Mentre è in preparazione il servizio realizzato questa sera (sarà on line domani, lunedì), domenica 11 giugno, presso la Cattedrale del Duomo di Ivrea, dove alle ore 18 si è celebrata la S. Messa pontificale, presieduta dal Vescovo Mons. Edoardo Cerrato,  in occasione della Solennità del Corpus Domini, seguita dalla processione eucaristica, pubblichiamo di seguito una meditazione sul significato e sulla storia della ” Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo”, a cura della Prof. Elisabetta Acide, che ci racconta altresì come questo importante momento di fede sia stato vissuto nella piccola, ma viva, comunità parrocchiale di Sant’Anna in Borgo Revel.

(elisabetta acide) – Dal 1264, con l’istituzione di papa Urbano IV (bolla Transiturus)  della solennità, il Corpus Domini divenne, progressivamente, a partire dal Trecento, il maggior evento religioso (e anche politico)  di ogni Stato cristiano,  grazie allo sviluppo del culto e  della processione eucaristica per le vie di paesi e  città.

Già  nel 1247 a Liegi, si celebrò la festa; per solennizzare  la reale presenza di Cristo nell’Eucaristia, il  vescovo Roberto de Thourotte istituì la festa con un Concilio straordinario del 1246 per la sua diocesi di Liegi, a seguito della richiesta di una suora agostiniana  Beata  Giuliana di  Rètine, priora poi del  monastero Monte di Cornillon, che  ebbe alcune visioni, prima nel 1206 e successivamente nel 1208.

La religiosa  chiese ed ottenne l’istituzione della festa “mancante” dedicata al Santissimo Sacramento.

(Non dimentichiamo che erano gli anni in cui Berengario di Tours, sosteneva che la presenza di Cristo nell’Eucaristia, era simbolica e non reale).

Anche in Italia, proprio in  quegli anni, nell’estate del 1263 a Bolsena avvenne un miracolo eucaristico:  durante la celebrazione della S. Messa, nella grotta di S. Cristina, al momento della consacrazione, l’ostia iniziò a sanguinare di fronte a  Pietro da Praga, un sacerdote che dubitava della presenza reale di Cristo nell’ Eucaristia.

Il papa Urbano IV avvisato, inviò  il vescovo  sul posto per verificare quanto riferito, e l’ 11 agosto 1264 istituì la festa del Corpus Domini come festa di precetto, con una bolla pontificia.

La festività venne fissata il giovedì dopo l’ottava della festa della SS Trinità.

Sarà trasferita poi alla domenica successiva, in ottemperanza alle norme generali per l’ordinamento dell’anno liturgico e del calendario.

Ricordiamo che fu lo stesso Urbano IV ad incaricare S. Tommaso d’Aquino di creare una composizione per questa occasione: ancora oggi i fedeli, con devozione, ripetono con fede  le mirabili parole del Pange Lingua, inno eucaristico composto proprio in occasione dell’istituzione della festa.

A sottolineare il legame con l’Ultima Cena, l’inno, nelle prime strofe, riprende i versi composti, secoli prima, da Venanzio Fortunato.

La tradizione religiosa vuole, che in occasione della solennità del Corpus Domini, dopo la celebrazione della  Santa Messa, si porta in processione, per le vie di paesi e città,  racchiusa in un ostensorio sottostante un baldacchino, un’ostia consacrata ed esposta alla pubblica adorazione: viene adorato Gesù vivo e vero, presente nel Santissimo Sacramento.

L’arte ci lascia raffigurazione del miracolo,  in un affresco delle Stanze Vaticane (Stanza di Eliodoro) di  Raffaello  Sanzio nel 1512 .

Questo è il mio Corpo”, “Questo è il mio sangue”: concretezza della fede in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, il pane spezzato per noi.

Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno”. Con questo Pane Gesù, rende partecipi del suo amore, nutre e “riempie” il cristiano.

Gesù è cibo e  banchetto; Eucaristia: “Questo è il mio corpo…”, “Questo è il mio sangue…”,  la mia vita, donata, anticipo di eternità.

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Anche la comunità della Parrocchia di Sant’Anna in Borgo Revel ha vissuto, nei giorni scorsi e poi stamane, domenica mattina, questo importante momento di fede.

