La “Settimana della Moda” di Milano, meglio nota come Milano Fashion Week, è nel pieno del suo svolgimento. Il centro della città ospita showroom (vale a dire “sale da esposizione”) ed eventi elegantissimi nei meravigliosi palazzi della antica nobiltà, da Palazzo Reale a Palazzo Giureconsulti. Un richiamo irresistibile per gli addetti del settore, ma anche per moltissimi appassionati da tutto il mondo.

C’è chi stima la presenza di 800mila turisti che affolleranno la capitale della moda italiana, che sfida, come tutti gli anni, Parigi e New York. Mentre ci prepariamo all’inverno, alla legge di bilancio descritta come “durissima”, con i flussi migratori in aumento, come anche tutti i prezzi, durante questa Fiera delle Vanità si presenteranno le collezioni Primavera-Estate. Un settore che vale quasi 100 miliardi di euro all’anno! Sono arrivare anche le “supermodelle”, le “bellissime” Naomi Campbell, Kate Moss, Demi Moore, Naomi Watts, Amber Evangeline Valletta.

Muovendomi a fatica nella folla che gremiva le strade, sono arrivato in Piazza Duomo, dove s’impone la maestà della Chiesa Cattedrale di Milano dedicata alla Natività della Beata Vergine Maria. Piazza brulicante di persone affaccendate per realizzare una bella foto ricordo, alle prese con i piccioni, ignari di avere a che fare con pennuti portatori di infezioni anche gravi.

Gente di tutto il mondo, incuriosita e attirata dalla meraviglia di quell’architettura antica che non è mai fuori moda. Attratti dalle 135 guglie e dalla Madonnina, raramente si notano porte e portali. Le porte, di splendida fattura, raccontano della madre del Signore, dell’Editto di Costantino, di Sant’Ambrogio, della nascita dei liberi Comuni e dei fasti del Duomo nei secoli.

I portali fanno loro da cornice, e rendono la facciata del Duomo veramente femminista. Negli altorilievi dei portali ci sono solo storie di donne: Ester che affascina il re Assuero, Giaele che uccide Sisara, la creazione di Eva, Giuditta che decapita Oloferne, la Regina di Saba che conquista Salomone… Si tratta di donne speciali, non sono modelle, ma modelli per la vita del popolo.

“Renzo […] vide quella gran macchina del duomo sola sul piano, come se, non di mezzo a una città, ma sorgesse in un deserto; e si fermò su due piedi, dimenticando tutti i suoi guai, a contemplare anche da lontano quell’ottava maraviglia”
(Alessandro Manzoni, I promessi sposi)