” a “armare” i conflitti.
Abbiamo bisogno di “parole di pace” per la nostra vita, per quella “costruzione umile e perseverante” in una “Chiesa sinodale, una Chiesa che cammina, una Chiesa che cerca sempre la pace, che cerca sempre la carità, che cerca sempre di essere vicino specialmente a coloro che soffrono” (Papa Leone XIV nel già citato discorso dell’8 maggio dalla loggia di piazza s. Pietro).
“Ciò che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi» (1Gv 1,3) cita papa Leone XVI parlando ai Vescovi Italiani: e ciò che abbiamo udito dalle parole di Cristo.
Cristo ci parla di pace.
E aggiunge il santo Padre:
“La relazione con Cristo ci chiama a sviluppare un’attenzione pastorale sul tema della pace”.
Sono le parole di un “padre” per i suoi figli, quelle che nascono dal dolore per i conflitti, quelle che nascono dalla constatazione della difficoltà di seminare “piccoli gesti di pace”. E questo invito, che si accompagna ai suoi appelli accorati, alle sue azioni quotidiane, alle sue preghiere, alle sue particolari attenzioni ai numerosi e drammatici conflitti delle “zone di guerra”, sono per noi.
Per noi che “invochiamo” la pace ma che quotidianamente viviamo i piccoli ma laceranti conflitti anche dentro le nostre comunità.
Pace per una “Chiesa generativa”, per una Chiesa che sia portatrice di Vangelo in ogni ambiente, per una Chiesa che sia espressione e azione di quella fedeltà al Vangelo,  che è conversione dei cuori, che è giustizia, che è misericordia, che è pace.
“Ogni comunità diventi una “casa della pace”, dove si impara a disinnescare l’ostilità attraverso il dialogo, dove si pratica la giustizia e si custodisce il perdono. La pace non è un’utopia spirituale: è una via umile, fatta di gesti quotidiani, che intreccia pazienza e coraggio, ascolto e azione. E che chiede oggi, più che mai, la nostra presenza vigile e generativa.” (Papa Leone XIV ai Vescovi CEI).
Una Chiesa allora, “generativa” che si apre alla pace, che la annuncia e la “pratica”; una Chiesa che “parla” di pace con la vita, che porta il Vangelo di pace, di dialogo, di persona e della sua dignità, per essere “segno del Regno di Dio”.
Ascolto delle persone, della vita, costruzione di intrecci e di relazioni, vita di relazioni fraterne e di perdono… ecco la “pace possibile”, la “pace perseguibile”, una “pace costruibile”…
Una “pace costruita” con la vita di tutti, tutti i giorni.
Per essere “artigiani di pace”.
Papa Leone XIV riprende ed utilizza  una espressione di Papa Francesco: “siate artigiani di pace” (Discorso  10 ottobre 2022 ai giovani pellegrini in Belgio), per costruire dentro e intorno a noi, bellezza, amore,fraternità, solidarietà… pace.
Possiamo diventare “artigiani di pace” solo se sapremo proporre, non imporre, se sapremo vivere la Verità di Cristo, oltre le menzogne, oltre la “liquidità” accomodante, oltre lo stare “dietro alla siepe” e non allargare lo sguardo…
Essere “artigiani di pace” nelle comunità, nella Chiesa, nelle Diocesi, nelle parrocchie, è essere “persone di pace”, “cristiani di pace”, promotori di giustizia, di perdono, per “abitare” i territori inesplorati della pace possibile, della pace quotidiana, della presenza che cura, della attenzione che guarda, della responsabilità che mi fa “chinare” sugli altri.
Essere artigiani di pace è possibile se saremo Chiesa che promuove l’impegno personale, il cammino di comunione, l’ Amore possibile.
Essere artigiani di pace è possibile se saremo cristiani che non si limitano a “indignarsi” per i conflitti, per le guerre, per i soprusi, ma che costruiscono ponti e reti, dialoghi e azioni, che lavorano nel quotidiano della vita per intessere trame di pace sui valori della solidarietà, del dialogo, della giustizia, della dignità…
Essere artigiani di pace, è avere il coraggio di Papa Leone XIV con quelle 10 volte della parola “pace”, non una successione di vocali e consonanti, ma una “missione” di vita cristiana, di Parola di Cristo che fa “gioire” alla visione del Signore.
