(elisabetta acide) – Don Davide Smiderle, parroco della parrocchia “S. Maria Assunta”  Duomo di Chivasso, Vicario Foraneo della zona chivassese della Diocesi di Ivrea, relatore a Borgo Revel in un incontro della rassegna “I lunedì della formazione: Gli sguardi di Gesù”, non ha deluso le aspettative.

Lunedì 5 febbraio, davanti ad una sala con una platea attenta , la presentazione dello “sguardo” su Giuda Iscariota.

Particolare impegno del parroco  chivassese a cui era stata affidata la lettura esegetica e spirituale del brano di Gv 13,30,  “… Ed era notte”.

La serata, nel salone della Casa Parrocchiale di Borgo Revel, si è aperta con i saluti e la presentazione del relatore ,l’esecuzione di un brano introduttivo a cura del gruppo cantori della parrocchia “Andar a Messa cantando” e la lettura integrale del brano del Vangelo di Giovanni (Gv 13,1-30) da parte del gruppo dei Lettori della parrocchia.

La prima parte, necessaria per la comprensione, ha visto don Davide presentare il brano con alcune note esegetiche ed una lettura letterale- teologica che ne ha aiutato a comprendere il senso ed il contesto.

Non dimentichiamo che una sola volta il brano occupa la liturgia nell’anno liturgico: il giovedì santo, nella messa in Cena Domini.

La “presentazione” della suddivisione dei 21 capitoli del Vangelo di Giovanni, ha sicuramente favorito la comprensione del testo nel contesto.

Don Davide, poi, si è occupato della struttura della narrazione, evidenziano l’emergere dei “personaggi”  della narrazione e di quello sguardo “non intercettato” da Giuda, ma pieno di Amore di Gesù.

Interessante la sottolineatura del sacerdote a proposito del tema della serata: “Gli sguardi” di Gesù e lo “sguardo” su Giuda.

Don Davide non manca di rilevare come nell’ intero brano, di 30 versetti non compaia mai il verbo “vedere”  che nel greco neotestamentario viene reso con diversi vocaboli, di cui il più usato Horao compare 448 volte e Eidon che compare 350 volte.

Eppure quello “sguardo” su Giuda, nel brano è “percepito”, è vivo, è dedotto, è presente: Gesù lo chiama a mensa, alla cena, lo fa sedere vicino a Lui, compie il gesto anche a lui come agli altri undici, della lavanda dei piedi,  gli riserva quel “boccone”, gesto di affetto e di rispetto, di accoglienza per l’ospite nella cultura ebraica, gesto di amore per colui che ha meditato la “consegna” del Maestro e che  consumerà il tradimento.

Gesù “guarda” e “vede”, “osserva” e l’evangelista non manca di sottolineare quello sguardo anche senza l’utilizzo dei verbi.

Gesto di accoglienza, ma Giuda prenderà quel boccone ed “uscirà”: ha preso la sua decisione.

“Vedere” è ri-conoscere: Gesù “vede” Giuda, ma Giuda non “riconosce” Gesù come Cristo, come Signore, Giuda non ha lo “sguardo” della fede, risponde con l’odio allo sguardo d’Amore a lui riservato.

Sguardo d’Amore non ricambiato.

Giuda versetto 2, ha maturato la sua decisione, che viene resa esplicita nel versetto 27 quando “Satana entrò in lui”: Giuda non volge lo sguardo e sceglie la “notte”.

“Ed era notte” ( v.30)

A Giuda Gesù, riserva lo “sguardo” della preferenza, ma Giuda “sceglie la notte”, distoglie lo sguardo dall’Amore, esce, fugge.

Tutte le volte che ci si allontana da Dio è “notte”. Notte del cuore, notte della fede. Autocondanna nello sguardo fisso e ristretto su sé.

Notte che non lascia passare alcuna luce “le tenebre non l’hanno accolta” dirà Giovanni al capitolo1 nel prologo.

Giuda come gli altri apostoli è stato “chiamato”, ma è discepolo “mancato”.

Nessuno comprende le parole di Gesù chiare e precise, il lettore sa chi è l’apostolo di cui Gesù parla, ma nessuno degli undici comprende, come in quel Salmo  41,9 “anche l’amico con il quale vivevo in pace, in cui avevo fiducia e che mangiava il mio pane, si è schierato contro di me”.

“Ed era notte”: profonda oscurità di quella notte, non del cielo, ma del cuore, eppure quello sguardo è lì, sulla schiena di Giuda mentre esce nella notte, preso dal suo “progetto” di peccato e di tradimento.

Chissà, forse anche prima Giuda aveva evitato di guardare Gesù: Gesù in quella cena, forse, oltre allo “sguardo” sotteso, ha davvero cercato gli occhi di Giuda, ma il suo sguardo di misericordia non arriva a destinazione…

Giuda non guarda Gesù, rimane solo con il suo “cuore” di tenebra, ma Gesù quello “sguardo” lo riserverà ancora e lo poserà su Giuda in quel giardino del Getzemani, tutto in Gesù è passato attraverso lo sguardo e forse ancora per Giuda riserva uno “sguardo di Amore”, estremo, generoso, totale.

Sguardo che è profondità del suo vissuto e del suo Mistero.

Una conversazione davvero stimolante e profonda, che ha fatto emergere riflessioni ed interrogativi tra i presenti, che con domande e riflessioni hanno animato la serata e fornito ulteriori elementi di meditazione.

Ancora una volta ai presenti, numerosi per l’occasione, è stata una preziosa occasione di un momento di formazione biblica per irrobustire la propria identità di cristiani e credenti, di entrare “in profondità” del testo e comprendere la ricchezza della Parola di Dio, nutrimento per l’uomo.

Il cammino sinodale della comunità parrocchiale passa anche attraverso l’arricchimento e la condivisione di questi momenti di riflessione e di crescita spirituale umana, personale e comunitaria.

L’appuntamento è per il primo lunedì del mese di marzo con lo “sguardo” di Gesù dall’alto della croce ( Lc 23,33-46).

Davvero una serata dall’alto valore biblico e teologico di cui i presenti ringraziano don Davide.

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