Dal 18 marzo al 31 maggio 2024, per i cittadini italiani con un ISEE inferiore ai 50mila euro, sarà possibile chiedere il “bonus psicologico”, cioè un contributo per poter sostenere le spese di una psicoterapia. La domanda si può fare sul portale del sito dell’INPS tramite la ricerca di “contributo sessioni psicoterapia” usando lo SPID o Carta di Identità elettronica o Carta Nazionale dei Servizi; in alternativa, oppure si può andare in un CAF. Il sostegno economico varierà per fasce di reddito e andrà da un massimo di 1.500 euro ad un minimo di 500 euro; la domanda può essere per se stessi o a beneficio di un minore o di una persona di cui si è tutore e all’interno dello stesso nucleo familiare ognuno può fare domanda per accedere al bonus. Nel mese di giugno verrà stilata la lista degli aventi diritto che riceveranno la notifica e un codice univoco che dovrà essere condiviso con lo psicoterapeuta scelto tra quelli che hanno aderito all’iniziativa presenti sul portale dell’INPS. Sarà il professionista che invierà le fatture all’INPS per il rimborso.

Al di là degli elementi critici che ogni bonus porta in sé, ci sembra importante sottolineare i nuclei positivi di questa riforma. Il primo è che non è più legata all’emergenza Covid ma è considerata come strutturale perché ci si è resi conto dei danni per la popolazione e la comunità – e dei conseguenti costi per lo Stato – quando non viene riconosciuto correttamente il disagio psicologico e mentale. La salute della mente viene finalmente ad avere una propria dignità ed i bisogni psicologici vengono accolti dallo Stato come inalienabili della persona.

Inoltre, nel momento in cui un bisogno ed un diritto sono riconosciuti si elimina lo stigma intorno all’accesso alle strutture ed ai professionisti che se ne occupano. Rivolgersi ad uno psicologo o intraprendere un percorso di psicoterapia deve essere un percorso naturale quando si manifestano dei disagi. Altro punto da sottolineare è che gli psicoterapeuti nell’elenco dell’INPS appartengono agli ordini professionali e hanno maturato specifiche competenze.

Questa tutela della persona è fondamentale perché troppo spesso le persone non conoscono le differenze tra percorsi di studio e professionisti, con la conseguenza che intorno al benessere psicologico ruotano fin troppe persone che non hanno titolo ad esercitare le materie proprie della psicologia e, soprattutto della psicoterapia.

Sebbene finanziato con una dotazione economica superiore all’anno passato, il Bonus non sarà quasi certamente sufficiente a coprire tutte le richieste: ma potrà in ogni caso aiutare tante persone e nuclei familiari in difficoltà facendo la differenza e avviando un processo di benessere più ampio che permetterà a tutti di vivere meglio.