Essere artigiani di pace è vivere la Presenza di Cristo nella comunità, vivere l’Eucaristia, generatrice di “vita piena”, di “vita di Cristo”, di “presenza di Dio”.
Riflettiamo sulle esortazioni del Santo Padre: “Restate uniti e non difendetevi dalle provocazioni dello Spirito. La sinodalità diventi mentalità, nel cuore, nei processi decisionali e nei modi di agire…non abbiate timore di scelte coraggiose…il Vangelo che siamo inviati a portare, perché è di questo che tutti, noi per primi, abbiamo bisogno per vivere bene ed essere felici”.
Le “scelte coraggiose”, quelle che ci fanno “essere” Chiesa di pace, ambasciatori di pace, persone di pace.
“Mettiamoci insieme per cercare soluzioni alla guerra” è l’appello accorato del Santo Padre e all’Angelus di domenica 15 giugno invita: “Continuiamo a pregare per la pace in Medio Oriente, in Ucraina e nel mondo intero”.
Pace cercata e realizzata.
Pace perseguita e praticata.
Ed ancora, parlando di pace, il Santo Padre mette in guardia dalle insidie della “pace apparente”:
“una semplice tregua, un momento di riposo tra una contesa e l’altra, poiché, per quanto ci si sforzi, le tensioni sono sempre presenti” (Discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, 16 maggio 2025).
Una riflessione importante, perché la convivenza umana, in qualsiasi ambito, sia generativa di umanità, di quella pace che non è “assenza di guerra” (che sarebbe già importante), ma che è scelta precisa e decisa di dialogo, di fraternità, di ascolto, di parole sussurrate non gridate, ma interiorizzate e costruite perché possano diventare parole di pace.
“Il Regno di Dio sarà giustizia, pace ed allegria, e saranno questi i frutti dello Spirito Santo” ( cfr.Rm 14,17) e
“Dio sarà tutto in tutti” (cfr.1Cor 15,28), con queste certezze, seminiamo la pace, quella pace cantata dagli angeli a  Betlemme in quella notte: “Pace in terra agli uomini che egli ama”, quella  pace che è il di Gesù ai discepoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” (cfr. Gv 14,27).
Diventiamo “profeti sapienti di pace”, per la “missione” che ci  ha “consegnato” Gesù su quel monte o in quel piano: “Beati gli operatori di pace”. Beati coloro che avranno “volto di pace”, il cui volto e la cui vita riflette la pace di Cristo.
Diventiamo  “persone di pace”, non nella tranquilla serenità della vita, ma nello “shalom” della vita di giustizia e verità.
Diventiamo operatori laboriosi della pace di Cristo, intraprendenti creativi “pacificatori” del mondo, perché con la sua Pace, Cristo ci ha reso figli, ci ha reso fratelli, ci ha reso “artigiani” di comunione.
“Egli è venuto ad annunziare pace” (Col 2,17), ci ha donato il suo Spirito che ci i-Spira, “opere di pace”, suscita le nostre “costruzioni di pace”.
Raccogliamo l’invito di Papa Leone XIV: “abitiamo” la pace dei figli e dei fratelli, la pace che ci dona la Grazia, la pace che ci fa percorrere strade straordinarie di giustizia, di amore, di perdono.
La “pace” sia il nostro “programma” di vita: una pace di responsabilità personale e comunitaria, una pace fatta di sollecitudine e prossimità, una pace fatta di annuncio e di conversione continua, di perdono e di pazienza, di cammino e di reciprocità.
Viviamo la pace come “dono”, “dono di Cristo”, dono che chiede di essere vissuto e diffuso con impegno e disponibilità.
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(L’immagine di apertura è tratta da Vatican Media)

Sull’esempio di Pietro e Paolo – Commento al Vangelo di domenica 29 giugno (di don Loris Cena)

La solennità dei Santi Pietro e Paolo cade di domenica e prevale sulla domenica del Tempo Ordinario. La liturgia attraverso due formulari rende la celebrazione ricca da un punto di vista biblico e da un punto di vista eucologico.