Ripristinata nella parrocchia della borgata,  la tradizione dei priori della festa con Antonella Bordonaro e Gian Antonio Ginipro, la solennità ha preso avvio con la celebrazione di giovedì 8 giugno alle ore 19 presieduta dal parroco della comunità e preceduta  dalla recita del S. Rosario, presso la Chiesa Parrocchiale di S. Anna e la piantumazione nel giardino biblico, della pianta dell’incenso.

Con i priori delle feste della parrocchia prosegue la creazione dello spazio della comunità che vede, per ogni solennità, la piantumazione di una pianta biblica a segno della vita e della bellezza del creato che richiede la nostra cura.

Questa volta è l’incenso, citato nella Bibbia in diverse occasioni.

La scelta dell’incenso per questa festa, vuole riprendere il  significato biblico, dove simboleggia il mistero di Dio stesso e, con la sua elevazione, attraverso la fragranza e l’immagine della nuvola nera, si crea un legame unico tra la terra e il cielo esprimendo tutta la dolcezza della presenza di Dio.

Incenso, dunque, come  segno di adorazione verso Dio che nel donarci quel Pane, ci fa capire che siamo fatti per “cose grandi”. In questo guardare in alto,  (Gv 3), Gesù ci svela la prospettiva attraverso la quale siamo chiamati a guardare alla vita: non fermarci alle cose della terra, orizzontali ( Col 3,1-4), ma guardare in alto. Come l’incenso “sale”, anche noi, alziamo gli occhi, guardiamo al Pane, ci nutriamo del corpo del Signore , guardiamo  all’ Eucaristia sacramento che ci proietta verso le cose del Cielo, che chi invita a pensare secondo Dio, per una prospettiva di “vita eterna”.

La Solennità ha avuto il suo centro  nella Messa Solenne di domenica 11 giugno alle ore 9, seguita dalla processione tra le vie della borgata, con  la partecipazione dei priori della festa e il “passaggio”  della presenza reale di Cristo nell’Eucaristia tra le case,   testimonianza viva di Gesù che percorre le strade dell’uomo.

In processione, testimoniamo e rendiamo “viva” la missione : lo Spirito Santo viene in aiuto alle nostre fragilità, ci infonde coraggio, ci guida e diventiamo , testimoniamo e rendiamo “viva” la missione: lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, ed è grazie a lui siamo in grado di comprendere le parole del Signore. Questo è stato promesso da Gesù Cristo alla sua Chiesa e il cristiano vive con la radicalità il Btatesimo con la coscienza missionaria.

Vivere il passaggio dell’ Ostia consacrata tra le case e la gente, vuole dire capire l’Eucaristia, vivere l’Eucaristia, perché l’ esperienza d’amore diventi per tutti uno  stile di vita, un  modo di amare e di servire. Il  “Fate questo in memoria di me” di Gesù deve diventare “memoria”  che è un “fare come Gesù”, una comunione che ci aiuta a  passare dall’io al noi, per una esistenza davvero “piena” e completa, in comunione con Dio ed i fratelli.

Al termine della S. Messa, dopo la benedizione solenne sono stati annunciati i priori che entrano “incarica” nell’anno in corso: Barbara Bertolina e Seoli Maria Pia. 

La comunità riunita partecipa al loro “incarico”, espressione viva della comunità in cammino, espressione della identità storica e religiosa  di un popolo, per cui la sinergia, la collaborazione, si inserisce nell’ essere stesso della parrocchia: comunione con Dio tra gli uomini.

Eucarestia è comunità, è incontro, è pregare insieme, è ritrovarsi, è assemblea, è Parola e Cibo.

Meditiamo non solo in occasione della festa, le parole di S. Tommaso D’Aquino:   “Verbum caro, panem verum verbo carnem efficit:fitque sanguis Christi merum, et si sensus deficit, ad firmandum cor sincerum sola fides sufficit.”  (Il Verbo fatto carne cambia con la sua parola il pane vero nella sua  carne e il vino nel suo sangue, e se i sensi vengono meno, la fede basta per rassicurare un cuore sincero).