Lo scorso sabato, Festa della Repubblica, si è svolta come di consueto a Torino la cerimonia di consegna delle onorificenze al merito conferite dal capo dello Stato a cittadini distintisi per particolari meriti conquistati in campo letterario, artistico, sociale, o per la loro carriera professionale. Tra i 32 neo-insigniti della Provincia, figurava anche il rivarolese Pietro Tomaino, noto e apprezzato professionista che è davvero un esempio fuori dal comune di ciò che gli americani chiamano “self-made-man”: un uomo che ha saputo costruire da solo le proprie fortune attraverso una costante applicazione e una straordinaria determinazione.

Nato nel 1951 in un piccolo paesino calabrese, colpito a soli 13 mesi da una grave forma di poliomielite che lo privò per sempre dell’uso delle gambe, dopo il trasferimento della famiglia a Rivarolo venne ricoverato per un anno e mezzo all’ospedale ortopedico Maria Adelaide di Torino, uscendone con delle protesi, che gli permisero di fare nuovamente i primi passi. Dopo le elementari, per l’assenza in zona di scuole adatte ad accogliere portatori di handicap, a soli 12 anni fu mandato al collegio Don Orione “Piccolo Cottolengo Mutilatini” di Milano, dove frequentò le medie e i primi tre anni delle superiori, conseguendo a giugno 1969 il diploma professionale di contabile d’azienda. Subito assunto da una azienda metalmeccanica canavesana, da pendolare frequenta corsi serali a Torino e si diploma ragioniere nel 1972.

Due anni dopo supera l’esame da consulente del lavoro e, con alcune macchine da ufficio ricevute in prestito, inizia l’attività professionale presso la propria abitazione. Pietro imposta la sua attività fin dal principio in maniera futuristica: acquista a rate uno strumento meccanografico (la macchina Olivetti P203 a schede magnetiche), grazie al quale nell’ottobre del 1974 uscirono i primi cedolini meccanografici. La sua precisione e professionalità non fanno tardare le prime soddisfazioni in campo lavorativo, che si accompagnano a quelle familiari: nel 1976 sposa la sua collaboratrice Angela, che lo ha sempre affiancato e sostenuto, creando un sodalizio indistruttibile sia nella vita privata che in quella lavorativa; arrivano quattro figli, i più grandi già laureati e diplomati ed attivi a pieno titolo nello Studio Tomaino, che oggi occupa 5 piani di uffici in uno storico palazzo rivarolese e dà lavoro a oltre 20 addetti.

Poiché negli uomini non ordinari, spesso le qualità morali si assommano, Pietro Tomaino dispone anche di una grande generosità, che lo ha portato a spendersi in varie forme per il bene della comunità: tra quelle note vi è la militanza nel Lions Club altocanavesano, che lo ha avuto in passato come presidente e alla guida del quale ha realizzato diversi progetti benefici.

Per questo, ad accompagnarlo sabato scorso a Torino – su delega del sindaco Alberto Rostagno, impegnato nella contemporanea commemorazione del 2 Giugno – vi era il consigliere comunale (e attuale presidente Lions) Michele Nastro a dire a nome di tutta Rivarolo: “Grazie e complimenti, cavalier Tomaino!”.