Le due “colonne” della Chiesa cattolica vengono celebrate insieme nello stesso giorno, perché entrambi per vie diverse hanno incontrato, seguito, servito Cristo. Una prima esperienza che la Parola di Dio produce in questa solennità è il senso della liberazione. Pietro viene liberato dal carcere dall’angelo e lui stesso afferma: “Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano…”. Anche Paolo fa l’esperienza di liberazione, nel racconto della lettera ai Galati annuncia la sua personale illuminazione sulla via di Damasco ed esprime questa esperienza di luce dicendo: “Mi chiamò con la sua grazia”. Pietro e Paolo si rendono conto e ci aiutano a comprendere che l’intervento del Signore nella loro vita li ha resi strumenti docili per testimoniare e annunciare le Sue opere grandi.
Un secondo aspetto da sottolineare è l’iniziativa del Signore, il quale colma le povertà dell’uomo. Pietro non possiede né oro né argento ma l’incontro con il Risorto sul lago di Galilea trasforma l’uomo del rinnegamento nell’apostolo che agisce nel nome di Cristo Gesù, il Nazareno e dà la Vita autentica a chi è nell’indigenza. Paolo con la grazia di Cristo arriverà a offrire la vita in un’esperienza di fede che viene paragonata a una battaglia, a una corsa, ma attraverso la fede la sua vita ora può essere rimessa totalmente nelle mani del Signore. Il Signore in Pietro e Paolo ci sta insegnando che solo con Lui la nostra vita può avere una svolta.
Per il Vangelo di Giovanni della liturgia vespertina ci aiutano le parole di Benedetto XVI: “Gesù domanda a Pietro la prima volta: «Simone mi ami tu, con questo amore totale e incondizionato? Prima dell’esperienza del tradimento l’Apostolo avrebbe certamente detto: “Ti amo incondizionatamente”. Ora che ha conosciuto l’amara tristezza dell’infedeltà, il dramma della propria debolezza, dice con umiltà: “Signore, ti voglio bene cioè “ti amo del mio povero amore umano”. Alla terza volta Gesù dice a Simone soltanto: “mi vuoi bene?”. Simone comprende che a Gesù basta il suo povero amore, l’unico di cui è capace, e tuttavia è rattristato che il Signore gli abbia dovuto dire così. Gli risponde perciò: “Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene”. Verrebbe da dire che Gesù si è adeguato a Pietro, piuttosto che Pietro a Gesù!”.
Il Vangelo della domenica ci fa la domanda che Gesù fa a Pietro ma che in pratica rivolge a noi: “Ma voi chi dire che io sia?”. La risposta di Pietro è netta e immediata: “Tu sei il Cristo”, cioè il Messia, il consacrato di Dio mandato a salvare il suo popolo. Pietro e gli altri apostoli, dunque, a differenza della maggior parte della gente, credono che Gesù non sia solo un grande maestro, o un profeta, ma molto di più. Hanno fede: credono che in Lui è presente e opera Dio. Anche questa testimonianza degli Apostoli Pietro e Paolo ci aiuta a fermare di più la nostra attenzione su Gesù Cristo per ripartire da Lui come suoi testimoni. In questa domenica siamo invitati a pregare per il ministero del Santo Padre, Papa Leone XIV e contribuire per la Sua missione con l’Obolo per la Carità del Papa.
Mt 16, 13-19
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

CASTELLAMONTE – Nella Solennità del Corpus Domini, la Prima Comunione di ragazzi e ragazze

(giancarlo guidetti) –  La Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo si celebra il giovedì o la domenica successiva alla Solennità della Santissima Trinità.
Rievoca la liturgia della Messa nella Cena del Signore del Giovedì Santo; fu istituita ad Orvieto l’ 11 agosto 1264 da Papa Urbano IV con la bolla Transiturus.
Nata nel 1247 nella diocesi di Liegi per celebrare la reale presenza di Cristo nell’ Eucarestia si deve principalmente ad una suora agostiniana, vissuta nella prima metà del XIII secolo, Suor Giuliana di Cornillon.
