(Cristina Terribili)

Il 26 novembre scorso la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato la Legge delega n. 206 emanata per procedere alla riforma del processo civile, che comprende anche la modifica dell’art. 403 del Codice Civile. Il Parlamento ha così autorizzato il Governo a provvedere entro un anno alla riforma, con i vari decreti legislativi che si susseguiranno e che potrebbero ampliare o modificare la stessa proposta di delega. L’entrata in vigore è il 24 dicembre 2021, quindi l’iter si dovrà concludere entro il 24 dicembre del 2022, sapendo pure che se il Governo non dovesse procedere con i decreti legislativi non ci sarebbe nessuna modifica all’ordinamento attuale.

A proposito della “Modifica dell’art. 403 c.c. – Intervento della Pubblica Autorità a favore dei minori”, le prime righe di quel decreto, se modificato, reciterebbero così: “Quando il minore è moralmente o materialmente abbandonato o si trova esposto, nell’ambiente familiare, a grave pregiudizio e pericolo per la sua incolumità psico-fisica e vi è dunque emergenza di provvedere”. Da anni si cerca di riformare alcuni articoli del codice civile in materia di diritto della famiglia cercando, soprattutto, di mettere al centro i soggetti più fragili e dichiarando eccezionali alcuni procedimenti, come per esempio, l’allontanamento del minore dalla famiglia d’origine.

Le scelte per l’ammodernamento dell’articolo 403 del Codice Civile hanno portato i legislatori ad istituire 165 sezioni circondariali per essere più prossimi e più celeri verso i bambini. Queste si occuperanno di tutte le controversie civili relative ai minorenni e alle misure urgenti di tutela, così come sulle misure relative all’affido, sulla capacità delle persone, e i procedimenti a carico del giudice tutelare.

I giudici assegnati alle sezioni circondariali, dovrebbero essere scelti sulla base di specifiche conoscenze, competenze ed esperienze maturate in questo campo, anche perché in questo nuovo assetto, la figura del magistrato onorario (spesso un professionista della salute mentale, neuropsichiatra infantile, psicologo, o altro) non farà più parte della camera di consiglio ma sarà assegnato al processo, potrà occuparsi delle diverse fasi, delle conciliazioni, dell’ascolto del minore e delle parti. Il collegio, formato da quattro giudici (due togati e due onorari), sarà invece possibile prevederlo in caso di giudizi penali, minorili e di sorveglianza minorile.

Sebbene ogni riforma porti in se delle note critiche, vanno sottolineati i tempi che questo nuovo assetto prevede; in caso di misure urgenti il giudice ha 48 ore per confermare o revocare il procedimento e deve fissare entro 15 giorni l’ascolto del minore e della famiglia. Questi tempi tanto ridotti potrebbero, in caso di poca competenza o conoscenza, non dare modo di mettere in luce gli elementi centrali del procedimento. Agire solo per il supremo interesse del minore, senza prendere in considerazione elementi approfonditi di conoscenza del tessuto familiare, delle risorse o delle fragilità di un contesto, potrebbe favorire decisioni solo in base a pregiudizi.

I minori migranti, per esempio, rischiano di essere più esposti a procedimenti di allontanamento familiare laddove le norme e le regole culturali sono differenti dalle nostre. Se la politica e i servizi deputati all’assistenza e all’accompagnamento delle famiglie migranti, tanto quanto di tutte le famiglie in difficoltà, non attivano tutte le reti di sostegno per facilitare un percorso di integrazione prima di procedimenti urgenti e potenzialmente dannosi per il minore, si rischia di mettere in atto dei meccanismi poco rispettosi per tutti.

Si rischia, come spesso abbiamo assistito, ad una violenza istituzionale che non ha nulla a che fare con il benessere delle persone di cui si dovrebbe prendere cura e che gode solo dell’esercizio del proprio potere. Per l’assistenza alle categorie fragili abbiamo bisogno di servizi e di professionalità alte; capaci ed umane, che sappiano avere una visione ampia e una profonda conoscenza della materia. Altrimenti ogni riforma, se non potenzialmente inutile, risulta altamente dannosa.