Si è risolta in un caloroso e sentito abbraccio – da parte della città intera, non soltanto dei tantissimi familiari, amici e conoscenti che affollavano venerdì scorso la sala consiliare del Municipio – la presentazione del libro “Via con te” di Francesca Dighera.

Il volume raccoglie le riflessioni della figlia di due delle vittime della terribile strage compiuta un anno fa a Rivarolo da un pensionato che uccise la moglie, il figlio disabile e i vicini e padroni di casa, i coniugi Osvaldo e Liliana Dighera.

Intervistata con delicatezza dal giornalista (e amico) Giampiero Maggio, Francesca ha raccontato con dignità e lucidità il difficile percorso iniziato in quel maledetto 10 aprile 2021, “quando è finita all’improvviso la prima parte della mia vita”: una vita sino ad allora serena, trascorsa da figlia amatissima di 2 genitori uniti da un amore inossidabile.

Ho scelto il titolo ‘Via con te’ perché composto di tre parole come tre eravamo noi, ma anche perché mi è stato riferito che mia madre aveva confidato ad amici: ‘Sarebbe bello andarsene insieme’, riferendosi al destino ultimo suo e di mio padre”.

Cose che si dicono, senza pensarle concretamente possibili: perché è impossibile pensare a una fine tragicamente assurda come quella di Liliana e Osvaldo, umanamente rimpianti da tutti, sovrumanamente pianti da Francesca.

Eppure, la mattina successiva a quella drammatica notte in cui, contro i consigli dei presenti, volli entrare in quell’appartamento per vedere i cadaveri dei miei genitori, dovetti tornare a casa sforzandomi di sorridere a mia figlia Caterina, che si era appena svegliata e cominciava a chiedere dov’erano i nonni”.

Già, Caterina… “È stata la mia salvezza” racconta Francesca che spiega come grazie a lei e al sostegno del compagno Ernesto sia riuscita a non dimenticare il dovere di tener fede al suo ruolo di madre e compagna, senza lasciarsi schiacciare dalla condizione di “orfana”.

Certo, il dolore per la perdita rimane e rimarrà sempre, addolcito nei ricordi che scrivere i propri pensieri aiuta a non dimenticare: in circostanze come queste, come ha spiegato la psicologa che ha seguito Francesca in quest’ultimo anno, l’elaborazione del lutto richiede più tempo e più sforzo.

È una strada lunga, che non ho ancora percorso fino in fondo – ammette Francesca, nel ringraziare i suoi genitori -, per avermi fornito gli strumenti per affrontare anche una cosa tanto grande”.

La serena vivacità di Caterina, testimoniata dalla foto pubblicata sui social dalla mamma, assicura che con la sua bimba Francesca sta facendo lo stesso – eccellente – lavoro fatto con lei da Osvaldo e Liliana Dighera.

 

m.v.