In era moderna, la ricorrenza fu stabilita nel giovedì dopo l’ ottava della Pentecoste.
Ora la festività non è più riconosciuta tale in sede civile, sicchè la Celebrazione è trasferita nella domenica immediatamente successiva.
Nonostante ciò non si è impedito che in molte località, oltre alla domenica, venisse comunque celebrata nel suo giorno storico, il giovedì.
Anche la comunità di fedeli di Castellamonte si è unita nella giornata di giovedì sera alle celebrazioni della Solennità del Corpus Domini, non solo ma per circa venti adolescenti la festa è stata resa ancora più straordinaria ricevendo la Prima Comunione.
Don Angelo Bianchi il nostro parroco, in collaborazione con don Joao Munante Frias Gilberto, don Silvio Gignone, dei diaconi Giovanni Malandrino e Raffaele Tonello, delle suore Norma e Brigida hanno preparato un programma ed un allestimento di straordinaria ricchezza di contenuti ed emozioni.
L’ Adorazione Eucaristica nella piccola chiesa di S. Grato; la Processione con il Santissimo Sacramento che dalla chiesina si è snodata lungo le vie cittadine accompagnata dalla locale filarmonica ( la scuola di musica Francesco Romana ) dal coro parrocchiale dal primo  cittadino, dagli adolescenti della Prima Comunione e da tanti fedeli; giungendo poi alle porte della chiesa parrocchiale S.S.Pietro e Paolo nella suggestiva Rotonda Antonelliana, solenne Benedizione e primo momento dedicato al cerimoniale degli adolescenti che riceveranno la Prima Comunione.
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Apprendere giocando e vincere l’ansia (di Cristina Terribili)

L’ansia degli esami è un’emozione nota, di cui si torna periodicamente a parlare, soprattutto in questi tempi di Maturità. Spesso la prova più temuta è quella di matematica, che può evolvere per qualcuno in una vera e propria fobia – la “matofobia”, secondo il termine coniato da Papert negli anni ‘80 – che non solo compromette l’apprendimento di quella materia, ma alimenta anche la paura del fallimento.
L’imbarazzo o l’umiliazione per un brutto voto può talvolta condizionare l’autostima e l’immagine di sé come persona capace di imparare, con conseguenze negative che possono accentuarsi sino a sfociare anche in disturbi comportamentali. L’ansia per la matematica si sviluppa per una serie di molteplici fattori: vi concorrono certo gli insuccessi scolastici, soprattutto quelli ripetuti, ma anche il modo in cui la materia viene insegnata e pure gli stereotipi culturali ed il contesto familiare.
Tuttavia la matematica è ricca di creatività ed intuizione che possono essere veicolate con il gioco e rendere più naturale l’apprendimento dei procedimenti logico-deduttivi che sottostanno proprio alla risoluzione dei problemi matematici. La possibilità estiva di giocare in famiglia può liberare conoscenze e potenzialità che tra i banchi scolastici non sempre bambini o studenti in generale sono in grado di esprimere.
Ma quali possono essere i giochi che favoriscono l’apprendimento della matematica? Tutti i giochi di carte tradizionali, che ci permettono di spaziare su associazioni o calcoli semplici – come accade per la “Scopa” ma anche con “Asso piglia tutto” o con “Rubamazzo” e poi “Scala Quaranta” o “Machiavelli”, che richiedono l’adattamento alla disposizione delle carte che cambia in continuazione. Da non sottovalutare la classica “Battaglia navale” che prevede il muoversi sul piano cartesiano; oppure il gioco del “Master Mind” che permette di fare approssimazioni su ipotesi per arrivare alla soluzione, quindi dama o scacchi, monopoli, il gioco “Farmer” (con la bellissima storia che sottende alla sua realizzazione), “Stone age Junior” o tutti i nuovi giochi cosiddetti “german”. Innumerevoli anche i giochi che richiedono movimento e aiutano a conoscere i numeri.
L’estate può essere il periodo più bello dell’anno per sperimentare qualcosa di diverso e arrivare al nuovo anno scolastico con una marcia in più e un pò di ansia in meno. Anche verso la matematica!

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