Una marea di persone gli ha dato l’ultimo saluto lasciano senza respiro, fermano le lancette dell’orologio e rendono privi di valore i mille problemi che ci tengono ingabbiati nella quotidianità; una notizia che si è diffusa alla velocità della luce perché nessuno poteva tenerla per sé, ma doveva condividerla per mitigarne l’impatto. Sabato 20 agosto un incidente imprevisto e imprevedibile, dovuto probabilmente al cedimento del terreno, ha spento la vita di Stefano Actis Dana mentre, a bordo del trattore, stava preparando un vigneto per la vendemmia ormai prossima.

Nelle tradizioni della vita contadina, quando le attività agricole stagionali lo richiedono, i familiari concorrono a dare man forte; lo stesso principio ha mosso più di un migliaio di persone che si sono strette ai familiari, prima e durante il funerale, per condividere il peso di un dolore troppo forte per una sola famiglia, facendo così riaffiorare valori spesso dimenticati come solidarietà, condivisione sincera, conforto e sostegno.

Già più di un’ora prima del funerale a Piverone il traffico era congestionato da un’interminabile fila di macchine e una moltitudine di persone che convergevano verso la chiesa, mentre il gruppo della Protezione civile si prodigava per gestire gli arrivi.

Una folla commossa e incredibilmente silenziosa, assiepata ai due lati della strada, ha atteso l’arrivo di Stefano, che gli amici hanno poi voluto portare in alto sulle loro spalle.

Mentre risuonavano i canti del coro parrocchiale, la chiesa, traboccante di folla e fiori bianchi, ha accolto Stefano e i suoi cari in un unico abbraccio.

Don Genesio, padre Simone e don Rodolfo, anch’essi addolorati, sono stati molto vicini alla famiglia portando il conforto e la luce della fede.

Don Genesio ha ricordato il grande gesto di generosità della famiglia, che ha donato gli organi di Stefano.

Al termine della Messa un applauso incontenibile ha accompagnato il passaggio di Stefano e dei suoi familiari e, sul sagrato della chiesa, tante lacrime hanno seguito un volo di palloncini bianchi che si alzava verso il cielo.

Anche il cimitero di Piverone non è riuscito a contenere la folla e il saluto finale si è protratto per più di un’ora perché ognuno desiderava portare personalmente un pensiero e un abbraccio di consolazione a mamma Patrizia e papà Ivo, al fratello Daniele, a zii e cugini che, insieme, formano un’unica grande famiglia.

Un nuovo dolore colpisce anche l’amatissima nonna Zita, che per tutti, compresi i nipoti di Palazzo, è come una seconda mamma; la sua porta è sempre aperta a parenti e amici, ai quali regala un sorriso accogliente e la sua arguta saggezza.

Potrà essere di conforto constatare il grande affetto che Stefano ha saputo creare intorno a sé nella sua seppur breve esistenza, offrendo amicizia sincera, simpatia, affidabilità, costanza, capacità organizzative, tenacia e competenza: doti ormai sempre più rare.

Anche la famiglia di Stefano è molto conosciuta e apprezzata perché ha un ruolo trainante nello sviluppo, nella tutela e nella conservazione del territorio.

Papà Ivo, infatti, ha acquisito negli anni un’altissima competenza nel settore vitivinicolo ed è figura di riferimento per Cantina Sociale della Serra, di cui è presidente, Consorzio per la valorizzazione e la tutela dei Vini Caluso, Carema e Canavese, di cui è vice-presidente, Terre da Vino e Vignaioli Piemontesi, di cui è consigliere.

L’impegno di Ivo e dei suoi collaboratori è teso a evitare l’abbandono dei vigneti, con conseguente degrado della collina morenica, da sempre ottima “terra da vino”, a migliorare sempre più i livelli qualitativi delle uve e dei vini, a valorizzare e diffondere i prodotti locali, creando così anche nuova occupazione.

Il messaggio che ognuno vorrebbe far avere a Ivo è quello di trovare la forza, con Patrizia e Daniele, per continuare il suo lavoro e le attività a favore del territorio, nel ricordo e nel nome di Stefano.

Piera Monti