L’alluvione che devastò il Polesine nel novembre del 1951 causò oltre 100 vittime e 180mila sfollati: una delle peggiori tragedie del dopoguerra. Nella disgrazia operò la Grazia. Tra i tanti gesti di generosità, mi ha affascinato la storia dei “sei preti bergamaschi in Polesine”, che dal 1951 al 1965 si presero cura delle popolazioni prostrate dalle difficoltà. Venivano dalla Comunità missionaria “Paradiso”, nata profeticamente per sopperire alla necessità di sacerdoti in Italia e all’estero e per la cura dei migranti italiani in Europa.

Tra loro spicca la figura di don Sandro Dordi, il “prete in bicicletta”: ancor oggi sono vivi i segni della sua carità e attenzione educativa per tutti. Indossava sempre gli occhiali scuri segno di umiltà e timidezza. Nel 1965 si recò in Svizzera per accompagnare i lavoratori italiani migranti per trovar lavoro. Per meglio svolgere il suo ministero, si unì a loro, come semplice operaio. Nel 1980, migliorata la situazione degli emigrati, chiese di essere inviato come prete Fidei Donum.

Servì la parrocchia di Santa, sulla costa nord del Perù, annunciando la salvezza alla povera gente. In quei tristi anni, l’odio dei maoisti di “Sendero luminoso” si nutrì più volte del sangue di laici cristiani e di sacerdoti. Il 25 agosto 1991 due sicari lo assassinarono con due colpi di pistola, alla testa e al cuore, mentre rientrava dalla celebrazione di messe e battesimi. Il vescovo e il popolo della diocesi di Chipote lo vollero santo subito.

L’attuale parroco di Porto Viro, don Alfonso, da bambino accompagnava la mamma alla messa di don Sandro e sovente serviva all’altare. Partecipò alla sua beatificazione in Perù nel dicembre del 2015. Al rientro in Italia, improvvisamente sta male: un bravissimo medico lo visita a domicilio e subito lo accompagna con l’ambulanza in ospedale, dove viene operato d’urgenza. Le condizioni sono gravissime, ma sopravvive.

Nel coma Alfonso sogna il beato sorridente: insieme visitano la cappella in Perù dove si venera la sua memoria (il corpo riposa dove era nato, Gromo San Marino di Bergamo, in val Seriana). Per diventare beato, come martire non gli era servito il miracolo, ma don Sandro, umilmente, aveva colto la prima occasione, subito dopo la beatificazione, per il suo antico chierichetto.

“Dagli adulti don Sandro era considerato un figlio, dai piccoli un fratello, dai giovani un amico”.